Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 19 Martedì calendario

AVATAR E I FILM PIU’ COSTOSI, PER VOCE ARANCIO


Quindici anni per concepirlo, quattro per realizzarlo: Avatar, il nuovo kolossal fantascientifico di James Cameron, arriva questa settimana nelle sale italiane. costato quanto nessun altro film nella storia del cinema: quasi 400 milioni di dollari, il doppio di quanto la Fox aveva previsto.
«Penso che si possano usare molti soldi nel cinema in modo saggio. Non è bello sapere che in un momento di crisi economica si possa far guadagnare tanta gente? Non ho preso un mucchio di dollari per farne un falò» (James Cameron).
Il regista non è nuovo ai primati: Titanic, del 1997, il suo ultimo lavoro prima di Avatar, con oltre un miliardo e 800 milioni di dollari è in cima alla classifica delle pellicole che hanno incassato di più. Seguono, con poco più di un miliardo di dollari, Il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re e Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma.
Secondo una ricerca della rivista americana Forbes, prima dell’uscita di Avatar il film più costoso era il terzo capitolo della saga dell’Uomo Ragno, Spider-man 3, del 2007. La Sony Pictures spese 350 milioni di dollari, invece dei 258 preventivati. Al secondo posto una pellicola del 1963: Cleopatra. Il kolossal diretto da Mankiewicz e interpretato da Elizabeth Taylor, Richard Burton e Rex Harrison costò alla 20th Century Fox una cifra inimmaginabile per l’epoca: 44 milioni di dollari (circa 300 milioni al cambio attuale). Al terzo Superman Returns (2006), per cui la Warner Bros spese 268,5 milioni di dollari. Titanic figura anche in questa classifica: è al quarto posto, con 250,2 milioni di dollari. Al quinto Waterworld (1995), con Kevin Costner. Costò 231,6 milioni di dollari, al botteghino Usa ne incassò solo 88. Evitò di andare in rosso con i ricavi all’estero.
Forbes aveva assegnato il sesto posto a Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo, per il quale la Disney stanziò nel 2007 un budget di 225 milioni di dollari. Secondo Box office mojo (un sito web californiano specializzato), sarebbe invece proprio questo il film più costoso prima di Avatar. La Disney non ha dichiarato ufficialmente le spese sostenute, ma si parla di 316 milioni di dollari.
Nessun dubbio sul film italiano costato di più: per il Pinocchio di Roberto Benigni la produzione investì circa 45 milioni di euro. La pellicola ha avuto un buon successo in Italia (26.198.000 euro) ma incassi inferiori alle aspettative nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti (3.684.305 dollari).
I cancelli del cielo di Michael Cimino (1980), forse il più grande flop nella storia del cinema americano. Doveva essere la conferma del regista dopo Il cacciatore: per questo la United Artists gli concesse carta bianca e gli permise di spendere 44 milioni di dollari. Ma la pellicola ebbe una scarsissima risposta di pubblico incassando solo un milione e mezzo di dollari. La casa produttrice fondata da Douglas Fairbanks, Mary Pickford e Charlie Chaplin, ormai sul lastrico, fallì.
Prima dell’avvento delle nuove tecnologie e degli effetti speciali computerizzati, scenografie e movimenti di massa erano voci che incidevano pesantemente sui costi, in particolare nel caso di film storici o di fantascienza. Il caso di Cleopatra: gli elaborati scenari, i costumi e i materiali dovettero essere costruiti due volte: durante le prime riprese a Londra e, di nuovo, quando la produzione si trasferì a Roma.
Per Titanic la 20th Century Fox acquistò 16 milioni di metri quadrati di costa lungo la spiaggia di Rosarito in Messico, dove venne allestita una cisterna esagonale di circa 37.000 metri quadrati contenente 76 milioni di litri d’acqua, per ricostruirvi a grandezza naturale, per il 90% delle superfici, il transatlantico originale.
Anche gli ingaggi degli attori, quando si parla di star, incidono sul budget. Elizabeth Taylor venne scritturata per il ruolo di protagonista in Cleopatra con un contratto pari a un milione di dollari, un record per l’epoca, con l’aggiunta di altri sette milioni di dollari come percentuale sugli incassi (il tutto pari a oltre 47 milioni di dollari odierni).
Harrison Ford, l’attore più pagato di Hollywood nell’ultimo anno: ha guadagnato 65 milioni di dollari. Dopo di lui Adam Sandler (55 milioni di dollari) e Will Smith (45 milioni).
A dispetto della fama di Hollywood, è quella indiana l’industria cinematografica più grande del mondo: secondo il Central Board of Film Certification of India (l’ufficio che si occupa di visionare e approvare le pellicole), solo nel 2003 sono stati prodotti 877 film e 1177 cortometraggi. Negli Stati Uniti, nello stesso anno, sono stati prodotti 473 film. I biglietti indiani per il cinema sono i più economici del mondo: l’ingresso costa in media l’equivalente di 0,20 dollari, mentre negli Usa è di 6,41 dollari. Il 73% dei biglietti in Asia e nella zona del Pacifico è venduto nel subcontinente, per un valore complessivo di 2.870.000.000 di dollari: ogni tre mesi un miliardo di persone - cioè l’intera popolazione indiana - va al cinema. Questa industria dispone del più grande studio cinematografico del mondo, il Ramoji Film City: 800 ettari di terreno sui quali vengono realizzate produzioni in lingua tamil, telegu e hindi.
