Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 18 Lunedì calendario

2 articoli + 1 scheda L’ITALIANO SCONOSCIUTO SUL WEB LA CRUSCA SCIOGLIE TUTTI I DUBBI - FIRENZE - C´è una finestra da cui si vede l´italiano che ci tormenta, i dubbi di ortografia che fatichiamo a confessare, i neologismi che maneggiamo incerti: si scrive qual è o qual´è? Si dice cioccolata o cioccolato? Si può usare per gli immigrati il termine «respingimenti»? E in un tema la parola «tronista»? Il servizio di pronto soccorso sulla nostra lingua tutti i giorni raccoglie in una casella di posta elettronica sul sito dell´Accademia della Crusca, dieci o venti cose che non sappiamo sulle parole e sulla grammatica della lingua italiana

2 articoli + 1 scheda L’ITALIANO SCONOSCIUTO SUL WEB LA CRUSCA SCIOGLIE TUTTI I DUBBI - FIRENZE - C´è una finestra da cui si vede l´italiano che ci tormenta, i dubbi di ortografia che fatichiamo a confessare, i neologismi che maneggiamo incerti: si scrive qual è o qual´è? Si dice cioccolata o cioccolato? Si può usare per gli immigrati il termine «respingimenti»? E in un tema la parola «tronista»? Il servizio di pronto soccorso sulla nostra lingua tutti i giorni raccoglie in una casella di posta elettronica sul sito dell´Accademia della Crusca, dieci o venti cose che non sappiamo sulle parole e sulla grammatica della lingua italiana. Una piccola redazione di esperti, a Firenze, risponde on line o via e-mail gratuitamente: nel 2009 l´hanno fatto 900 volte, spiega Raffaella Setti docente (a contratto) alla facoltà di Scienze della Formazione. Un aumento progressivo delle richieste a dimostrazione che la lingua è un terreno minato. A inviare quesiti non sono soltanto insegnanti, docenti universitari, persone che frequentano abitualmente il sito del principale istituto che si occupa di ricerche sull´italiano, ma famiglie, studenti, professionisti e curiosi, persone anche lontane dagli studi umanistici. Un signora di Bologna per esempio, vuole sapere se ha ragione la maestra di sua figlia nel dire che si scrive «sogniando» e non «sognando». Un avvocato di Genova chiede se sulla targa del suo studio la parola «avvocato» merita o meno la maiuscola. Un signore di Tolentino domanda se è sempre valido il principio di togliere l´apostrofo a fine riga e mettere la vocale dell´articolo. Un´aspirante giornalista di Roma desidera sapere se ha un plurale «pronto soccorso». Un insegnante di Cagliari si lamenta dell´uso della doppia congiunzione avversativa «mentre invece» che ritiene sbagliata al pari di «ma però»: «Eppure i miei alunni obiettano di averla sentita in contesti colti». «La nostra consulenza linguistica è uno spaccato interessante per vedere dove l´italiano fa paura - spiega la presidente dell´Accademia, Nicoletta Maraschio - L´ortografia è in testa, ma ci mandano pure molti quesiti sul lessico e sui neologismi. Sul sito abbiamo una sezione apposita dove troviamo i significati delle parole nuove: da videofonino, a bioterrorismo, a sitografia». Lo sportello sulla lingua è un servizio che nasce sulla carta, dalla rivista la «Crusca per voi» e che successivamente viene trasferito anche in rete. Nei prossimi mesi, per la casa editrice Le Lettere, quel dialogo via mail con gli esperti dell´Accademia diventerà un volume, dal titolo «La Crusca risponde». «Ogni settimana mettiamo on line una risposta - spiega Raffaella Setti che assieme a Matilde Paoli guida la redazione - molte domande sono ricorrenti e allora rimandiamo al motore di ricerca che c´è all´interno del sito, curato da Marco Biffi, che permette di ripescare in archivio le risposte date in passato». Molto gettonati i dubbi sui congiuntivi, sull´uso di ed o ad o sul plurale di «euro». Poi ci sono le incertezze sempreverdi sui femminili delle professioni: si dice l´avvocata o l´avvocatessa? La presidentessa o la presidente? «Io preferisco la presidente - spiega Maraschio - la cosa importante è comunque non oscurare il genere». Televisione, Internet e giornali hanno una grossa influenza sulla circolazione delle parole: «Dopo alcune campagne pubblicitarie ci chiedevano se era corretto utilizzare il plurale di latte e in