Elena Meli, Corriere della Sera 17/01/10, 17 gennaio 2010
In aeroporto lo psicologo è meglio del body scanner? (riassunto) - Secondo Mark G. Frank, psicologo comportamentale dell’università di Buffalo, all’aeroporto i potenziali terroristi e sabotatori si possono riconoscere attraverso una semplice osservazione psicologico-comportamentale
In aeroporto lo psicologo è meglio del body scanner? (riassunto) - Secondo Mark G. Frank, psicologo comportamentale dell’università di Buffalo, all’aeroporto i potenziali terroristi e sabotatori si possono riconoscere attraverso una semplice osservazione psicologico-comportamentale. Questa tesi è alla base della tecnica Spot (Screening of passengers by observation technique), messa a punto da studiosi israeliani: per individuare i malintenzionati, cinque o sei ”osservatori” tengono d’occhio le telecamere di sicurezza e avvicinano i tipi sospetti, iniziando a parlarci per captare eventuali atteggiamenti sospetti. Spot è sfruttato in 161 aeroporti statunitensi, e ha suscitato polemiche per una presunta invasione della privacy. Secondo Isabella Merzagora Betsos, docente di criminologia all’univeristà di Milano, «non bisogna aspettarsi troppo dai metodi di valutazione comportamentale: sono strumenti utili ma possono dare indicazioni, non certezze». In effetti, la tecnica non è perfetta: nel 2006, permise di fermare King Downing, nero, coordinatore nazionale dell’American Civil Liberties Union, ente di lotta contro l’uso razzista di questi metodi e ritenuto sospetto proprio perché nero. Si pensa già al futuro con la ”Future Attribute Screening Technology”, sistema in grado di rivelare chi ha intenzione di commettere qualcosa di disonesto in base alla temperatura del viso, ai movimenti dello sguardo e all’ampiezza delle pupille, oltre ai battiti di ciglia e a quelli cardiaci.