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 2010  gennaio 15 Venerdì calendario

ULTIMISSIME DALLA PROCURA DI PALERMO - ”L’IMPERO FININVEST FACEVA GOLA ALLA MAFIA E DELL’UTRI ERA IL TRAMITE CON MILANO DEGLI IMPRENDITORI COLLUSI” – INGROIA

& C. VOGLIONO IL FIGLIO DELL’EX SINDACO IN AULA – IL SENATORE PDL ”RINGRAZIA” PADELLARO: ”GRAZIE AL ”FATTO’ CHE HA SCOPERTO CHE C’ERA UN PROCESSO A MIO CARICO GI NEL ”92. EROI COME MANGANO”…
1 - L’IMPERO FININVEST FACEVA GOLA ALLA MAFIA...
Riccardo Arena per La Stampa.it
Massimo Ciancimino torna in Procura e alla fine del suo interrogatorio (secretato), i magistrati sono sempre più dell’idea di far chiedere la sua audizione nel processo Dell’Utri.

Massimo Ciancimino Perché ieri il figlio dell’ex sindaco mafioso è stato ascoltato ancora sui presunti rapporti diretti tra il senatore del Pdl e Bernardo Provenzano (definiti «follia» dal politico), ma anche sulle presunte relazioni pericolose che, negli anni ’80, ci sarebbero state tra Silvio Berlusconi e il suo gruppo e alcuni imprenditori palermitani più che in odor di mafia.

La decisione non è ancora presa e oggi il pg Antonino Gatto non depositerà, all’udienza in Corte d’appello, i verbali del superteste, che i colleghi della Procura hanno invece prodotto nel processo Mori.

La fretta è cattiva consigliera, osservano nell’ufficio diretto da Francesco Messineo. Perché i giudici avevano già detto di no a Ciancimino jr, giudicando vaghe, generiche e contraddittorie le sue dichiarazioni. Al figlio di don Vito Ciancimino, sentito ieri per quattro ore, i pm Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e Paolo Guido hanno mostrato appunti del padre. Fra questi uno ritenuto molto significativo: «Buscemi=Berlusconi».

Antonino Buscemi è un costruttore morto da alcuni anni, dopo essere stato condannato all’ergastolo per un omicidio in cui avrebbe avuto un ruolo diretto. fratello del boss di Passo di Rigano, Salvatore Buscemi, che sta scontando a sua volta la massima pena, e fu socio di un altro costruttore, Franco Bonura, che la scorsa notte è stato condannato a 29 anni per mafia ed estorsioni.

Il significato del «pizzino» di don Vito, nella traduzione che ne dà il figlio, sarebbe che capitali di «Nino» Buscemi e di Bonura, che avevano insieme la società Lurano, sarebbero confluiti in aziende del Nord, collegate al gruppo Fininvest. Buscemi, tra l’altro, aveva già fatto scalate ed esperienze analoghe: sono già stati accertati, nel processo cosiddetto del «tavolino», i suoi rapporti col gruppo Ferruzzi-Gardini e il manager della Calcestruzzi, Lorenzo Panzavolta, ha rimediato una condanna oggi definitiva.

L’imprenditore di Passo di Rigano, ha spiegato ieri Massimo Ciancimino, era dunque l’uomo che proiettava Totò Riina nel panorama delle grandi imprese e l’annotazione di suo padre, per quello che gli avrebbe spiegato lo stesso ex sindaco, si riferiva a una ulteriore proiezione mafio-imprenditoriale del gruppo Buscemi. Stavolta verso la Fininvest.

E con la garanzia di Marcello Dell’Utri. Don Vito, che scriveva di tutto, annotava e consegnava al figlio gli appunti dai quali avrebbe voluto ricavare un libro da realizzare a quattro mani proprio con Massimo, dal titolo «Perché?». Un modo per spiegare, sotto forma di dialogo tra padre e figlio, tanti misteri, fra cui ci sono soprattutto quelli della trattativa fra mafia e Stato, risalente al periodo delle stragi del ’92.

