Walter Galbiati e Emilio Randacio, La Repubblica 15/1/2010, 15 gennaio 2010
Parmalat, le nuove accuse di Tonna "Così pagavamo il silenzio di Bofa". MILANO - Pagavamo commissioni aggiuntive a Bank of America «per il silenzio sui falsi»
Parmalat, le nuove accuse di Tonna "Così pagavamo il silenzio di Bofa". MILANO - Pagavamo commissioni aggiuntive a Bank of America «per il silenzio sui falsi». A parlare è Fausto Tonna l´ex direttore finanziario di Parmalat in un interrogatorio reso il primo dicembre 2009 al sostituto procuratore di Parma, Lucia Russo. Ed è un nuovo capitolo di accuse nei confronti del colosso del credito statunitense, già scagionato dall´accusa di aggiotaggio nel processo milanese. Eppure le nuove dichiarazioni di Tonna spiegano come la banca lucrava commissioni occulte nel collocamento di prestiti presso gli investitori istituzionali e come contribuiva a falsificare le risposte alle domande rivolte dai gestori dei fondi di investimento al management di Parmalat e alla banca stessa. Il meccanismo era semplice e riguardava la controllata irlandese di Parmalat, Eurofood. Questo veicolo provvedeva ad emettere dei titoli di debito (notes), i quali non venivano collocati direttamente presso gli investitori, ma, secondo Tonna, per volontà di Bank of America venivano sottoscritti da un Trust. «Poi - spiega Tonna - avveniva il successivo collocamento di certificati di pari valore nozionale presso gli investitori istituzionali con tassi corrisposti a questi ultimi inferiori a quelli corrisposti da Eurofood al Trust». Ed è proprio su questa differenza tra i tassi pagati da Parmalat attraverso Eurofood al Trust e quelli inferiori corrisposti ai risparmiatori avrebbe lucrato Bank of America. «Questo margine differenziale che in teoria era asservito al pagamento delle spese dei trust stessi in realtà garantiva a Bofa un ulteriore guadagno». Tonna torna poi sulle sue dichiarazioni precedenti per meglio precisare il rapporto con la banca Usa (e i soldi versati ai suoi rappresentanti), che a suo dire gli è più chiaro ora che in passato in quanto ha potuto visionare l´intera documentazione. «Ho sempre ritenuto - ha precisato Tonna al pm di Parma - di corrispondere a Bofa e non a Luca Sala (manager di Bank of America) somme di denaro aggiuntive rispetto al dovuto. Sala mi aveva detto che per fare certe operazioni o per mantenere il silenzio sui falsi in bilancio, Bofa pretendeva una remunerazione aggiuntiva». E Tonna cita anche un versamento specifico, quello alla banca svizzera Gkb di 3,75 milioni di dollari a seguito dell´operazione sulle partecipazioni di minoranza della controllata brasiliana di Parmalat, curata da Bofa. «Oggi posso senz´altro precisare quanto già riferito nel corso dell´interrogatorio del 15 aprile 2009, laddove dichiaravo che la commissione pagata a Gkb era fuori da ogni accordo contrattuale ed era esclusivamente finalizzata a remunerare il silenzio della banca in ordine a quanto alla dalla stessa conosciuto sulle effettive condizioni finanziarie del gruppo Parmalat».