Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  novembre 19 Giovedì calendario

Matteo Cambi. I suoi beni sono stati valutati dal curatore fallimentare Gino Capelli per la messa all’asta che dovrebbe ripianare gli ammanchi del gruppo Jam Session, di cui faceva parte la Margherita

Matteo Cambi. I suoi beni sono stati valutati dal curatore fallimentare Gino Capelli per la messa all’asta che dovrebbe ripianare gli ammanchi del gruppo Jam Session, di cui faceva parte la Margherita. Tutte proprietà di Matteo Cambi, quindi, ma anche di chi deteneva la società al 60 per cento; la madre Simona Vecchi e il suo compagno Gian Luca Maruccio De Marco, amministratore di fatto, l’uomo che ha cresciuto Matteo da quando è rimasto orfano di padre, a cinque anni. A De Marco apparteneva per esempio la collezione di 178 orologi che andrà all’incanto, ma solo in parte e a prezzi stracciati. Ci sono, per esempio, un Cartier Tonneau in oro rosa da donna valutato 7.500 euro e un Rolex Oyster del 1970 da 1.100 euro. Fra i gioielli di famiglia, gli orecchini Louis Vuitton in oro bianco e diamantina 1.500 euro non farebbero certo perdere la testa a uno sceicco. D’altra parte, nella primavera del 2008, mentre la società si avvia al fallimento, la procura parla di un ”comportamento spregiudicato degli indagati fino a poche ore dall’arresto”. E i giornali locali aggiungono: ”In questo senso, le ultime prodezze sono state compiute il primo maggio, quando la sede principale di Guru di Via Mercalli è stata svuotata di tutto ciò che poteva essere trasportato. Pareti decorate comprese” (L’Informazione di Parma, 27 agosto 2008). Ma ci sarebbe voluto un miracolo per fare piazza pulita in tutte le case di famiglia. All’asta andrà la villa di viale Campanini, a Parma, dove i tre hanno scontato gli arresti domiciliari: tre piani per 732 metri quadrati con otto camere, cinque bagni, due soggiorni e una taverna da 96 metri quadrati per un valore di 2, 8 milioni di euro. Secondo per valutazione nei confini di Parma (1, 72 milioni di euro), il mega appartamento di palazzo Carmi, in via Farini, dove viveva Matteo: 605 metri quadrati leggendari per il sotto tetto con stanza benessere e camera da letto con vasca grande come una piscina con funzione idromassaggio sempre accesa per un effetto relax che a Matteo, per la verità, dava un po’ sui nervi, come confidò a un giornalista della trasmissione Annozero. Ma la villa regina è in Versilia, a Forte dei Marmi, una meraviglia su due piani a un chilometro dal mare: 2.930 metri quadrati di giardino e quasi mille metri quadrati di lusso con cinque bagni, sei camere da letto, due stanze disimpegno e via dicendo per un totale di 3,8 milioni tondi. E si continua: sempre a Parma, oltre all’”Albergo Moderno” in piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa (5 milioni di euro), la lista degli immobili intestati alla famiglia di Matteo comprende un appartamento in Via Pelicani (155 mila euro), alcuni in via Mantova (180 mila euro), uno in borgo Onorato (75 mila euro), un paio in borgo Scoffone (260 mila euro). Un elenco non esaustivo, anche considerato che 145 mila euro qui e 815 là verranno racimolati grazie a immobili di una società in mano a Maruccio De Marco. E che non sono comprese alcune abitazioni fuori dai confini parmensi; di queste, a Reggio Emilia si calcolano 300 mila euro, a Carpi circa 560 mila euro e a Pietrasanta, in provincia di Lucca, c’è un’altra casa che non è stata ancora valutata. Pazzesco. Pazzesco che tutto questo venga racimolato dal 1999, quando Matteo, a 22 anni, inventa il marchio della Margherita, al 2007, che lo vede presidente di una società con un giro d’affari di circa 100 milioni di euro. Anche se la realtà, già nel 2006, è un po’ diversa; mentre Ylenia lo aspetta a casa e lui è sempre più impegnato in una compulsiva collezione primavera-estate di fanciulle in fiore (Mascia Ferri, Eleonora Benfatto, Arianna Marchetti, Fernanda Lessa, Elisabetta Gregoraci, Vera Pisu, Flavia Vento, Stefania Orlando, Silvia Costantini,…) Jam Session ha già un buco da 11 milioni. Ma sia Matteo che i genitori continuano pacifici a taroccare conti e bilanci fino all’ultimo. Non solo: dal libro paga di Jam Session risulta che Fabrizio Corona prendeva 20 mila euro al mese come procacciatore di artisti, testimonial e fotografi pronti a esultare a ogni taglio di nastro dei negozi Guru, mentre Lele Mora veniva pagato 3,3 milioni di euro per far indossare magliette a calciatori, veline, cantanti, tronisti e compagnia. Poi c’era un debito di 638 mila euro con Flavio Briatore, alla faccia di chi pensa che i Vip abbiano accesso free ai generi di conforto imprescindibili per folleggiare al ”Billionaire”. Sempre a Briatore spettavano quasi cinque milioni di euro per la sponsorizzazione in F1. E niente sconti come ringraziamento per avergli presentato la signorina Gregoraci, oggi moglie che tra poco lo renderà padre. Da notare che, all’epoca, era Matteo il fidanzato di Elisabetta. E da notare che Briatore sarà uno dei primi a battere cassa dopo il crack di Jam Session. Ah, gli amici.