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 2010  gennaio 09 Sabato calendario

FARE LA MAGLIA, L’UOMO INCROCIA I FERRI

un valore guerriero, un grido d’attacco nel vocabolario maschile. La Maglia Rosa, la Maglia numero 10, la Maglia degli Azzurri... Eppure, anche tra gli uomini si sta facendo largo tutt’altra maglia, un entrare in sordina e punta di piedi nel mondo femminile. Sorpresa: anche gli uomini lavorano a maglia. Sarà che Russell Crowe, virile gladiatore da Oscar, ha buttato il brando insanguinato per ghermire l’arma domestica fino a dichiarare con orgoglio di far parte di un Knit Cafè, gruppetto di lavoratori ai ferri che si incontra in pub e bar per sferruzzare; sarà chealcuni psicologi consigliano questo diletto a manager stressati, ma gomitoli, punti diritti e punti rovesci incantano anche l’altra metà del velo. «Un hobby in lenta ma progressiva crescita», lo definisce Giuliano Marelli, docente di Fashion Design al Politecnico di Milano. Vergona, perplessità, audacia colpiscono il maschietto che, vinte le remore, si butta sulla tela.
Cosa accade all’uomo che inizia?
«Per tutti è un momento un po’ scioccante ma legato a episodi simpatici, spesso d’amore, come fu per me. Cominciai quarant’anni fa perché conobbi una ragazza tutta vestita in maglia. Allora facevo il grafico e mai avrei immaginato di diventare un creatore e realizzatore di maglieria. Ricordo che d’istinto le diedi alcuni consigli su come confezionare un abito. Pochi giorni dopo lo indossava. Giusy divenne mia moglie e io un instancabile lavoratore ai ferri, perché noi italiani siamo maestri eccellenti nel settore. Pochi giorni fa è venuto unragazzo. Aveva deciso di regalare per Natale una sciarpa in lana alla sua ragazza e voleva farla lui. Siamo partiti dal primo stadio:la maglia rasata».
Gli sferruzzatori, tanti?
«Direi che siamo arrivati a un 30 per cento. Vengono ai corsi privati nel mio studio oppure al Knit Cafè che ho aperto alla Triennale. Prima riservati e timorosi, poi continuano con determinazione, silenziosi, al contrario delle donne, e perfetti. interessante sottolineare che la maglia èuna sorta di preghiera, un mantra, un esercizio yoga perché fonda il suo principio sulla ripetizione. Distende e rilassa, per questo è consigliata anche come terapia psicologica, prende tutte le età e tutte le categorie».
Chi sono i cavalieri del filo?
«Ho allievi ingegneri, avvocati, professionisti di ogni genere, ma anche giovani rasta e studenti, che magari si accampagnano alla fidanzata. Poco tempo fa ero al Knit Cafè con il mio gruppo ed è arrivato un noto attore televisivo, a Milano per uno spettacolo. Si è seduto, ha estratto dalla borsa gomitoli e ferri, e ha cominciato a lavorare.Si spostano da tutto il mondo per imparare i nuovi punti, che ora sono diecimila.Continuo a inventarne. C’è una persona che vola qui da Los Angeles due volte all’anno».
Non sarà proprio Russell Crowe?
Silenzio...
Si vergognano?
«Solo gli italiani sono vergognosi, tanto che a volte mandano la mamma in avanscoperta. In questo siamo ancora molto provinciali rispetto al mondo anglosassone, dove ferri e uncinetto vengono insegnati in alcuni college molto avanzati. Non siamo a conoscenza del fatto che il lavoro nasce come impegno esclusivamente maschile. Il primo nodo della storia è il nodo scorsoio, inventato daicacciatori per catturare la preda, e questo deve essere rimasto nella memoria cromosomica se si inizia per amore! Nel sedicesimo secolo a Firenze la corporazione dei Magliai era solo e rigorosamente maschile. Realizzava arazzi di quattro metri quadrati dai colori irripetibili e le calze per i regnanti. Anticamente, ma non troppo, i pastori dei Pirenei, che seguivano il gregge su dei trampoli, lavoravano a maglia e ancora oggi i più bei maglioni irlandesi, quelli che fanno sognare gli stilisti, tra l’altro sempre più attenti all’evoluzione del settore, vengono eseguiti dagli uomini. Il gioco nasce così: la donna fila la lana e l’uomo la tesse».
Ma i maschi non lavorerebbero mai in pubblico.
«Anche questo non è vero. Tempo fa mi trovavo all’aeroporto di Hong Kong. Nella saletta entra un signore molto distinto, apre il computer, lo sintonizza su un sito doves correvano immagini di una lezione a maglia e seguendo la lezione inizia a sferruzzare. Direi che la pruderie cala più si alza il livello di cultura».
Non vuole fare nomi dei suoi allievi famosi, ma i politici?
«Da poco qualcuno ha iniziato».
Destra o sinistra?
Un’altra pausa.
Quindi, lo consiglia ai politici?
«Lo consiglio a tutti,ma non occorre, perché le telefonate maschili sono continue.Ne ho appena ricevuta una di un giovane che ha visto una coperta a scacchi sul giornale e ora si è messo a realizzarla, ma voleva sapere come si... muovono gli scacchi con i ferri! Tempo al tempo e vedrà che il Re darà scacco alla Regina». Consiglio finale per chi ama i gatti (e ne possiede almeno uno): armarsi di cestini e portagomitoli in stoffa, perché impazziscono per le palle di lana e tra le maglie in fieri dedicate a donne e fidanzate potrebbero fare una «gattastrofe».