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 2010  gennaio 08 Venerdì calendario

Assalto ultrà, il Torino non vuol giocare MILANO – Picchiati e minacciati da un commando di ultrà davanti a mogli e figli

Assalto ultrà, il Torino non vuol giocare MILANO – Picchiati e minacciati da un commando di ultrà davanti a mogli e figli. Terrorizzati, sotto choc, senza nessuna voglia di scendere in campo domani. E con la casacca granata macchiata da un sospetto grave: aver giocato per far perdere la propria squadra. Sono giorni bui per i giocatori del Torino, in attesa che la giustizia ordinaria e quella sportiva decidano se aprire un’inchiesta sulle presunte scommesse compiute prima di Torino-Crotone del 28 novembre, finita 1-2. Per ora non ci sono fascicoli aperti, solo indiscrezioni che parlano di sei calciatori coinvolti. «Sono solo chiacchiere fastidiose e infondate, forse messe in giro ad arte», difende la squadra il presidente Urbano Cairo. Il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, ha il Toro nel cuore e, presto, ce l’avrà pure sulla scrivania: «Stiamo studiando sia il caso scommesse, sia l’aggressione». Sono giorni di terrore puro, soprattutto. Fosse per la squadra, domani la partita con il Cittadella non si giocherebbe proprio. O, al massimo, la giocherebbero i ragazzini. il «segnale forte» che il capitano David Di Michele ha annunciato ieri, leggendo il comunicato che raccontava «il gravissimo episodio di aggressione» subìto domenica sera. Aggressione da parte di un commando contro alcuni giocatori riuniti al ristorante I Cavalieri proprio per festeggiare il 34esimo compleanno di Di Michele, da tempo uno dei più contestati dai tifosi e già condannato, nel 2007, a quattro mesi di squalifica per alcune puntate vietate. Forse per questo’ appena si sono diffuse le voci di un altro scandalo scommesse – un gruppo di delinquenti ha deciso di prendersela con lui e con quelli che erano con lui. Ecco il racconto, impressionante, dei giocatori: «Circa alle 23, all’uscita del ristorante, Riccardo Colombo e Rolando Bianchi venivano accerchiati e aggrediti con schiaffi in faccia e ripetuti calci e pugni all’autovettura da circa 25 persone con il volto coperto, cinghie in mano». Poi gli aggressori sono entrati nel ristorante e se la sono presa con gli altri, «Diana, Pisano, Pratali, Loviso, Rubin, Zanetti, Ogbonna e Di Michele con ulteriori schiaffi, minacce di morte e di aggressione, e spintoni, del tutto incuranti della presenza di mogli, fidanzate e di quattro nostri figli visibilmente sotto choc. Solo nel momento in cui si sono accorti delle telecamere di sicurezza hanno abbandonato il locale». Ecco, le telecamere di sicurezza, poste all’esterno, avrebbero già consentito alla polizia di individuare alcuni dei responsabili. Non è da escludere che nelle prossime ore possano scattare i primi fermi. Ieri i giocatori del Toro, ancora molto spaventati, non si sono allenati, ma hanno avuto un colloquio di un’ora emezza con il presidente Cairo. Gli hanno espresso l’intenzione di non giocare domani o entrare in campo con 30 minuti di ritardo per protesta. Ma in molti stanno cercando di far loro cambiare idea. Si lavora di diplomazia: tra la società granata, il presidente della Figc Giancarlo Abete, quello della Lega Maurizio Beretta, il segretario e il presidente dell’Associazione calciatori, Gianni Grazioli e Sergio Campana, c’è stato un fittissimo scambio di telefonate per tutta la giornata. Le istituzioni del calcio vogliono evitare che un gruppo di delinquenti influenzi l’andamento del campionato: sarebbe un precedente pericoloso. Questa mattina la squadra si ritroverà e, dopo l’allenamento, deciderà se partire per il Veneto. Intanto, si moltiplicano le denunce per l’episodio di violenza. L’Associazione calciatori ricorda che solo negli ultimi tempi se ne sono verificati altri contro «giocatori del Gela, del Brescia e del Palermo». Per Abete è un episodio «vergognoso, opera di delinquenti travestiti da tifosi: nessun risultato sportivo può giustificare quello che hanno subìto i calciatori del Torino». Il problema per il Toro è che ora si comincia a dubitare anche della sincerità dei risultati sportivi. Con quella partita, Torino-Crotone (decisa da due svarioni difensivi dei granata) analizzata al microscopio. «E’ un clima da caccia alle streghe – attacca il presidente Cairo ”. I giocatori giurano di non avere fatto puntate. Di Michele? Ha sbagliato in passato ma ha pagato e mi ha giurato di non avere mai più fatto cose del genere».