Andrea Rossi, La Stampa 19/01/2010, 19 gennaio 2010
IL GRANDE FLOP DEL POLIZIOTTO DI QUARTIERE
(riassunto) -
Il poliziotto di quartiere era uno dei punti dei punti contenuti nel cosiddetto «Contratto con gli italiani» sottoscritto da Silvio Berlusconi nella campagna elettorale del 2001. Istituito nel dicembre 2002 in forma sperimentale in 28 province per poi estendersi, dopo un anno di studi, su tutto il territorio nazionale, il progetto prevedeva di destinare all’iniziativa quasi 6 mila uomini tra poliziotti e carabinieri. Dopo sette anni - secondo un’indagine della Corte dei Conti - ne sono entrati in servizio nemmeno 3900 (2274 poliziotti e 1620 carabinieri). In totale sono stati investiti quasi 500 milioni di euro ma circa 80 non sono stati nemmeno spesi. L’ultimo stanziamento risale alla Finanziaria del 2005. Milano e Roma le uniche due città in cui i pattugliamenti sono partiti per davvero e gli organici sono stati irrobustiti. A Reggio Calabria tra il 2003 e il 2009 sono entrati in servizio 28 tra agenti e militari per pattugliare a piedi le strade di sei quartieri; al Sud solo il 15% delle zone da pattugliare è coperta dal servizio. I poliziotti di quartiere non sono più in strada, sono tornati quasi tutti negli uffici da cui li avevano sradicati. O destinati ai servizi di ordine pubblico e delle volanti lasciati scoperti dall’ormai cronica carenza di personale. Sarebbero servite forze fresche, addestrate. Sarebbe servita una programmazione: destinare a ogni nucleo un quartiere specifico, stabilire il contatto con il territorio, costruire legami di fiducia, spingere la popolazione a individuare volti amici e collaborare.