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 2010  gennaio 11 Lunedì calendario

Per Emma sì e subito e niente Loretta La candidatura Bonino è un´iniziativa salvifica insperata

Per Emma sì e subito e niente Loretta La candidatura Bonino è un´iniziativa salvifica insperata. Richiama l´atto che nel dramma greco veniva definito "Deus ex machina" per via di quel marchingegno teatrale calato dall´alto, una specie di ascensore, attraverso cui la divinità di turno scendeva a sciogliere i nodi irrisolti in cui gli uomini si erano impigliati. Così Emma, non solo può ridare una speranza di vittoria ma, soprattutto, un ritorno d´identità negli elettori di sinistra, il senso che sono finalmente chiamati ad una scelta che possono condividere per far prevalere una donna coerente, che ha condotto grandi battaglie, che ha lavorato con impegno in Europa e in Italia, che è riuscita a non confondersi mai con la partitocrazia. Anche se per disavventura non vincesse, gli elettori potrebbero comunque dirsi che hanno fatto quello che potevano, per una causa nella quale credevano. Ed ora mi permetto di rivolgere un appello al vertice Pd, in base al fatto che, pur senza illusioni e senza essere un iscritto, ho votato Bersani alle primarie del partito, affinché smetta una buona volta (stava avvenendo ancora ieri sera, mentre scrivevo queste righe) di procrastinare le decisioni, riesumare consultazioni, immaginarsi primarie, ricercare qualche big (?) fuori tempo massimo! Basta! Se in una prima fase le perplessità di Bersani erano comprensibili, ormai sono diventate autolesionistiche. Certamente non può riesumare il centralismo democratico del vecchio Pci quando, una volta chiuso il dibattito, tutti disciplinatamente si allineavano alla decisione del gruppo dirigente. Da quella fase si è caduti, però, in un democraticismo inconcludente che trasforma ogni riunione di partito in una assemblea permanente di condomini rissosi. Franceschini lo ha teorizzato (Repubblica 27/12 us) quando ha sostenuto che a Bersani non spetta decidere ma «fare la sintesi». Cioè, pur avendo prevalso alle primarie e vinto il Congresso, non avrebbe la legittimazione a decidere ma dovrebbe ricercare ogni volta una sorta di compromesso al ribasso. Rifiuti il segretario eletto (!) questo trabocchetto esiziale al partito e alla sinistra. Secondo il mandato avuto, scelga ogni qualvolta lo ritenga giusto. Solo così uscirà dalla palude in cui sta affondando. Un´altra osservazione. I personalismi nel Pd, purtroppo, non si placheranno. Riflettono una degenerazione pervasiva che va affrontata con una terapia generale. Non illudendosi di sradicarla del tutto ma per ridurla a fenomeno gestibile. Con le primarie, che debbono funzionare almeno come un severo concorso pubblico preventivo. Non basta averle fissate per statuto. Occorre un regolamento attuativo minuzioso, un obbligo a ricorrervi senza deroghe, con date prefissate di svolgimento. Definendone chiaramente il campo: non servono per le cariche interne di partito, dove debbono votare solo gli iscritti ma per la scelta a larga condivisione delle candidature elettorali. Con filtri ben scanditi per non aprire ad ogni ultimo venuto un mattino di insperata notorietà. Come sarebbe il caso se, per assurdo, come qualcuno chiede si aprissero ora le primarie in concorrenza alla Bonino della autocandidata Loretta Napoleoni. Una signora che ebbi occasione di conoscere alla presentazione di un suo libro definita addirittura «grande economista» e «grande esperta di terrorismo», come prova un suo romanzo giallo sull´Iraq. Il libro, espressione del suo livello accademico si intitolava: La nuova economia del terrorismo (ed. Tropea). Al centro vi era la "scoperta" del terrorismo come maschera di una colossale