R. Lacala, Novella 2000, n. 47, 19/11/2009, pp. 22-23, 19 novembre 2009
Dynasty italiane. Doria, Etro, Berger: ricchi bisticci Quanto sono belle le famiglie italiane. Soprattutto quelle ricche e/o blasonate che si dibattono fra faide, tradimenti coniugali, figli segreti, ripudi, eredità contese
Dynasty italiane. Doria, Etro, Berger: ricchi bisticci Quanto sono belle le famiglie italiane. Soprattutto quelle ricche e/o blasonate che si dibattono fra faide, tradimenti coniugali, figli segreti, ripudi, eredità contese. L’ultimo bisticcio vede protagonisti Joelle Brown e lo stilista Gerolamo Etro. Lei, canadese, vuole essere riconosciuta da Etro che l’avrebbe concepita nell’estate 1964 con la bella Frances Brown. Joelle conosce la verità dall’età di nove anni, ma fino al gennaio 2007 non ha pensato a entrare in famiglia, accontentandosi di ricevere da papà Gemmo circa 50mila euro, richiesti e concessi in due momenti di difficoltà economica. Il 19 novembre gli avvocati si incontreranno in Tribunale, a Milano, per quello9 che si profila un processo tempestoso. Anche in casa Doria Pamphilj c’è scompiglio. A contendersi un patrimonio inestimabile – da Palazzo Doria a Roma, con i suoi 100 appartamenti e 50 negozi affittati, fino a una collezione d’arte in cui spiccano Tiziano, Caravaggio, Velàzquez – sono i fratelli-coltelli Gesine e Jonathan Doria Pamphilj. I due, orfani e non consanguinei, sono stati adottati a Londra dalla principessa Orietta Doria Pamphilj e dal marito Frank Pogson. Tutto sarebbe andato liscio se Jonathan, gay e sposato a Londra al brasiliano Nelson Edeno Braga, non avesse deciso di avere due figli, una femminuccia e un maschietto, nati con fecondazioni in vitro e uteri in affitto. Dunque, i bambini Emily e Filippo Andrea, pur avendo due ”madri” a testa, sarebbero figli di nessuno. Almeno così sostiene Gesine che si è rivolta alla giustizia italiana per ”tutelare” ereditariamente le quattro figlie che ha avuto dal marito Massimiliano Floridi e, di conseguenza, i nipotini. Eredità e parenti ”imprevisti” sono anche al centro della vicenda nota come la saga Caracciolo-Revelli, che vede da un lato, Jacaranda Falk Caracciolo, dall’altro Carlo Edoardo e Margherita Revelli. Il tesoro lasciato dal principe-editore Carlo Caracciolo si aggira sui 100 milioni di euro destinati, in origine, alla sola Jacaranda. Sennonché, un mese dopo la morte di Carlo, avvenuta nel dicembre 2008, i Revelli richiedono il disconoscimento di paternità da Carlo Revelli per essere riconosciuti figli di Caracciolo, nati da una sua liaison con la loro madre Maria Luisa Bernardini. Ci sono poi storie di padri contro figli. Tommaso Berger, l’inventore del caffè Hag (e di altri prodotti geniali, come il Chupa Chups), nella sua autobiografia Onora il padre (Marsilio) ha accusato ingiustamente il figlio Roberto (che, nel 1983, ha sposato Loredana Bertè, «praticamente, due giorni di matrimonio», ha poi detto lei) di averlo espropriato, insieme alle altre due figlie Roberta e Donata, di ogni bene. Invece, come racconta Filippo Astone in Affari di famiglia (longanesi), Bernardo Caprotti, alias mister Esselunga, ha allontanato il figlio Giuseppe dall’azienda. Nonostante fosse riconosciuto un abile manager.