A.O., Novella 2000, n. 49, 03/12/2009, p. 42, 3 dicembre 2009
Diana Jenkins. Moglie di Roger Jenkins, ex n.1 di Barclays Bank. Giovane bosniaca, scappa dalla guerra, approda a Londra senza parlare inglese (lingua superflua per fare la donna delle pulizie), si nutre di Toblerone e un bel giorno nel 1999, in una palestra del centro, incrocia lo sguardo di quell’uomo destinato a diventare uno dei più ricchi banchieri della City e a innamorarsi di lei
Diana Jenkins. Moglie di Roger Jenkins, ex n.1 di Barclays Bank. Giovane bosniaca, scappa dalla guerra, approda a Londra senza parlare inglese (lingua superflua per fare la donna delle pulizie), si nutre di Toblerone e un bel giorno nel 1999, in una palestra del centro, incrocia lo sguardo di quell’uomo destinato a diventare uno dei più ricchi banchieri della City e a innamorarsi di lei. *** Si è trasferita negli Stati Uniti. In un’intervista al mensile Tatler ha rivelato che lei, in realtà, si chiama Sanela: Diana è un nome che si era scelta per lasciarsi alle spalle il passato. «Sanela era un nome troppo intimo per poter essere usato nelle situazioni formali dell’alta società. Me ne sono andata da Londra perché là sono un branco di snob. Le mogli del bel mondo mi hanno trattato come fossi inutile, vuota, perfino sporca. Come una ragazza dell’Est che mio marito ha scelto da catalogo. Le signore della classe dirigente british parlano solo con chi porta al dito un anello di diamanti. Perciò il mio adorabile marito me ne ha comprato uno, anche se rattristato per come mi trattavano. Molte volte, durante quei ritrovi classisti, mi guardavo intorno chiedendomi che diavolo ci facessi lì, e perché non fossi a casa mia, in pigiama, a mangiarmi una pizza con i miei due figli».