centrale finanziaria, che vede Al Qaeda alleata col capitalismo americano, con «interdipendenze pazzesche» e un «tasso di crescita più alto di quello dell´economia Usa!». Sono uscito dalla sala quando il buon Giulietto Chiesa, ex corrispondente dell´Unità a Mosca e sponsor della Loretta, ha riesumato, di conseguenza, la solfa che dietro l´11 Settembre vi erano la Cia e il Mossad. Mario Pirani, La Repubblica 11/1/2010 ECONOMIA E TERRORISMO Caro direttore, ho letto l´editoriale di Pirani dal titolo "Emma sì e subito e niente Loretta" e sono rimasta sorpresa dalla poca veridicità dei fatti raccontati dall´autore a mio riguardo. La Nuova Economia del Terrorismo (edizione Tropea) non è un romanzo ma un saggio che ho scritto in inglese e che è stato tradotto in 18 lingue, incluso l´arabo. Non si parla di nessuna alleanza tra Al Qaeda ed il capitalismo americano, né fa comparazioni tra il portafoglio di Al Qaeda ed il Pil americano. a tutt´oggi uno dei testi più apprezzati nel mondo accademico e non sul finanziamento del terrorismo. La storia a cui si riferisce Pirani è ben diversa. Era stato chiamato dalla casa editrice a fare da relatore alla presentazione del mio libro, che ovviamente non aveva letto, cosa che è diventata subito evidente durante la presentazione. Giulietto Chiesa era anche lui uno dei relatori. Dopo aver insultato un giovane medio-orientale che riprendeva con la telecamera la discussione, Pirani si è scagliato contro Giulietto Chiesa, che come lui si presentava alle elezioni europee ed era in piena campagna elettorale. Tra i due si è accesa una feroce discussione, alla quale io non ho partecipato anche perché ero sbigottita dopo tanti anni all´estero di trovarmi in una situazione del genere, discussione che è terminata con il lancio del mio libro da parte di Pirani e la sua uscita teatrale dalla sala. Non voglio commentare il giudizio di Pirani sulla mia professionalità, fortunatamente i governi e le organizzazioni internazionali per cui lavoro non leggono i suoi editoriali e francamente anche se lo facessero non cambierebbe nulla. Mi meraviglio però che un giornale così serio come il suo dia spazio a ripicche di questo tipo. Loretta Napoleoni, La Repubblica 12/1/2010 Non ho mai scritto che il saggio su "La nuova economia del terrorismo" fosse un romanzo ma che L.N. aveva iniziato la sua carriera di esperta con un libro giallo sul terrorismo, "Dossier Baghdad", edito nel ´97 da Newton Compton. Il saggio è invece del 2004. Accettai l´invito dell´editore Tropea di presentarlo. Lo lessi come faccio sempre, riservandomi la libertà del recensore di lodare, criticare e se crede anche stroncare l´opera sottoposta al suo giudizio. Quanto al merito mi limito a citare testualmente alcune interviste dell´autrice rilasciate in occasione della presentazione: «L´economia terrorista è un bene per il capitalismo occidentale. Il fatturato di 15.000 miliardi di dollari viene immesso nelle economie occidentali... Il tasso di crescita del volume monetario terroristico è più alto di quello dell´economia americana... Se lo eliminassimo, l´Occidente si troverebbe automaticamente a dover fronteggiare una recessione... Il terrorismo è un così buon investimento che anche il governo degli Stati Uniti cercò di entrarvi... Il terrorismo è un business troppo lucroso per procedere all´arresto di Osama bin Laden? ...Quando fu noto che Osama sarebbe andato in Afghanistan, la risposta americana fu "lasciatelo andare". Anche dopo l´11 settembre l´America rifiutò l´offerta pachistana (di consegnare bin Laden)». Quanto alla discussione con Chiesa L.N. afferma che disputammo perché ambedue ci presentavamo alle elezioni europee. Non sono mai stato candidato ad alcuna elezione. Mario Pirani, La Repubblica 12/1/2010