 Parigi il set cinematografico reale più gettonato secondo il quotidiano Le Parisien. Almeno dieci troupe girano ogni giorno per la città, con i conseguenti disagi a livello logistico ma anche le buone notizie per l’economia locale. Il municipio ha incassato infatti oltre 750 mila euro, per non parlare delle ricadute in termini turistici. Le riprese de Il Codice Da Vinci, sulla scia del successo del libro di Dan Brown, hanno portato al museo del Louvre una quantità record di visitatori.
Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il sistema di fare cinema. Grazie al digitale, alle telecamere e ai software di montaggio, si può girare senza guardare alla pellicola consumata, senza ingombranti e costose apparecchiature per i movimenti di camera, senza un parco luci che richiede tecnici e spese per il noleggio.
Il computer e le tecniche avanzate, come il blue screen (ripresa a maschera mobile, nella quale gli attori agiscono su di uno sfondo blu, che permette poi, in post-produzione, di assemblare la ripresa con un’altra scena) non solo dimezzano i costi di produzione, ma liberano la fantasia di sceneggiatori e registi. Si possono infatti realizzare enormi scenografie virtuali o epiche battaglie con migliaia di comparse digitali animate da appositi software.
In Matrix (1999) viene utilizzato per la prima volta il Bullet-Time, un effetto speciale che consente di vedere la scena in slow-motion (o addirittura ferma) da varie angolazioni: la macchina da presa si muove più velocemente e il tempo dell’azione appare rallentato.
Cameron, per Avatar, ha letteralmente costruito la tecnologia di cui aveva bisogno. La Sony ha sviluppato su richiesta del regista, a partire dal 2000, un sistema di telecamere digitali High Definition a doppia lente, leggere e capaci di girare immagini in 3 dimensioni calibrate perfettamente.
Gli attori hanno indossato tute integrali costellate di led che irradiano il set di luci che vengono catturate da 140 telecamere. I dati, inseriti in un archivio che mette in correlazione i riflessi con i movimenti, trasformano l’intera scena in 3D. Inoltre ogni attore è dotato di un casco con una mini telecamera in HD che registra ogni minima variazione della mimica facciale e la sovrappone ai volti nelle scene in computer grafica.
«Avatar è un capolavoro, tecnico, visivo, emotivo [...] Sarà la spinta decisiva che porterà i cinema a convertirsi al digitale e al 3D» (Steven Spielberg).
Tra il 2005 e il 2009 gli schermi per la proiezione della nuova tecnologia tridimensionale negli Stati Uniti sono passati da 30 a più di 3000.
Gli esperti credono che il 3D possa riportare le masse nelle sale e per questo si investono nuove risorse. «Se sarà vero successo, appare chiaro che in futuro sempre più registi e sempre più film, dei generi più disparati, saranno in 3D, e il cinema tornerà come in passato ad essere un luogo in cui assistere a un qualcosa di unico ed esclusivo, allontanando così, almeno per qualche anno, la concorrenza di homevideo, tv e soprattutto pirateria: il cinema tornerà ad essere un luogo magico la cui esperienza sarà impossibile riprodurre all’interno delle proprie case» (Luca Liguori, critico cinematografico).
«Il 3D non è un fenomeno di passaggio» (Howard Stringer, numero uno della Sony).
Nel 2010 negli Usa sarà possibile vedere i Mondiali di calcio in Sudafrica in 3D nel proprio salotto. I primi apparecchi televisivi 3D dovrebbero costare intorno ai 4.000 dollari. Ma, in questo scenario di concorrenza spinta, gli analisti concordano che i prezzi scenderanno rapidamente.
Per Gabriele Salvatores il cinema tridimensinale potrà essere una rivoluzione «se servirà a raccontare storie nuove e in modi alternativi». Il regista vorrebbe sperimentare il 3D, «ma nel nostro paese c’è molta strada da fare. Già è tanto se in Italia ci lasceranno continuare a farlo in due dimensioni. Vista la situazione attuale me ne basterebbe anche una sola!».
Nel 2009, per la prima volta dal 2002, gli incassi dei botteghini Usa hanno superato gli introiti derivati dalle vendite dei dvd, aumentando del 10% rispetto all’anno precedente.
Cameron è ossessionato dalla tecnologia ma anche dalla perfezione dei dettagli. Ha voluto che il linguista Paul Frommer inventasse un idioma completamente nuovo per i Na’vi, gli azzurri indigeni di Pandora. Definita la lingua, si è messo a stabilire i nomi di ogni cosa sul pianeta alieno. A ogni animale, a ogni pianta viene attribuito un nome Na’vi, il nome latino e il nome comune.
In quasi tre settimane di programmazione, Avatar ha guadagnato in tutto il mondo oltre un miliardo di dollari.