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 2010  gennaio 09 Sabato calendario

MILANO

Una crisi istituzionale sta attraversando l´Argentina con il rischio che il paese non riesca a ritornare sulla via della stabilità finanziaria. La crisi è deflagrata negli ultimi due giorni in seguito al braccio di ferro tra il governo e il presidente Cristina Fernandez de Kirchner da una parte e il governatore della Banca Centrale Martin Redrado dall´altra. Il nodo del contendere è rappresentato dalla necessità del governo di reperire 6,5 miliardi di dollari per rimborsare parte del debito pubblico, una bolletta che nel 2010 dovrebbe ammontare a 13 miliardi di dollari. Non sapendo dove andare a pescare (l´anno precedente si è dato fondo alle pensioni) il 15 dicembre scorso il governo ha emesso un decreto con cui scambiava bond di nuova emissione a 10 anni a un tasso di interesse inizialmente pari a zero con 6,5 miliardi di riserve della banca centrale. Ma Redrado si è opposto a questa soluzione poiché la legge vieta di attingere d´autorità alle riserve valutarie del paese, poiché una decisione del genere deve essere avallata dal Parlamento. Di fronte all´opposizione di Redrado è intervenuto il presidente Kirchner sollevandolo dall´incarico con un altro decreto e infrangendo ancora una volta le regole di indipendenza della banca centrale. Redrado, sostenuto dai partiti dell´opposizione, si è così rivolto al Tribunale che ieri sera gli ha dato ragione, congelando di fatto le riserve della banca centrale. «Il giudice federale Maria Josè Sarmiento ha sospeso provvisoriamente l´applicazione del decreto d´urgenza che autorizza l´uso delle riserve della Banca centrale per il pagamento dei debiti», ha affermato l´organo ufficiale della magistratura argentina. Una misura precauzionale in attesa che si riunisca il Parlamento che però è in vacanza fino al primo marzo, a meno che il governo non lo convochi d´urgenza, cosa non ancora avvenuta. Anzi, l´esecutivo ha annunciato ieri che si appellerà contro la sentenza di sospensione e procedendo con la destituzione di Redrado sostituito da un economista di fiducia.
La situazione è diventata incandescente nelle ultime ore e sta mettendo a dura prova la solidità del governo e della maggioranza, uscita sconfitta dalle elezioni di medio termine del giugno 2009. Nella piazza dove ha sede la banca centrale si è levata una protesta a favore di Redrado. Dal suo arrivo nel 2004 il governatore ha triplicato le riserve del paese fino a 48 miliardi di dollari grazie alla forte ascesa dei prezzi delle materie prime, in particolare della soia. Intaccare le riserve potrebbe mettere a rischio la tenuta del tasso di cambio facendo ripartire l´inflazione. Dal canto suo la Kirchner ha in programma a gennaio di avanzare una nuova offerta ai creditori di 20 miliardi bond andati in default nel 2001, per riguadagnare la fiducia e l´accesso ai mercati internazionali. Il 25% di costoro nel 2005 rifiutarono l´offerta di 30 cent per ogni dollaro di bond e ora attendono una proposta migliorativa. Ma lo scontro con Redrado rischia di minare nuovamente la credibilità del paese agli occhi del mondo.