effetti si può, se si intendono diverse qualità di latti. Altri ci hanno consultato sulla differenza fra immigrato o migrante» riprende Raffaella Setti. Il fatto è che la lingua è in continuo mutamento e l´uso comune finisce col modificare la grammatica: «Ormai si accetta «gli» al posto di loro o «lui», «lei» impiegati come soggetti» spiegano i linguisti. «Quello che ci preoccupa - dice Nicoletta Maraschio - è la tendenza ad abbandonare dell´uso corretto della nostra lingua. La semplificazione sintattica e lessicale rischiano di minare le fondamenta della nostra società e della cultura». LAURA MONTANARI Repubblica 18/1/2010 MA LA NOSTRA LINGUA NON E’ UN PADRE PADRONE LA SUA BELLEZZA E’ NELLA CONTINUA EVOLUZIONE- C´è qualcosa di persino commovente nell´ansia con cui una quota di parlanti, minoritaria ma cospicua, cerca risposte certe in merito alla nostra lingua nazionale. Esiste il verbo «perplimere»? «Q ual è» vuole l´apostrofo, non lo vuole mai, lo vuole soltanto quando è seguito da un sostantivo femminile («qual è il motivo», «qual´è la ragione»)? «Piuttosto che» è sinonimo di «oppure», o no? , quasi sempre, possibile dare una risposta certa: «perplimere» no, non esiste, almeno finora; «qual è» non vuole l´apostrofo in nessun caso; «piuttosto che» esprime una preferenza («preferisco un dessert piuttosto che un liquore») e non un´alternativa («mi va bene tutto: mi porti un dessert piuttosto che un liquore piuttosto che un piatto di formaggi piuttosto che della frutta... Scelga lei»). Ma tali risposte sono anche, quasi sempre, meno interessanti delle richieste che soddisfano: riportano a uno stato cristallizzato della lingua, mentre le domande ne testimoniano la continua erosione. Un linguista che sia un vero linguista, e non un burocrate della norma (sempre di per sé provvisoria, almeno in questa materia), sa che perplimere può diventare prima o poi un rispettabile lemma in un futuro dizionario; che l´infame apostrofo tra «qual» ed «è» può ricevere una sua legittimazione; che le grammatiche possono rassegnarsi all´uso ormai dominante del «piuttosto che». Un linguista non può minimamente legiferare, neppure in fatto di lingua, ma è al servizio di fenomeni spontanei che possono solo essere registrati e studiati. A legiferare è il parlante: quando è un singolo come il frate Antonino da Scasazza di Nino Frassica («concorso Cuore T´Oro»), non può altro che far ridere platee televisive; quando è un´intera categoria, può spostare intere montagne. Il fatto commovente è che, in assenza di autorità riconosciute in materia, quella larga minoranza prova nostalgia di un´istanza paterna nelle vicenda di una lingua che è appena riuscita, e a volte a stento, a essere madre. Chi ha sensibilità per la lingua spesso smarrisce il senso della di lei duttilità e mutevolezza: la desidererebbe strumento rigido, per sé e soprattutto per gli altri. Lo sportello dell´Accademia della Crusca è il luogo in cui si tenta di ragionare ed di far ragionare sulla differenza fra oggettive infrazioni alla lingua e violazioni della sensibilità stilistica soggettiva. Nelle risposte è spesso percepibile il sospiro con cui l´esperto dà torto a un richiedente di cui condivide quell´indignazione a cui però, in onesta coscienza professionale, non può dare supporto scientifico. La lingua italiana è certo bistrattata: ma le cause di tale maltrattamento non sono direttamente linguistiche bensì culturali. Se l´amore per la lingua dovesse discendere dal timore dell´infrazione e non dall´adesione a un´identità (se la lingua madre fosse scambiata, cioè, per un padre padrone) la lingua stessa non avrebbe nulla da guadagnarne. STEFANO BARTEZZAGHI Repubblica 18/1/2010 SCHEDA- Accademia della Crusca. Nasce il 25 gennaio 1583 Il primo vocabolario 1612 Che cos’è: è l’istituto che si occupa di studi e ricerche sulla lingua italiana Prima presidente donna: nel 2008 Nicoletta Maraschio Accedemici: 15 soci accademici italiani - 15 soci accademici stranieri Tra gli accademici: Roberto De Robertis, Francesco Sabatini,Cesare Segre, Angelo Stella, Tullio De Mauro, Rosanna Bettarini, Pioro Fiorelli, Gianluigi Beccaria, Luca Seriani.