Al. G., Il Sole-24 Ore 8/1/2010;, 8 gennaio 2010
UNICREDIT AVVIA IL MAXIAUMENTO
Via libera definitivo all’aumento di capitale da 4 miliardi di UniCredit . Il board presieduto da Dieter Rampl ha deliberato ieri, sentite le banche del consorzio di garanzia, che la prevista ricapitalizzazione avverrà al prezzo di 1,589 euro per azione, con uno sconto del 29% sul Terp (prezzo teorico ex diritti di opzione) che è in linea con le recenti operazioni di mercato dei principali competitor internazionali (Bnp Paribas, SocGen). Una decisione che è sembrata essere apprezzata dalla Borsa, almeno a guardare dall’impennata finale dei titoli che hanno registrato un rialzo del 2,3% a 2,39 euro per azione.
L’operazione, spiega nel dettaglio una nota di UniCredit, sarà effettuata attraverso «l’emissione di azioni ordinarie del valore nominale unitario di 0,50 euro cadauna e godimento regolare, da offrirsi in opzione agli azionisti titolari di azioni ordinarie ed ai portatori di azioni di risparmio al prezzo di 1,589 per azione, di cui – si legge nella nota ”1,089 euro a titolodi sovrapprezzo, nel rapporto di 3 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 20 azioni ordinarieo di risparmio possedute».
Ne consegue che verranno emesse un massimo di 2.516.889.453 nuove azioni ordinarie per un aumento del capitale sociale di ammontare pari a 1.258.444.726,50 di euro, mentre il controvalore complessivo dell’operazione stessa, incluso il sovrapprezzo, sarà di circa 4 miliardi (e precisamente 3.999.337.340,82 di euro).
L’offerta,ricorda la nota,è assistita dalla garanzia di un consorzio coordinato e diretto da BofA Merrill Lynch e UniCredit Mib quali joint global coordinators e joint bookrunners e composto da BofA Merrill Lynch, Credit Suisse, Goldman Sachs International, Mediobanca e Ubs Investment Bank in qualità di Joint Bookrunners e Bnp Paribas, Nomura International e Société Générale come colead managers.
In attesa del via libera della Consob al prospetto informativo (atteso per ieri in tarda serata), UniCredit ha confermato che «alcuni azionisti hanno già manifestato il loro impegno» alla sottoscrizione. In sostanza, almeno il 30% del capitale sarà sottoscritto pro-quota dagli attuali grandi azionisti. A partire dalle Fondazioni, ma anche dalla Central Bank of Libya e dai soci privati (Allianz, FondiariaSai, Pesenti, Maramotti, Bertazzoni, Del Vecchio).
In particolare, il consiglio di amministrazione della Fondazione Crt ( 3,15%) si riunirà lunedì per decidere le modalità di adesione all’aumento di capitale da 4 miliardi di euro di UniCredit. L’ente torinese, che è tra i principali azionisti della banca, aveva deciso già a dicembre di partecipare all’operazione con un impegno massimo di 170 milioni di euro. Tra le condizioni poste dalla Fondazione, c’era la richiesta di uno sconto non inferiore al 25% rispetto al prezzo di mercato al momento del lancio dell’operazione.
Entro la fine della prossima settimana – probabilmente venerdì 15 – si riunirà anche il cda della Fondazione CariVerona per decidere sull’adesione proquota ( 5,7%) all’operazione. Un anno fa, ai tempi dell’emissione da 3 miliardi delle obbligazioni cashes, la CariVerona si sfilò all’ultimo. Stavolta, data l’emissione azionaria e la convenienza della sottoscrizione, è assai probabile che tutto filerà liscio. E in ogni caso, un’eventuale defezione non creerebbe problemi alla banca. Nè alla Fondazione, che avrebbe una modesta diluizione della quota.