Tonia Mastrobuoni, Il Riformista 9/1/2010, 9 gennaio 2010
Angela perde punti. Tedeschi stanchi del ”metodo Merkel” Luna di fiele. A pochi mesi dal debutto, sondaggi impietosi per la coalizione nero-giallo
Angela perde punti. Tedeschi stanchi del ”metodo Merkel” Luna di fiele. A pochi mesi dal debutto, sondaggi impietosi per la coalizione nero-giallo. A sorpresa la Kanzlerin cade ma il suo partito tiene. La Germania boccia la falsa partenza e ha poca fiducia nel futuro. Vuole più leadership e meno risse. Ed è contraria perfino al taglio delle tasse. Nella coalizione nero-gialla guidata da Angela Merkel è allarme rosso. Il sondaggio di gennaio dell’emittente pubblica Ard ha evidenziato un crollo di popolarità della cancelliera di undici punti. La Merkel gode ancora della fiducia della maggioranza dei tedeschi (il 59%) ma il dato interessante è che per la prima volta il suo partito tiene. Per la prima volta in assoluto la Cdu è più stabile della sua leader. Se si andasse a votare domani, i cristianodemocratici guadagnerebbero addirittura un punto rispetto alle elezioni di settembre (36%). Il motivo della caduta verticale di consensi risiede, secondo il sondaggio, in una caratteristica considerata ad oggi una virtù della Kanzlerin ma che in questi primi, caotici mesi di governo si è trasformata in difetto. I tedeschi sono stanchi, in altre parole, del ”metodo Merkel”, della sua proverbiale abilità ad agire dietro le quinte e della sua attitudine a prendere decisioni con molta calma. In questa fase di faticosa riemersione dalla recessione, l’82% degli intervistati si attende invece risposte chiare e una guida della rissosa coalizione di governo più risoluta, da parte della cancelliera. Un altro 66% ritiene i partner dell’alleanza nero-gialla troppo litigiosi. E la maggioranza dei tedeschi (52%) parla di una ”falsa partenza” del governo liberal-cristianodemocratico. Appena un terzo degli intervistati è convinto che l’esecutivo abbia un programma per i prossimi quattro anni. Accanto a questo pessimo risultato della Merkel c’è un altro dato del sondaggio che sembra incredibile, a prima vista. La maggioranza dei tedeschi è contraria al taglio delle tasse. La riduzione delle imposte promessa dalla Merkel per il 2011 non convince il 58% degli intervistati: temono gli effetti sui conti pubblici, già gravati del peso della recessione. Ed è sorprendente che sia anche l’elettorato liberale a mostrare perplessità sul piano da 24 miliardi annunciato dall’esecutivo: nonostante la Fdp abbia incentrato la campagna elettorale sulla promessa di sgravi fiscali, il 53% del suo elettorato è convinto oggi che nell’attuale situazione di fragilità dei conti pubblici (la Germania ha fatto fronte alla recessione con un piano anti crisi da 85 miliardi di euro) non sia opportuno ridurre le imposte. Complice della contrarietà dei tedeschi al piano di sgravi fiscali è sicuramente anche il disaccordo tra cristianodemocratici e liberali sull’entità degli sgravi. A metà gennaio un vertice a tre – ribattezzato ”l’incontro dei Re Magi” - tra Merkel, il vicepremier liberale Westerwelle e il leader dell’ala bavarese dei cristianodemocratici Seehofer dovrà tentare di trovare un’intesa su alcuni punti cruciali delle politiche di governo. Uno dei principali è proprio il piano fiscale: la Cdu frena sull’entità, vorrebbe limitare il buco di gettito a 15 miliardi contro i 24 previsti sinora. Molte critiche sono anche piovute sul contenuto degli sgravi da parte di molti economisti e da parte di principali istituti di ricerca - un fuoco di fila che ha evidentemente influenzato l’elettorato. Come ha sintetizzato il quotidiano Frankfurter Rundschau, «il problema è che il governo fa debiti senza precedenti e non combina nulla di sensato». L’unica iniziativa che è stata accolta positivamente è quella di sgravi per le famiglie. Tuttavia, dopo i robusti miglioramenti già introdotti dal precedente governo rosso-verde sul fronte delle politiche di conciliazione e di aiuti alle famiglie, questi nuovi sgravi non sembravano urgenti. Soprattutto, di questi nuovi tagli fiscali approfitteranno prevalentemente i redditi alti. Ma la novità che ha destato più perplessità e che si è attirata gli strali dell’opposizione ma anche di molti esponenti della maggioranza, è il taglio dell’Iva agli albergatori. I tedeschi, anche in questo caso, faticano a capire perché gli alberghi sono diventati un’urgenza mentre le imprese e le famiglie sono faticosamente alle prese con la più grave crisi dal ”29. Un altro tema caldo sul quale la Germania sembra gradire poco le iniziative della Merkel e dei suoi ministri è l’Afghanistan. Il sondaggio della Ard è chiaro: l’83% dei tedeschi è contrario a mandare più soldati su quel fronte. E il 71% è convinto addirittura che la Germania debba ritirarsi al più presto da Kabul. Numeri che peseranno sul vertice di governo di metà gennaio: anche su questo tema il partiti i due ministri competenti sono divisi. Il ministro degli Esteri Westerwelle (Fdp) non nasconde di preferire un contributo tedesco alla ricostruzione, mentre il responsabile della Difesa zu Guttenberg (Cdu) è d’accordo a inviare più truppe in Afghanistan ma ritiene i 2.500 soldati in più chiesti da Washington un impegno eccessivo.