Rossella Cadeo, Il Sole-24 Ore 18/1/2010;, 18 gennaio 2010
I GRANDI AMARCORD DELLA LIRA
La storia d’Italia passa anche dai prezzi. Non solo il costo del pane, della casa o dell’abbigliamento, possono dirci "come eravamo", ma anche quello degli eventi "indimenticabili" ha un ruolo di rilievo nell’amarcord della lira. Strumento basilare per questo viaggio nel tempo è la tabella con i coefficienti di rivalutazione monetaria, elaborata ogni anno dall’Istat (si veda sotto e anche www.istat.it). Sostanzialmente questi indici ci consentono di scoprire quanto peso hanno perso nel tempo i valori monetari. Ad esempio, consultando la tabella si scopre che per "fare" una lira dell’inizio del secolo scorso oggi ne occorrerebbero oltre 8mila (più di 4 euro), mentre appena cinquant’anni dopo ne basterebbero 33 (meno di 2 cent di euro). Analogamente, una coppia separata che nel 1980 si fosse accordata per un assegno di mantenimento di 100mila lire, oggi vedrebbe quell’importo quadruplicato (226 euro, ossia 436.750 lire vecchie lire).
Ma icoefficienti per l’aggiornamento delle somme degli anni passati – operazione effettuata in vari ambiti con l’obiettivo di recuperare, per determinati importi, la riduzione del potere d’acquisto per effettodell’inflazione nel tempo – consentono anche di attualizzare e confrontare fatti ed eventi rimasti negli annuari italiani.
Nel 1950, ad esempio, debuttano la Fiat 1400, l’Alfa Romeo berlina 1900 e la raffinata Aurelia della Lancia: il prezzo dell’indimenticabile protagonista del film «Il sorpasso» era di 1.830.000 lire, pari a 32mila euro 2009, all’incirca quanto una Delta 1800 turbo-jet, modello non paragonabile in quanto a prestazioni, tecnologia e minori consumi. Resta la necessità di una retribuzione di buon livello per ambire all’una sessant’anni fa e all’altra oggi (nel 1950, tanto per avere un’idea, un operaio prendeva intorno alle 25mila lire al mese, 433 euro di oggi, e un funzionario pubblico arrivava a 45mila, 780 euro del 2009).
Vent’anni dopo,nel 1970,debuttava in tv il Rischiatutto di Mike Bongiorno: 13 milioni fu la vincita totale della famosa Giuliana Longari. Oggi sarebbero 110mila euro, una cifra con la quale ci si potrebbe comprare un monolocale in periferia a Roma o Milano, mentre all’epoca del quiz ci si sarebbe potuti permettere lo stesso acquisto in centro. Se il mattone sale, il telefono scende: nello stesso anno entrava in funzione la teleselezione, ma per un’interurbana si spendevano fino a 240 lire, 2 euro di adesso, quando oggi con le tariffe flat si paga un fisso e si ha diritto a un traffico voce illimitato.
Interessante soffermarsi su alcune grandi spese del passato, come quelle che hanno interessato le Olimpiadi di Roma del 1960 o i Mondiali di Calcio del 1990. Per l’organizzazione dei Giochi si spesero 33 miliardi di lire, pari a 0,4 miliardi di euro 2009. Ben più salato il conto finale per le infrastrutture e gli stadi della Coppa del mondo, che lievitarono a 7.500 miliardi di lire: oggi sarebbero 6,7 miliardi di euro.
Cifre ancora contenute se si guarda al 1980, anno del terremoto dell’Irpinia. La prima stima dei danni parlava di 8mila miliardi di lire, ma nel 1989, nella relazione conclusiva stilata dalla commissione parlamentare d’inchiesta sugli interventi per la ricostruzione, la somma totale dei fondi stanziati dal governo raggiungeva i 50.620 miliardi di lire, equivalenti a 48 miliardi di euro attuali, una cifra corrispondente a quattro Finanziarie di media entità.