Lì Ciancimino jr ebbe un ruolo attivo. Mentre nelle altre vicende è stato spettatore o postino degli scambi di missive e pizzini tra il padre e «Binu» Provenzano. Così sarebbe avvenuto l’11 settembre del 2001, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, quando nel carteggio tra l’ex sindaco e il superlatitante si parlava di amnistia e di soluzioni da «spingere» per alleviare la «sofferenza» di Vito Ciancimino, condannato e in espiazione di pena.

In quel biglietto - la cui autenticità è al vaglio della scientifica - si faceva riferimento a soluzioni che a Provenzano sarebbero state illustrate «dal nostro Sen». Che altri non sarebbe che Dell’Utri, ha detto Ciancimino jr: il politico e il boss cioè si sarebbero incontrati e avrebbero avuto rapporti diretti. In un altro passaggio dei suoi verbali il figlio dell’ex sindaco dice che «sicuramente il Dell’Utri ha gestito soldi che appartenevano sia al boss Stefano Bontade che a persone a loro legate».

E da cosa le risulta?, gli avevano chiesto. Negli atti depositati la risposta era coperta da un lungo omissis. Ieri il superteste è stato chiamato proprio a riempire ancora questo omissis.

DELL’UTRI: IL ’FATTO QUOTIDIANO’ POTREBBE DIVENTARE IL MIO NUOVO EROE
(Adnkronos) - "Il ’Fatto quotidiano’ potrebbe diventare il mio nuovo eroe... proprio come lo era Vittorio Mangano per me...". Lo ha detto, sorridendo, il senatore Marcello Dell’Utri (Pdl) in una pausa del processo d’appello che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Proprio oggi la difesa Dell’Utri ha chiesto alla Corte d’Appello l’acquisizione di una video intervista al giudice Paolo Borsellino, allegata tempo fa al ’Fatto Quotidiano’ di Antonio Padellaro. Secondo i legali, dall’intervista video emergerebbe che gia’ nel maggio ’92 Dell’Utri, ma anche Berlusconi e Vittorio Mangano, "erano sotto inchiesta".

Oggi hanno chiesto alla corte di accertare che fine "ha fatto quel procedimento. Se c’era gia’ una istruzione formale chiediamo l’interruzione immediata del processo". "Se riusciamo a dimostrarlo, grazie a il ’Fatto quotidiano’ - ha continuato dell’Utri - non posso che pensare che questo giornale e’ un eroe...".

3 - PG GATTO A DIFESA DELL’UTRI: NON ESISTONO PROCESSI SEGRETI...
(Adnkronos) - "Ancora nel nostro ordinamento i processi segreti non esistono, se c’e’ stato un procedimento a carico di Dell’Utri gia’ nel ’92 ci sara’ una traccia nell’apposito registro".

Con queste parole, il pg di Palermo Antonino Gatto replica alla difesa del senatore Marcello Dell’Utri che nell’udienza di oggi chiede alla corte d’Appello di acquisire una video intervista al giudice Paolo Borsellino "dalla quale si desume -spiegano il legali- che gia’ nel maggio ’92 c’era un provvedimento a carico di Dell’Utri, Berlusconi e Vittorio Mangano. Se fosse cosi’ bisogna immediatamente bloccare il processo".

E parlando della richiesta della difesa alla Corte d’Appello di accertare se effettivamente esistesse un procedimento sul Dell’Utri, Gatto ha detto: "Perche’ non vi siete rivolti alla cancelleria? Non vedo perche’ la corte si debba scomodare per un’esigenza che e’ della difesa". Sull’acquisizione della video intervista di Borsellino il pg Gatto ha chiesto un termine "per visionarla" e poi prendere una decisione.

4 - DELL’UTRI: SOGNO CHE MI SUCCEDA QUELLO CHE E’ ACCADUTO A MANNINO...
(Adnkronos) - "Sogno che accada a me quello che e’ successo ieri al senatore Mannino". Lo ha detto Marcello Dell’Utri (Pdl) parlando, dal tribunale di Palermo dove e’ in corso il suo processo per mafia, dell’assoluzione definitiva di Calogero Mannino, dopo 17 anni tra indagini e processo. "Io ormai la mia pena l’ho scontata, dopo 14 anni tra processo e inchiesta. Proprio come ha fatto Mannino".

[15-01-2010]