Antonio Carioti, Corriere della Sera 12/1/2010, 12 gennaio 2010
Il rifiuto di Craveri: non sono candidato al comitato per celebrare Cavour Lo studioso denuncia una situazione confusa
Il rifiuto di Craveri: non sono candidato al comitato per celebrare Cavour Lo studioso denuncia una situazione confusa. «Bisogna puntare sulla riflessione scientifica, non sugli eventi spettacolari» «Personalmente non mi considero candidato». Non nasconde la sua irritazione lo storico Piero Craveri, di cui si parla da qualche tempo come possibile presidente del comitato ufficiale per le celebrazioni relative al bicentenario della nascita del conte di Cavour. «Ho ricevuto giorni fa una telefonata molto vaga dal ministero dei Beni culturali e ambientali, cui non è stato dato alcun seguito. Né ero stato messo al corrente della situazione che si è creata per via della presentazione di due proposte diverse. Non è questo il modo di comportarsi». Innanzitutto Craveri critica la legge 420 del 1997, che fissa la procedura per cui i comitati nazionali celebrativi vengono proposti dal basso, attraverso iniziative di fondazioni e istituzioni culturali. «Un simile meccanismo – osserva’ può andare bene per gli anniversari riguardanti personaggi di secondo piano. Ma per una figura del rilievo di Cavour, protagonista assoluto degli eventi che portarono all’Unità d’Italia, dovrebbe essere il ministero dei Beni culturali ad assumersi in prima persona la responsabilità di creare un comitato per le celebrazioni». Sta di fatto però che la legge dispone altrimenti. E la Consulta dei comitati nazionali’ composta da tre studiosi di chiara fama, dal direttore generale dell’Ufficio per le istituzioni culturali, dai rappresentanti della presidenza del Consiglio e di vari dicasteri – dovrà decidere domani come regolarsi di fronte alla presentazione di due proposte di comitati per le celebrazioni di Cavour. Una, che prevede spese per un milione di euro, è stata avanzata da diversi soggetti, tra cui la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, la Fondazione Einaudi di Roma, la Fondazione Cavour. L’altra, il cui preventivo ammonta a cinque milioni di euro, proviene dalla Fondazione DnArt, nota per la sua attività nel campo dell’organizzazione di mostre. soprattutto sulla seconda ipotesi che si appuntano le osservazioni di Craveri: «Nel loro elenco di studiosi da coinvolgere nel programma culturale del bicentenario non c’è nemmeno uno specialista del Risorgimento. In compenso vi si trovano molti nomi noti che nulla hanno a che vedere con la storiografia». In effetti la lista, oltre al presidente e alla direttrice della Fondazione DnArt, Riccardo Bertollini ed Elena Fontanella, include il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, lo scrittore Alain Elkann, l’ex parlamentare europeo Jas Gawronski, il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova, il presidente onorario della Juventus Franzo Grande Stevens, il consigliere d’amministrazione della Rai Angelo Maria Petroni, due grandi manager come Innocenzo Cipolletta e Cesare Romiti. Poi c’è il caso di Angelo Crespi, ex direttore del settimanale «Il Domenicale» (vicino aMarcello Dell’Utri), che figura nella lista degli studiosi ed è coordinatore del comitato scientifico della DnArt, ma al tempo stesso lavora nel gabinetto del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. «Neanche nella Prima Repubblica – commenta Craveri’ si creavano situazioni del genere. Quell’elenco denota la mancanza del benché minimo contatto con il mondo degli studi. D’altronde la DnArt si occupa di fornire servizi e i suoi dirigenti sono dei bravi allestitori di mostre, abili nel realizzare suggestivi effetti scenografici. Ma allora bisogna capire se il bicentenario della nascita di Cavour dev’essere un momento di riflessione storiografica oppure un evento spettacolare». Ovviamente Craveri propende per il primo corno del dilemma: «Bisogna pensare a organizzare convegni di carattere scientifico, con la partecipazione di autori provenienti dall’estero che sarebbe opportuno inserire anche nel comitato, visto che Cavour è stato uno dei pochi statisti italiani di caratura europea. L’Accademia delle scienze di Torino ha in programma un incontro del genere per ottobre: sono quelle le iniziative da incoraggiare».