Francesco Prisco, Il Sole-24 Ore 18/1/2010;, 18 gennaio 2010
IN UN’IMPRESA DI PULIZIA SEI EURO DI PAGA PER UN GIORNO
Domenica, ore 14.30, piazza Aldo Moro. Qualsiasi avventore, per quanto distratto, non potrà fare a meno di notare numerosi assembramenti di extracomunitari che discutono animatamente tra loro. Magrebini, centroafricani, ucraini, polacchi, albanesi. C’è chi alza la voce,chi fa fatica a mascherare il proprio nervosismo, chi ride e sembra non importarsene granché.
L’ampio slargo situato nel cuore del quartiere murattiano è dominato dalla stazione centrale delle Ferrovie dello Stato, la settima in Italia per flusso di passeggeri, a quest’ora poco frequentata dai baresi che di sicuro hanno di meglio da fare. A quest’ora, da queste parti, si consuma un rito antico quanto spregevole e disperato, a seconda dei punti di vista:c’è chi "vende" un lavoro occasionale, c’è chi è costretto a "comprarlo" perché non ha molte alternative; c’è chi sfrutta e chi non può fare altro che lasciarsi sfruttare. Il caporalato cittadino, fenomeno poco noto ma non per questo meno inquietante di quello che si consuma sempre in Puglia, nelle campagne dell’"oro rosso", gira tutto attorno a questa piazza. Funziona così: chi cerca lavoro (qualcosa come cento, centocinquanta persone ogni domenica) si riunisce in questa piazza, sulla base di un accordo tacito del quale sono a conoscenza tutti gli immigratipotenzialmente interessati a questa particolarissima offerta d’impiego. Ci si propone stringendosi attorno a due o tre uomini che dettano tempi, modi e soprattutto condizioni delle contesissime prestazioni lavorative in questione. Sono italiani, parlano in dialetto stretto e nelle tasche tengono almeno due telefoni cellulari che squillano continuamente. Sono loro a intrattenere rapporti con la "domanda", costituita da piccole aziende edili o di servizio (vedi alla voce imprese di pulizia), in alcuni casi (d’estate soprattutto) anche del comparto turistico. Aziende italianissime, beninteso, ma evidentemente prive di scrupoli. Ci sono posti disponibili per operaio in un cantiere edile. La paga è di 13 euro a giornata, di cui cinque vanno al "mediatore": prendere o lasciare. Le imprese di pulizia richiedono una minore specializzazione, quindi è molto se riesci a portare a casa dieci euro a giornata, di cui quattro da consegnare a chi ti ha procacciato l’impiego. In un albergo o in un ristorante puoi arrivare a una paga di 20 euro al giorno ma, inevitabilmente, si alza anche l’obolo che devi versare al caporale: siamo intorno ai sette euro. Non di sola cresta sui lavoratori irregolari sfruttati vivono quest’ultimi che percepiscono anche un " contributo una tantum" dall’imprenditore che si rivolge a loro per reclutare mano d’opera. In questo caso il "gettone" per la commessa può variare dai 50 ai 200 euro a seconda del numero degli addetti abusivi procacciati. Il caporale, dal canto suo, deve anche sostenere delle "spese vive": guai a esercitare una qualsiasi attività illegale, in una piazza più o meno importante del Sud, senza garantirsi mediante pagamento la protezione del clan direttamente responsabile del quartiere di riferimento. Ma alla fine si assicurerà un guadagno mensile che, quando va bene, può arrivare fino a cinquemila euro. Un reddito onorevole per la più disonorevole delle mercanzie.