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 2010  gennaio 13 Mercoledì calendario

Ingegneria verde, cybersicurezza, nuovi media, sostenibilità urbana. Ecco i master che garantiranno il successo nel mondo che verrà Per ripartire dopo la crisi, i paesi di tutto il mondo riaccendono i motori delle università

Ingegneria verde, cybersicurezza, nuovi media, sostenibilità urbana. Ecco i master che garantiranno il successo nel mondo che verrà Per ripartire dopo la crisi, i paesi di tutto il mondo riaccendono i motori delle università. da qui che ci si sforza di leggere le tracce del presente per estrapolare il futuro che sarà. Poi si offrono le proprie previsioni sotto forma di corsi di studio e di professioni innovative: esperti in nuovi mezzi di trasporto, energia verde, ingegneria sostenibile, sicurezza sia interna contro il terrorismo che informatica. E i giovani che sono pronti a popolare le aule di college e atenei, soprattutto in Usa, Francia e nord Europa vengono visti oggi come le ruote motrici capaci di sbloccare l´intero paese e portarlo al di là del pantano. Ai "dieci master del nuovo universo" dedica il suo supplemento sull´educazione il New York Times: un tentativo di leggere come sarà il mondo dopo la crisi attraverso la risposta che gli atenei stanno dando alle carenze formative di oggi. Sarà per lo sforzo di leggere i tempi che corrono andando oltre la superficie. O per la flessibilità di un sistema in grado di articolare le risposte anche durante la crisi più profonda. La semplice esperienza di scorrere l´elenco dell´offerta formativa delle università americane dà modo di scorgere oggi quale sarà la mappa del mondo di domani. Mondo del lavoro, ma non solo. Perché le parole chiave che emergono con prepotenza nei curriculum di studio sono le stesse che ci circondano in ogni ambito della società. Ambiente, prima di tutto, declinato in ogni sua accezione. Sicurezza, che non vuol dire solo guerra ma anche intelligence, conoscenza del nemico (dell´altro in generale) e difesa dei sistemi informatici. E salute, specialmente a livello pubblico, con un sistema che l´amministrazione Obama ha iniziato a rivoluzionare e un processo di invecchiamento della popolazione che procede a ritmo costante, permettendo paradossalmente a questo settore di navigare con pochi scossoni attraverso la crisi finanziaria. Se tradizionali rimangono i corsi di laurea per gli studenti di diciott´anni, lo skyline diventa mutevole più avanti: al livello dei master (equivalenti alla nostra laurea specialistica o magistrale) e della formazione più avanzata. a questo punto della sua formazione che un ragazzo cerca il compromesso con il mondo del lavoro e inizia a calcolare il suo stipendio futuro. Ed è anche tra gli adulti che il concetto di formazione permanente - già perfettamente integrato negli atenei americani - cerca di fare presa. Anche perché, frutto inaspettato della crisi, il boom della disoccupazione ha liberato tempo ed energie di quella fetta di ex lavoratori disposti a passare da un´aula universitaria per rilanciarsi nella professione. «C´è uno scarto tra il sistema formativo degli Usa e quello italiano su cui vale la pena soffermarsi» ragiona Andrea Cammelli, che all´università di Bologna insegna statistica sociale ma che da Almalaurea - il consorzio da lui fondato e diretto - riesce anche ad avere uno sguardo globale sul panorama italiano. «L´offerta formativa, dopo gli squilibri degli anni scorsi, si sta assestando. Non è più quello il problema. Piuttosto, da noi i master sono ancora concepiti come parcheggi di serie A per studenti neo-laureati che non riescono a entrare nel mondo del lavoro. Sono ragazzi che continuano a studiare perché non trovano un posto. Negli Stati Uniti, invece, la formazione post lauream guarda con molta attenzione agli adulti che hanno bisogno di riqualificarsi per adattarsi a un mondo del lavoro che non è più soddisfatto di loro. Il bacino dei 35-45enni già collocati ma con il bisogno di aggiornarsi non può più essere trascurato dai nostri atenei. Occorrono orari più flessibili, biblioteche aperte la sera e nei