Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 10 Domenica calendario

IL TESORO DEL TITANIC ITALIANO

(riassunto) - Il relitto del transatlantico Ancona, silurato da un sommergibile durante la Prima guerra mondiale, ha acceso un conflitto tra la società americana che dà la caccia al suo oro e l’Italia che difende la nave come cimitero di guerra. L’Ancona - 120 metri di lunghezza, 8200 tonnellate di stazza - salpò da Napoli il 6 novembre 1915 con 316 passeggeri e altri 130 ne imbarcò a Messina, 163 i membri dell’equipaggio. La destinazione era New York. Nella stiva aveva 12 bauli d’oro, ciascuno pesante 90 chili, trasportati in segreto per comprare in America cavalli, attrezzature militari e armi per l’Italia in guerra. Oggi valgono 17 milioni di euro. Il 7 novembre il sommergibile tedesco U-38, sotto copertura austro-ungarica (la Germania sarebbe entrata in guerra ufficialmente solo nell’agosto del 1916), attaccò l’Ancona con colpi di cannone e siluri fra Sicilia e Sardegna. I morti furono 206. Oggi la Odyssey Marine Exploration, società della Florida specializzata nel recupero di tesori sommersi, rivendica la proprietà del relitto in quanto «res nullius», cosa di nessuno, e quindi di chi la trova. Le autorità italiane si oppongono: il ministero degli Esteri ha appena inviato un ricorso con cui manifesta interesse sul relitto, il ministero dei Beni culturali, insieme con la Regione siciliana, ha fatto una declaratoria in cui sostiene che l’Ancona è un pezzo di storia italiana.