Novella 2000, n. 48, 26/11/2009, p. 32, 26 novembre 2009
L’incredibile storia di Gabriele. Il trans e la nonna Determinato a raccontare ai conviventi gli aspetti più importanti della sua vita, il trans Gabriele, nato Elettra a Roma 38 anni fa, ha rivelato vicende personali che rendono la sua esistenza simile a un romanzo, e lo ha fatto in modo diretto, radunando i concorrenti per raccontare a se stesso
L’incredibile storia di Gabriele. Il trans e la nonna Determinato a raccontare ai conviventi gli aspetti più importanti della sua vita, il trans Gabriele, nato Elettra a Roma 38 anni fa, ha rivelato vicende personali che rendono la sua esistenza simile a un romanzo, e lo ha fatto in modo diretto, radunando i concorrenti per raccontare a se stesso. «La cosa che mi distingue da voi è che io sono nato in un corpo di donna», ha esordito, spiegando come fin da piccolo il fatto di essere biologicamente femmina lo faceva sentire «murato vivo» in un corpo che non gli apparteneva. Con il tempo ha preso la decisione coraggiosa di trasformarlo, assumendo testosterone ogni quindici giorni, per sovrapporre gli ormoni maschili a quelli femminili. Come è noto, ha deciso di diventare transessuale due anni fa, facendo sia asportare il seno, ed è a metà del percorso che lo renderà uomo a tutti gli effetti, anche se, come detto ai compagni, «non ho cambiato sesso, mi sono riappropriato di me». Basterebbe questa avventura a rendere la sua vita speciale. Ma Gabriele ha dovuto affrontare anche altre prove. «Mia madre andò a una festa e rimase incinta senza sapere chi fosse mio padre», ha raccontato. Abbandonato dai genitori, Gabriele è cresciuto con la nonna materna, Emilia, che soffriva di sdoppiamento della personalità ed era alcolizzata. Vivere con lei non era facile. «Mentre gli altri bambini giocavano, io leggevo cose che si leggevano al liceo, tipo l’Iliade». A causa dei suoi disturbi, Emilia alternava momenti di normalità ad altri di violenza insensata: Gabriele-Elttra si ritrovava così massacrato di botte senza altra colpa se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Il giorno in cui compì diciotto anni, dopo l’ultimo schiaffo, Gabriele la lasciò e andò a Milano, dal nonno, e poi in America. Per la donna fu un colpo: Emilia cominciò a vivere per strada. Fu la troupe di Chi l’ha visto?, che conferma la vicenda, a occuparsi di lei risalendo alla sua identità: Emilia, dispersa, era morta da quattro mesi, il corpo carbonizzato da un incendio provocato da una sigaretta, la mente ottenebrata da alcol e psicofarmaci.