weekend, corsi online, curriculum mirati alla formazione permanente. Ecco allora che l´osmosi tra università e mondo del lavoro sarà completa e virtuosa». Scorrendo l´elenco dei "Dieci master per un nuovo universo", è proprio la presenza degli adulti, dei lavoratori che hanno necessità di adattarsi meglio alla loro nicchia di impiego, a farsi notare e a dare dinamismo allo skyline dell´offerta formativa specialistica. Un corso come quello in medicina narrativa della Columbia University, per quanto bizzarro possa sembrare, risponde a un´esigenza di chi negli ospedali lavora davvero. E sono proprio i medici, le infermiere e gli operatori sociali impiegati da anni a fianco dei malati a lamentare una perdita di umanizzazione della medicina. A cercare una risposta ai bisogni dei pazienti di essere trattati come esseri umani con emozioni e necessità di esprimersi, non come cavie per la sperimentazione di nuove tecnologie o trattamenti. Se il corso di medicina narrativa sia la risposta giusta oppure no può essere discusso. Ma in questa iniziativa della Columbia il filo rosso che parte da un bisogno concreto dell´ambiente di lavoro fino alla riposta escogitata dall´ateneo per chi in quell´ambiente di lavoro vive quotidianamente emerge in maniera molto limpida. « nella natura dei master. Sono corsi di studio che vengono dal basso» sottolinea Gianluca Fiorentini, il prorettore che nell´ateneo bolognese si occupa proprio della didattica e della formazione. «Un corso di questo tipo non nasce da un´iniziativa dell´ateneo. Sono i singoli professori o i dipartimenti che si accorgono di un buco da coprire, un´innovazione tecnologica che non può non essere insegnata. E si rivolgono agli organi centrali per l´approvazione della loro idea. Il nostro compito non è dire se una proposta è bella o brutta. Ma di calcolare la risposta degli studenti e di verificarne la solidità scientifica. A quel punto, il master inizierà a camminare sulle sue gambe, sorretto solo dai finanziamenti degli studenti. E mi sono accorto spesso di quanto questi corsi così avanzati finiscano per sposare materie scientifiche e umanistiche. Non dividono, ma creano connubi». Se il processo di feedback tra società e università sembra attivo anche da noi, in Italia sullo scacchiere del futuro c´è un giocatore che pesa per la sua assenza: lo stato. Tornando al caso degli Stati Uniti, salta subito agli occhi che le tre parole chiave dei "master del nuovo universo" sono le stesse su cui si incardina il discorso politico dell´amministrazione Obama: sanità pubblica, ambiente, sicurezza. E non è un caso che fra gli esempi citati dal New York Times i master dedicati ai trasporti del futuro abbiano ricevuto una parte del fondo di stimolo federale di 2,4 miliardi di dollari destinato alle auto elettriche e il corso per la leadership dell´educazione sia entrato nel pacchetto di 4 miliardi destinato dalla Casa Bianca al miglioramento del sistema educativo. «I lavori del futuro saranno nel settore dell´energia verde» spiegò il Segretario per l´energia americano Steven Chu, premio Nobel per la fisica, ai giovani con un comunicato ancora oggi leggibile su Facebook. Chu ha accompagnato il suo discorso con una serie di provvedimenti per finanziare la ricerca su carburanti alternativi e i sistemi di produzione di elettricità pulita. E il presidente Barack Obama, alle 4mila istituzioni per l´insegnamento superiore che esistono negli Usa, i 18 milioni di studenti e il milione di professori, ha spiegato che scienza, tecnologia, ingegneria e matematica sono i settori su cui puntare a livello di studio per mantenere una posizione di preminenza nel mondo. Anche il presidente ha accompagnato le sue parole del novembre 2009 con un assegno di 260 milioni di dollari per promuovere fin dai bambini delle elementari la curiosità scientifica degli americani. In Italia nulla di tutto ciò sta avvenendo. E il commento di Andrea Cammelli è amaro: «Ogni contadino sa che per superare i tempi di carestia deve risparmiare su tutto, ma non può certo tagliare sulla semina. Perché così è sicuro che ti stai precludendo il futuro».