Alessandra Retico, la Repubblica 9/1/2010, 9 gennaio 2010
ROMA - Ce l´ho, ce l´ho, mi manca. Ebbene si ricomincia, a barattare, sognare, sperare che la figurina sia quella giusta, quella che nessuna altro ha
ROMA - Ce l´ho, ce l´ho, mi manca. Ebbene si ricomincia, a barattare, sognare, sperare che la figurina sia quella giusta, quella che nessuna altro ha. Compie 49 anni, eppure che forma smagliante il mitico album dei calciatori Panini, torna con la sua faccia retrò ma mica vecchia, va su Facebook, su Twitter, su YouTube e sull´iPhone perché adesso si parla così. La collezione 2009-2010 ha tutta l´aria di voler replicare certe stagioni belle e ansiose, quando i pezzi rari sul mercato si cercavano e scambiavano con molte trattative e compromessi. già caccia alle 600 autografate da dodici campioni di serie A, ognuno di loro ha messo nome e cognome a mano su 50 figurine, sul retro un numero di serie per certificarne l´autenticità, chissà chi le troverà, sono state sparse in tutta Italia con quella maledetta casualità che farà impazzire molti. Ce l´hai? La domanda è un rito e il mi manca anche. Quasi mezzo secolo che rimbalzano in questo Paese, la prima raccolta era del 1960-61 e aveva Nils Liedholm in copertina, il pacchetto costava dieci lire, l´Italia era in un boom di prospettive, il pallone si giocava diverso, l´album ne era un diario e un´antologia quando la tv era per pochi e tutto il resto mancava. Che mondo, ma adesso il Panini ci vuole tornare con questa 49esima edizione che viaggia tra nostalgia e informatica, tra generazioni di collezionisti che hanno vissuto i tempi difficili della sfuggente Pizzaballa, portiere dell´Atalanta e poi della Roma, la cui effigie divenne più introvabile del Santo Graal negli anni ”62-´63, e il "buco" da lui lasciato nelle prime pagine di quell´album il rimpianto e l´onta di molte famiglie. Prepararsi al ricorso storico. La sezione "calcio d´autore" con i dodici eletti (Buffon, Barreto, Cassano, Conti, Di Natale, Di Vaio, Eto´o, Gattuso, Gilardino, Miccoli, Quagliarella e Totti che hanno devoluto la propria firma a ospedali pediatrici) riaprirà molte speranze e altrettante ferite. Una, in verità, già l´ha assestata nella tifoseria romanista per quel refuso tipografico che ha ridotto a 2 i 3 scudetti della squadra di Totti. Incidente già riparato con una nuova tiratura. Qualche malcontento si è registrato tra gli esclusi dalla rosa dei 12, pare che i reietti abbiano manifestato direttamente alla Panini o tramite l´associazione calciatori. Non esserci in figurina, peggio che stare in panchina. C´è la serie B, Lega Pro con Prima e Seconda Divisione, serie D e serie A donne (evviva). E poi la sezione Momenti di gloria realizzata con la Gazzetta e che riproduce pagine storiche, ma sono previsti anche aggiornamenti legati al mercato di gennaio. Per i 50 anni, prossima stagione, altre novità, forse le figurine di sacerdoti e seminaristi che giocano la Clericus Cup, il campionato d´Oltre Tevere. Beh sì, questa mancava. ROMA - «Mi mancavo pure io». Certo, dopo 275 partite in serie fare il "figurino" non piaceva granché a Pierluigi Pizzaballa, il portiere dell´Atalanta (e poi della Roma, del Verona, del Milan e infine ancora all´Atalanta) diventato introvabile sticker dell´album Panini ”62-´63. Sempre in porta, mai nel pacchetto giusto. Pizzaballa, lei è responsabile di una storica sindrome collettiva. «Mai capito come andò davvero: il fotografo veniva una volta sola nel ritiro precampionato e io facevo il militare, insomma non mi trovò. Scomparvi dalle figurine, ero il numero 1 nella prima pagina, il buco si notava». E diventò un mito. «All´inizio mica mi piaceva tanto: ho vinto due Coppe Italia, ho fatto anche una partita in Nazionale e i Mondiali del 1966. Eppure mi sembrava che mi amassero solo perché valevo tre Rivera e due Mazzola. Poi cambiò». Come? «Anche grazie a questa vicenda della mia introvabilità, la gente mi scoprì "dal vero". L´album era una specie di enciclopedia sul calcio quando non c´erano i mezzi di comunicazione di adesso. Veltroni mi ripubblicò nel ´94 con l´Unità, molti mi chiamano ancora per tutto questo. Mi piace». La parata più bella? «A Genoa su colpo di testa di Pruzzo, campionato ”76-´77, l´anno della promozione in A dell´Atalanta». Un gol nella vita? «Avere 71 anni così, in salute, guidare una scuola calcio per ragazzi e insegnare loro a non essere egoisti. Non mi manco più». (a.r.)