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 2010  gennaio 18 Lunedì calendario

NAPOLI, IL RIONE DEI FINTI PAZZI

Abitano tutti qui, tra questi vicoletti a ridosso della zona dei grandi alberghi a Napoli. Sono quattrocento, forse anche di più, tutti affetti da infermità mentale e titolari di un assegno o di una pensione di invalidità. E’ un numero che salta subito all’occhio, visto che il Pallonetto di Santa Lucia, un tempo roccaforte dei contrabbandieri di sigarette, ospita poco meno di diecimila abitanti. Giusto per fare un esempio, nel quartiere collinare del Vomero, che di residenti ne conta circa sei volte tanto, si registrano una quarantina di casi simili. Ecco perché la Procura sta esaminando attentamente tutti gli incartamenti riguardanti i titolari degli assegni.
Il sospetto di trovarsi di fronte a finti pazzi che intascano assegni veri è forte. Tutto è iniziato un mese fa, quando furono scoperti falsi ciechi, manco a farlo apposta tutti residenti nella zona dove oggi si concentrerebbero i malati di mente, guariti poi miracolosamente dalle manette delle forze dell’ordine. Lo scandalo dei finti ciechi portò all’individuazione di un’organizzazione in grado di assegnare una percentuale di invalidità anche a chi aveva la vista di una lince. L’iter prevede la presentazione di una domanda all’Inps corredata da un’idonea certificazione medica. Tale materiale viene esaminato da un’apposita commissione di verifica dell’Asl. Quest’ultima produce un verbale e lo invia al Comune che avvia la pratica.
Il passaggio finale è la comunicazione da parte del Comune di tutti i dati del richiedente all’Inps che effettua poi materialmente il pagamento. Il meccanismo della truffa era relativamente semplice: tutto il materiale da consegnare agli sportelli del Comune - certificati medici e verbali delle commissioni mediche - veniva contraffatto. E’ stato lo zelo di una funzionaria della Prima Municipalità di Napoli a far scoprire l’inganno. «Io e la dirigente abbiamo presentato denuncia - spiega Fabio Chiosi, presidente della Municipalità Chiaia-Posillipo - perché abbiamo riscontrato delle palesi irregolarità nelle domande. Abbiamo controllato i registri e ci siamo accorti che i numeri di protocollo non coincidevano».
Ma non è tutto. Alcune pratiche erano falsificate in maniera grossolana: la foto del non vedente modificata a penna, i numeri di raccomandata non riconducibili all’Asl emittente, i francobolli umettati e attaccati con la saliva e non con un’affrancatrice e poi le firme, dei finti ciechi, tutte lineari, senza nessuna esitazione e perfettamente dritte lungo il rigo prestampato dei moduli. «Ci sono indagini in corso, ma noi supponiamo che ci sia un vero e proprio ufficio parallelo in grado di preparare le pratiche falsificando dal primo all’ultimo atto», spiega Chiosi.
Durante le indagini sui finti ciechi, gli inquirenti si sono imbattuti nelle quattrocento pratiche sospette per la concessione di assegni di invalidità a malati di mente. Il sospetto degli inquirenti è ovviamente che il nuovo giro illegale veda coinvolti gli stessi responsabili della truffa venuta alla luce il mese scorso. Sulle scrivanie dei magistrati del pool «Mani pulite», coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Greco, sono riversate le carte fornite dal presidente della Municipalità dove è stata aperta un’indagine interna. «Se ci sono mele marce è bene scoprirle e isolarle - spiega Chiosi, unico presidente del centrodestra su dieci Municipalità nel capoluogo campano - Io minacciato? Ci sono indagini in corso, preferisco non rispondere. Posso dire che tutto quello che è accaduto dopo la nostra denuncia è a conoscenza dell’Arma dei carabinieri».