Varie, 18 gennaio 2010
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Senna Bruno
• San Paolo (Brasile) 15 ottobre 1983. Pilota di Formula Uno. Dal 2010 su Campos Meta. figlio di Viviane, sorella di Ayrton Senna, tre volte campione del mondo di F. 1, morto in un incidente nel corso del GP di San Marino il 1° maggio 1994, quando Bruno cominciava a muovere i primi passi nel mondo dei kart. Il padre morì un anno dopo in un incidente stradale a bordo di una Ducati e fu allora che la mamma Viviane proibì a Bruno di correre. Nel 2004 il ragazzo riuscì a vincere le paure materne e, con l’aiuto dell’amico Gerhard Berger, gli fu organizzato un test a Valencia per la neonata Formula BMW. Dopo alcune gare in quella categoria il pas saggio alla F.3, di cui disputò il campionato inglese nel 2005 a bordo di una Dallara F305. Nel 2007 l’ingresso nel mondo della GP2, chiudendo la stagione all’8° posto con una vittoria e tre podi. Sul finire del 2008, cercò di accasarsi alla Honda di F1 ma con la squadra in fallimento non ci riuscì. Allora cercò casa alla Toro Rosso senza successo • «[...] lo chiamano Bruno Senna anche se a dirla tutta e completa è Bruno Senna Lalli, con a chiudere il cognome del padre Flavio [...] D’altronde anche lo zio si faceva chiamare Ayrton Senna e si chiamava inve ce Da Silva, mentre Senna è molto più sonoro, un nome da fiume che in seguito sarebbe diventato il nome di un fumetto, di un martire moderno e di una leggenda. Di Bruno [...] lo zio Ayrton diceva: se pensate che io sia bravo, non avete mai visto guidare mio nipote. Che all’epoca aveva a stento dieci anni [...] Quando Ayrton morì, il primo maggio 1994 a Imola con una sospensione piantata nel casco, Bruno non ci volle credere: ”Lo consideravo immortale, non solo nel modo in cui i ragazzini considerano immortali gli adulti. In un senso più ampio” . Capì solo quando lo seppellirono a Morumbi, con il Brasile in fila. Non fu tanto quella fine, iniqua ma mai del tutto inattesa quando si parla di piloti, a chiudere la prima parte della vita da corsa di Bruno. Fu la perdita del marito l’anno successivo che convinse Viviane, sorella di Ayrton, a vietargli le gare. Il figlio aveva una sola vittoria nel curriculum, ma nella febbrile San Paolo e in tutto il Paese si parlava di lui come di un futuro campione del mondo. Una vittoria e stop, in pensione. Per otto anni Bruno Senna studiò e aiutò il nonno Milton a vendere auto. Cominciò a incupirsi, a non uscire più di casa. Un giorno Viviane gli chiese, disperata: ma che cosa credi di fare della tua vita, cos’è che vuoi? E Bruno scuotendosi rispose: ”Correre”. Viviane impallidì. Non me lo avevi mai detto, sibilò, ricacciando indietro il pianto. Ma sapeva di non avere scelta. Chiamò l’amico di famiglia Gerhard Berger. Procurarono a Bruno una macchina, un campionato: la Formula Bmw del 2004. Così ricominciò, e tutti pensavano fosse ormai troppo tardi. [...]» (Marco Evangelisti, ”Corriere dello Sport” 1/11/2009).