L. Farnese, Novella 2000, n. 48, 26/11/2009, pp. 26-27, 26 novembre 2009
Molti vip hanno casa nella zona di via Gradoli. Elisabetta Gardini, per esempio. Sì, proprio lei che tre anni fa, si accapigliava con Vladimir Luxuria sui requisiti minimi per usufruire del bagno femminile a Montecitorio, affaccia sulla via Due ponti di Brendona
Molti vip hanno casa nella zona di via Gradoli. Elisabetta Gardini, per esempio. Sì, proprio lei che tre anni fa, si accapigliava con Vladimir Luxuria sui requisiti minimi per usufruire del bagno femminile a Montecitorio, affaccia sulla via Due ponti di Brendona. Però al bagno del bar di quartiere, ci va. «Ci sono le chiavi, è pulito», dice. «Qualche abitante si lamenta che gli si è svalutato l’immobile. Io loro le vedo al supermercato. Ai tempi di Una donna per amico, mi fermavano per i complimenti». Qualche problemino, solo dal parrucchiere. «Dal mio, le trans non sono ammesse. Sarebbe poco gradevole la promiscuità in un luogo di cure estetiche. Almeno i ginecei, che ce li lascino». «Il testosterone non si attacca mica», insorge l’attrice Michela Andreozzi, che viveva in una mansarda di via Gradoli. «Allora, Doloresi mi accudiva. Mi portava pane e latte se stavo male. La sua spesa era surreale: calze a rete e lamette da barba. In una sera di schiamazzi almodovariani, mi chiese perfino come fosse avere il ciclo mestruale». Nessun pregiudizio, quindi. «Due miei fidanzati mi hanno confessato di aver ricevuto servigi trans e non mi ha fatto effetto». Di tutt’altro avviso un’altra inquilina eccellente della Cassia, Elena Sofia Ricci. «Ci vivo tutti i giorni insieme e una delle mie più care amiche è trans, ma noi donne abbiamo perso molti punti se i nostri uomini si costruiscono situazioni così. Basta però col voyerismo. Non si gioca con la sofferenza di una famiglia». Hoara Borselli è mamma da due mesi e dista pochi metri dallo scantinato di Natalì. Ma non è scossa. «Sono scappata da via Cortina d’Ampezzo, una via chic, per i furti. Qui, passeggio tranquilla. Le trans mi aiutano a salire gli scalini con la carrozzina». Giobbe Covatta è in via Sinisi, nell’altro epicentro, Largo Sperlonga: «A parte un certo imbarazzo quando prendo il taxi e il tassista potrebbe scambiarmi per un cliente non solo suo, o quando vado a fare la spesa e la mia bimba mi fa, puntando il dito al donnone: ”Papà, perché quella signora ha la barba?”, è comodo abitare qui. Ci sono i servizi. Se ti scappa un rapporto sessuale d’urgenza, basta scendere». Ride: «Mai dire mai».