ANDREA TARQUINI, Repubblica 18/1/2010, 18 gennaio 2010
IL LATO OSCURO DI BERTOLT BRECHT
Anche i Grandi più mitici hanno infime bassezze. Prima di ogni èra di escort e festini, fu il caso di Bertolt Brecht. L´epistolario con una delle sue amanti più importanti, Ruth Berlau, la dice lunga. Si sapeva già, certo, che lui fosse un donnaiolo accanito. Ma Ruth Berlau lo smaschera ai posteri come amante voglioso e meschino. Lei gli fu accanto nell´esilio, negli Usa lo aiutò con contatti e traduzioni. Sono dipendente dall´amore per te, gli scrisse, e tu mi preferisci nuove amichette più giovani. Lui nel dopoguerra la prese a lavorare nel Berliner Ensemble, poi la allontanò. Le comprò una casetta in Danimarca, «là potrai ubriacarti quanto vuoi e per me sarà più facile cacciarti via». Lei annotava: «Fa con me quel che vuole, mi respinge sempre più». Lei lo accompagnò fino all´ultimo, persino dal dentista, poi i lavori da lui non pagati la costrinsero, dice, «a umiliarmi mendicando soldi». Morendo, Brecht impose alla compagna ufficiale Helene Weigel di versare un vitalizio alla "favorita" Ruth. Ma a Ruth non bastò. Sola, malata nell´anima, divenne spia della Stasi.