Enrico Bonerandi, la Repubblica 9/1/2010, 9 gennaio 2010
MILANO
Antonio Tammaro si è impiccato l´altra sera nel carcere di Sulmona legando le lenzuola alla grata della finestra. Tornava da un permesso premio. Un altro detenuto ci ha provato, tagliandosi le vene e cercando di impiccarsi, nelle stesse ore e sempre a Sulmona, ma è stato salvato. «Qui è peggio dello Spielberg di Silvio Pellico», commenta Leo Beneduci, segretario del sindacato degli agenti penitenziari Osapp: a Sulmona ci sono stati 10 suicidi in 15 anni. Nel carcere di Verona si è tolto la vita Giacomo Attolini, 48 anni, che è la vittima numero quattro in questo scorcio di 2010. Nel 2009 i suicidi tra i reclusi sono stati 72, il massimo storico nel nostro Paese.
Nessuno si stupisce di questa strage. Le carceri sono sovraffollate, con organici carenti di guardie e strutture sanitarie inadeguate, dopo il passaggio delle competenze dal Ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale. Mancano psicologi ed educatori. Detenuti ammassati come bestie 22 ore su 24, lontani dalle famiglie nonostante la promessa «regionalizzazione». Tossicomani in crisi di astinenza abbandonati a se stessi. La percentuale di suicidi è 20 volte superiore a quello che accade tra le persone libere.
«Non è così anche in Paesi ritenuti meno civili dell´Italia. In Romania ci sono 5 suicidi l´anno su 40mila detenuti, in Polonia la metà che da noi, con una popolazione carceraria più vasta - segnala l´Osservatorio permanente sulle morti in carcere - Eppure il 90 per cento di chi vuol togliersi la vita viene salvato. Sette volte su 10 ci pensano i compagni di cella, per il resto intervengono le guardie». Dice un altro sindacalista della polizia penitenziaria, Donato Capece: « un´emergenza quotidiana. Ogni mese arrivano tra mille e 1600 detenuti, per qualsiasi reato, e si sta creando una pattumiera in cui si butta di tutto».
«I poliziotti penitenziari si accollano responsabilità non proprie per il degrado esistente - aggiunge Beneduci - Ma sono ogni giorno di meno e non possono più prevenire alcuna forma di violenza». Una beffa le promesse del ministro Alfano, che annunciò lo scorso dicembre 2mila agenti carcerari in più: «Di tale provvedimento non c´è traccia nella nuova legge finanziaria». Non c´è che aspettarsi il peggio? «Una speranza c´è - afferma invece la radicale Rita Bernardini, prima firmataria di una mozione sulla situazione carceraria che andrà in discussione martedì prossimo, con il supporto di un sit-in davanti a Montecitorio - Lo dico per una sola ragione: altrimenti c´è lo sfascio. Le carceri stanno diventando ingestibili».
La mozione radicale ha tra i propri firmatari numerosi esponenti del Pd, e anche alcuni della maggioranza. Il Pd stesso ne ha presentata una propria, e così faranno forse l´Udc e l´Idv. Molti punti coincidono: misure alternative, tossicodipendenti in strutture di cura, rinforzo del numero degli agenti. «Se tutto resta com´è, lo sfoltimento delle carceri avverrà con i suicidi - commenta Rita Bernardini - Improponibile, anche in quest´epoca forcaiola».