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 2010  gennaio 15 Venerdì calendario

Ucraina, la rivoluzione dimenticata. KIEV - Sarà la nebbia, ma l´arancione sembra sparito dalle strade di Kiev

Ucraina, la rivoluzione dimenticata. KIEV - Sarà la nebbia, ma l´arancione sembra sparito dalle strade di Kiev. Sulla Majdan Nezalezhnosti, la piazza che vide le feste e le bandiere della rivoluzione del 2004, adesso domina il viola di un cioccolato svizzero che ha sponsorizzato le bancarelle del Natale ortodosso. A tre giorni dalle elezioni presidenziali qualche traccia, sbiadita, del colore della rivoluzione resta appena sullo sfondo dei manifesti del presidente Viktor Yushenko che augura buon anno, promette di costruire migliaia di chilometri di autostrade, e ha un sorriso spento di chi ha smesso di crederci. L´uomo che nel novembre del 2004 scatenò una clamorosa protesta popolare costringendo il governo ad annullare l´esito di un voto palesemente truccato, sembra già tagliato fuori dalla corsa. I sondaggi gli danno meno del 5% nelle preferenze. Un mito distrutto in quattro anni di fallimenti in materia economica, di litigate astiose tra i protagonisti della rivoluzione, ma soprattutto dalla lenta, inesorabile, vendetta del Cremlino che sembra ormai a un passo da restituire con gli interessi lo sgarbo subito. Non a caso le agenzie demoscopiche danno almeno il 30% a Viktor Yanukovich, il grigio burocrate filo russo, entusiastico sostenitore del partito di Putin "Russia Unita" che quattro anni fa aveva beneficiato dei brogli, aveva vinto le elezioni e si sarebbe insediato alla presidenza se la protesta non lo avesse travolto costringendolo a rinviare l´appuntamento. Gli esperti dicono che, alla fine, Yanukovich appare più rassicurante agli ucraini e soprattutto garantirebbe la fine delle pressioni che Mosca continua a fare su Kiev chiudendo e aprendo quando le pare i rubinetti delle forniture di gas. In ogni caso, per assaporare la rivincita Yanukovich dovrà probabilmente aspettare il ballottaggio del 7 febbraio. La sua sfidante, ultimo baluardo di quello che fu il fronte arancione, sarà l´attuale premier Yiulia Tymoshenko, accreditata del 20%. La sua treccia bionda campeggia sui manifesti senza alcun riferimento alle gesta dei giorni che crearono il mito. Lo slogan è freddino: «L´Ucraina sei tu». Il resto della campagna gioca sul fascino personale di quella che fu pure votata come la leader politica più sexy del mondo e che nelle foto sorride accanto a un cuoricino stilizzato, simbolo del suo schieramento. Il suo staff è convinto di agganciare Yanukovich al primo turno e di batterlo dopo, grazie alle convergenze degli altri sedici candidati. Ma anche la bellissima Yiulia ha perso punti nel cuore della gente. Un governo tentennante su tutto, dall´adesione nella Nato alla politica verso la Ue, e avvolto da una sapiente politica del premier russo Vladimir Putin abilissimo nel negarle vantaggi economici ma nel manifestare ad ogni occasione un´eccessiva simpatia personale. Risultato: a molti la Tymoshenko sembra più russofila di quello che è, mentre ad altri sembra incapace di trattare con il prepotente vicino. Pur di costruirsi una fama di leader pragmatica ed efficiente, Yiulia ha praticamente rinnegato l´esperienza della rivoluzione arancione, quando incantava i giornalisti di tutto il mondo infilando garofani nelle canne dei fucili della milizia schierata a protezione dell´ufficio di presidenza. Una scelta che per i sondaggi non paga. Proprio per questo nelle ultime ore la signora si è lasciata tentare da un ennesimo ricorso alla protesta popolare. Ha cominciato a denunciare brogli in atto da parte del partito di Yanukovich, ad alludere a possibili nuove rivolte «davanti a nuove ingiustizie». Ma intanto dalle parti della piazza della rivoluzione, bandiere non ce n´è più.