G. Cr., Il Sole-24 Ore 12/1/2010;, 12 gennaio 2010
ADDIO A NOORDA, LA «MATITA» DEI MARCHI
Come spesso capita ai designer, in pochi sanno il suo nome, in pochissimi riconoscono il suo volto, ma in moltissimi conoscono le sue "opere". Che nel caso di Bob Noorda – morto ieri a Milano a 83 anni – sono i loghi italiani più noti: dalla matita del creativo di origini olandesi (era nato ad Amsterdam nel 1927) sono usciti oltre 150 loghi di aziende di ogni settore e quasi tutti hanno resistito alla prova dei decenni.
Il cane a sei zampe di Eni è uno dei più famosi, ma Noorda è anche l’artefice dei loghi di Agip, Coop, Dreher, Chiari & Forti, Eurogest, Pirelli, La Rinascente, Richard Ginori, Stella Artois, Ermenegildo Zegna, Total, Mitsubishi Moto Corporation, Mondadori, Feltrinelli, Regione Lombardia, un logo cui il designer olandese era particolarmente affezionato.
In un’intervista rilasciata al blog di design Nerochiaro ( http:// nerokiaro. ilcannochiale. it) nel luglio scorso raccontava: «Del logo della Regione Lombardia ricordo quello che mi disse Bruno Munari: è un logo giusto, ha forza, si memorizza bene, anche un bambino riuscirebbe a ricordarlo ». Semplicità è una parola chiave nel lavoro di Noorda, come in quello di molti altri designer scandinavi. Anche se dietro il risultato finale, solo apparentemente semplice, c’è sempre un lungo lavoro. «Un logo deve essere innanzi tutto memorabile e memorizzabile, cioè deve "restare nella mente". Deve essere quindi intuitivo, diretto e razionale – spiegava Noorda ”. Tutto questo è possibile solo studiando a lungo e con estrema attenzione i valori sottostanti alla realtà che vogliamo descrivere, quello che sta dietro alla marca, considerarne minuziosamente ogni aspetto. Un logo ben disegnato nasce da un vero studio, da un’analisi estremamente dettagliata».
Noorda era arrivato a Milano nel 1954 con un diploma dell’Ivkno, l’istituto per l’educazione alle arti industriali di Amsterdam. La città allora viveva un periodo di grande fermento, nasceva il design, la Triennale, le cose cambiavano velocemente e c’era posto per chiunque avesse idee creative e voglia di lavorare. La lunga carriera di Noorda – che dagli addetti ai lavori è considerato un autentico maestro – iniziò con una collaborazione con lo studio Boggeri (famoso studio grafico che dal 1933 fu vivaio di geni come Max Huber e Bruno Munari), nel quale restò fino al 1961, quando divenne art director alla Pirelli, dove progettò il logo della Arnoldo Mondadori Editore.
Altra grande passione di Noorda fu sempre la segnaletica. «Se progettare loghi è comunicare un valore forte, progettare la segnaletica è una questione diversa. Occorre saper comunicare, ragionando in un’ottica di servizio», diceva. Il suo successo maggiore in questo settore è stato la Metropolitana di Milano, progettata negli anni Sessanta insieme all’architetto – e poi amico di una vita – Franco Albini.
Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha proposto ieri che Noorda venga sepolto al Famedio, come «figlio prediletto della città». Ma non è detto che lui apprezzerebbe. O forse ne sarebbe onorato, però con un po’ di malinconia: interpellato sulla possibilità di creare una nuova immagine grafica per Milano, qualche mese fa rispose: «Un logo per la Milano di oggi? Ci ho pensato, ma non mi è venuto. Milano oggi non ha personalità».