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 2010  gennaio 10 Domenica calendario

L’incubo del «contagio» violento in vista del Mondiale in Sudafrica l torneo che inizia oggi rappresentava una «prova generale» MILANO – L’anno dell’Africa non poteva cominciare peggio

L’incubo del «contagio» violento in vista del Mondiale in Sudafrica l torneo che inizia oggi rappresentava una «prova generale» MILANO – L’anno dell’Africa non poteva cominciare peggio. La Coppa d’Africa in Angola (da oggi al 31 gennaio) doveva essere una specie di prova generale della Coppa del Mondo in Sudafrica: due grandi feste del calcio, due ottime occasioni per dimostrare al mondo capacità organizzativa e affidabilità. Invece, giovedì, a 48 ore dalla prima partita tra Angola e Mali, i guerriglieri del Flec, il Fronte armato per la Cabinda, hanno attaccato i due pullman della nazionale del Togo che avevano appena superato il confine tra Congo e Angola. I morti accertati per ora sono tre, i giocatori sono ovviamente sotto choc e il mondo si preoccupa per quello che potrà accadere in estate, anche se il Sudafrica non è l’Angola e tanto meno l’enclave di Cabinda. Danny Jordaan, il capo del comitato organizzatore del Mondiale, ha voluto mettere subito le cose in chiaro: «Quando c’è stato l’attentato a Londra, nessuno ha detto che la città non avrebbe dovuto avere l’Olimpiade del 2012. Non possiamo avere due metri di giudizio diversi e, soprattutto, non penso che il mondo abbia mai chiesto a un Paese di prendersi la responsabilità di quello che accade in un altro Paese». logico il ragionamento di Jordaan, ma è altrettanto immediato collegare in qualche modo il tragico attacco al Togo al campionato del mondo che si giocherà dall’11 giugno all’11 luglio 2010. A Johannesburg e dintorni nessuno accetta il collegamento col Mondiale che verrà, il primo disputato in Africa. «Quel che è accaduto in Angola non avrà la minima ripercussione sulla preparazione e la sicurezza delle 32 squadre e dei loro tifosi in Sudafrica – chiarisce Rich Mkhondo, portavoce del comitato organizzatore ”. Scusate, sarebbe come se in Inghilterra si preoccupassero per un incidente accaduto in Repubblica Ceca». La situazione, assicurano, è molto diversa e, garantisce il portavoce della polizia sudafricana Vishnu Naidoo, il Paese è pronto a fronteggiare qualsiasi situazione. «Il nostro problema è la criminalità comune – spiega Naidoo ”, ma in Sudafrica non ci sono ribelli o organizzazioni armate clandestine. I nostri delinquenti sono violenti, ma operano solo in alcune zone. Il Sudafrica non è un Paese pericoloso, semplicemente ci sono alcune zone di alcune città dove è meglio non mettere piede. Ma questo mi sembra un problema comune a tante altre città, non solo africane». Le statistiche fanno impressione. Il Sudafrica ha oro, diamanti, platino ed è la 23ª potenza industriale del mondo. Ma ha anche un tasso di mortalità infantile del 50 per cento, un’aspettativa media di vita di 50 anni e il 47 per cento dei suoi 47 milioni di abitanti vive sotto la soglia di povertà, senza contare che ogni giorno si registrano 50 omicidi. Nell’ultimo anno, il bilancio degli scontri tra criminali e polizia è stato di 560 morti tra i malviventi e 109 tra i poliziotti. «Non contesto questi numeri – dice Naidoo ”, faccio soltanto notare che in Sudafrica ci sono 1.100 stazioni di polizia e di queste soltanto 169 sono impegnate pesantemente e quotidianamente contro la criminalità. Noi, però, non vogliamo correre il rischio che accada qualcosa durante il Mondiale: solo per la Coppa del Mondo abbiamo investito 1,3 miliardi di rand (circa 120 milioni di euro, ndr), impegneremo 41 mila poliziotti, 200 autoblindo e 40 elicotteri». Terrorismo, in Sudafrica, non è una parola di uso comune: «Il nostro Paese non conosce il terrorismo internazionale - continua Naidoo ”, ma ci stiamo preparando anche per quell’eventualità. La Coppa del Mondo potrebbe infatti trasformarci in un obiettivo. Abbiamo i nostri specialisti, lavoriamo con le intelligence degli altri Paesi. Inoltre, tutte le squadre che parteciperanno al Mondiale saranno protette da agenti antiterrorismo. A febbraio faremo una esercitazione nazionale. Abbiamo considerato tutti i possibili attacchi, da quelli convenzionali a quelli batteriologici. Non ci faremo trovare impreparati». Un altro problema, molto serio, potrebbero essere le tensioni sociali di un Paese che ha una disoccupazione superiore al 30 per cento. Il Mondiale sarebbe un magnifico amplificatore per la protesta. «Non credo che succederà – conclude Naidoo ”. Le eventuali manifestazioni di protesta non saranno un problema: per la nostra legge occorre chiedere l’autorizzazione con 14 giorni lavorativi d’anticipo. Il nostro Mondiale, il primo in Africa, sarà un Mondiale sicuro».