Vladimiro Polchi, la Repubblica 9/1/2010, 9 gennaio 2010
ROMA - Bidonville, ghetti, baraccopoli, campi abusivi. Polveriere pronte a esplodere, non solo nelle isolate campagne, ma anche nelle periferie delle grandi città
ROMA - Bidonville, ghetti, baraccopoli, campi abusivi. Polveriere pronte a esplodere, non solo nelle isolate campagne, ma anche nelle periferie delle grandi città. L´Italia degli invisibili è una coperta d´Arlecchino. Con un denominatore comune: il degrado abitativo e l´isolamento. L´Italia dunque è a rischio banlieue? In generale, la presenza dei migranti nel nostro Paese è distribuita in maniera piuttosto uniforme. un pulviscolo di nazionalità scarsamente concentrate. Non solo. Gran parte dei lavoratori stranieri vivono alla luce del sole. Basta pensare che nel 2008 gli immigrati hanno comprato 120mila case, per un valore di oltre 15 miliardi. Crescono però le situazioni di degrado e di sofraffollamento. In base a un recente studio dell´università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, «le periferie urbane si configurano come veri e propri incubatori di razzismo e xenofobia». C´è poi il caso Roma: «Gli ingenti flussi migratori che si sono riversati qui negli ultimi anni – si legge nel "Primo rapporto sugli immigrati in Italia" del Viminale – hanno dato luogo a fenomeni tangibili di segregazione residenziale, basata sul gruppo etnico di appartenenza». Secondo l´ultimo censimento del Comune, nella capitale ci sarebbero 240 insediamenti abusivi: dai semplici giacigli alle vere e proprie baraccopoli. In tutto ci vivono 4.031 persone (di cui 930 minori) per lo più immigrati e rom. Il municipio con più accampamenti abusivi è il V (Tiburtino): qui tra container e bidonville vivono ben 1.212 persone. A Milano, insediamenti di immigrati in prevalenza dell´Est o del Corno d´Africa si trovano all´ex Scalo ferroviario di Romana, alla ex caserma Forlanini e ai bastioni di Porta Venezia. A Bologna, la maggior parte degli accampamenti abusivi di rom e maghrebini si concentra nell´area dei Prati di Caprara (dietro l´ospedale Maggiore), nella zona industriale delle Roveri in periferia e nelle ex fabbriche del quartiere Bolognina. Uno dei quartieri più critici di Parma è il San Leonardo: nella zona di via Trento e di via Palermo, a ridosso della stazione. Circa mille sono gli immigrati che abitano a Firenze in stabili occupati: l´ex sanatorio Luzzi (200 tra romeni, albanesi, nordafricani), l´edificio in via del Fosso Macinante (140 somali), quelli in viale Matteotti e in via Monte Oliveto. Altri disperati occupano delle baracche in un´area industriale dismessa nella zona dell´Osmannoro. A Castelvolturno, vivono circa 15mila immigrati. I "ghetti" sono nei quartieri di Pescopagano, destra Volturno, nei pressi del centro Fernandes e nell´American Palace, un condominio di 25 appartamenti già sgomberato dalla polizia. A San Nicola Varco (Eboli), le baraccopoli nascono e muoiono ogni anno: dentro migliaia di braccianti impiegati nei campi della piana del Sele. Infine Rosarno: qui sulla strada per San Ferdinando, in sette case pericolanti e sotto un gran tendone vivono ammassati centinaia di braccianti.