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 2010  gennaio 08 Venerdì calendario

Uomini che amano gli uomini Oggi in alcuni Paesi, non in Italia, uomo e uomo, (donna e donna molto meno, saranno più sapienti?) coronano l´amore con le nozze o altri legami civili, ma anche allora, negli anni della tetra illegalità, abbondavano salde coppie appassionate del tipo matrimoniale

Uomini che amano gli uomini Oggi in alcuni Paesi, non in Italia, uomo e uomo, (donna e donna molto meno, saranno più sapienti?) coronano l´amore con le nozze o altri legami civili, ma anche allora, negli anni della tetra illegalità, abbondavano salde coppie appassionate del tipo matrimoniale. Certe, come quella di Benjamin Britten, compositore, e Peter Pears, tenore, erano talmente avvinte da non venir neppure invitate ai party più turbolenti e promiscui; e si sa come già alla fine degli anni ”30, W. H. Auden, sommo poeta e drammaturgo, avesse comprato due fedi d´oro per sé e per l´amato Chester Kallman, poeta meno sommo e librettista d´opera, dichiarandosi ufficialmente sposato. «Immaginate due persone che, in questo spazio ridotto, vivano assieme giorno per giorno, cucinino gomito a gomito sugli stessi fornelletti, si comprimano sui gradini angusti. Si radano di fronte allo stesso minuscolo specchio…». Questa consuetudine domestica tra due uomini, ai tempi della clandestinità e della vergogna, l´ha raccontata con oscuro dolore e il rimpianto di una felicità interrotta, Christopher Isherwood nel suo romanzo Un uomo solo: «…Jim, sdraiato di fronte a lui dall´altro capo del divano; che legge a sua volta; entrambi assorti nei loro libri eppure così totalmente coscienti della presenza dell´altro…». Adesso il romanzo viene ripubblicato da Adelphi, nella stessa bella traduzione di Dario Villa dell´edizione Guanda del 1981, approfittando della fremente attesa, da parte dell´eclettico mondo cine-moda-gay-letterario, della versione cinematografica (in Italia dal 15 gennaio) diretta dall´esordiente fashionissimo Tom Ford, texano quarantottenne diventato celebre e ricco negli ultimi anni d´oro della costosa couture di massa, tra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo, come direttore artistico della famosa maison Gucci. Isherwood, inglese che aveva scelto di vivere in California e di diventare americano, aveva scritto il romanzo, dedicato a un altro geniale scrittore collezionista di ragazzi, Gore Vidal, nel 1964, a 60 anni, ringiovanendo il suo protagonista George, professore inglese in una università americana, di un paio d´anni; e siccome l´età è ormai un´ossessione, una piaga, una maledizione per tutti, nel film ne ha 52 e lo interpreta il grande Colin Firth, che ne ha 49. Compagno di Isherwood era già il ritrattista Don Bachardy, che, di trent´anni più giovane, ne era diventato l´amante nel 1953, standogli poi amorosamente vicino, in reciproca e instancabile infedeltà, sino alla morte dello scrittore a 82 anni nel 1986. Al loro legame, esaltato come ”una delle grandi storie importanti del proto-matrimonio gay´, sono dedicati tra l´altro uno dei quadri più noti di David Hockney datato 1968, e il documentario del 2007 Chris & Don: a love story, di Guido Santi e Tina Mascara; in cui Bachardy, ultrasettantenne, ricorda anche lo sconcerto e il rifiuto della cinesocietà hollywoodiana, piena di omosessuali ma fortemente omofoba, scandalizzata per il loro legame vissuto apertamente. In quegli anni, la sola città americana dove due uomini potevano girare mano nella mano in certe strade e in certi parchi, senza essere accoltellati o arrestati, era New York, ricorda Edmund White in City Boy - My life in New York during the 1960´s and ”70s: in Italia lo pubblicherà in settembre Playground, editore di altre opere di White, tra cui My lives, autobiografia a tratti appassionatamente imbarazzante. Però secondo un altro scrittore, Warren Allen Smith, «erano tempi pericolosi quelli per dichiararsi gay. I medici che curavano le malattie veneree ci sgridavano per il nostro stile di vita, gli psichiatri ci giudicavano malati di mente, i vicini spettegolavano…se eravamo un po´ effeminati rimediavamo un occhio nero o le labbra sanguinanti…». Veramente capita anche oggi, e infatti i vecchi gay ricordano con nostalgia quella New York dove il sesso era facilmente disponibile, giorno e notte, tutti i parchi avevano angoli oscuri per incontrarsi e nascondersi, e mai si fece tanto abbondantemente e allegramente l´amore come negli anni in cui l´omosessualità era invisibile. Scrive White, che oggi ha 70 anni, che allora New York «aveva un solo leather bar non appariscente e i clienti arrivavano in abiti normali e poi si cambiavano in taxi indossando i loro costumi di cuoio nero. Avevano il terrore che un amico, anche gay, potesse riconoscerli così vestiti…». Un uomo solo racconta l´ultimo giorno di vita del docente universitario George, rimasto solo dopo la morte in un incidente d´auto dell´amatissimo compagno Jim. Attorno a lui gentili famigliole che recitano la felicità americana e di cui lui percepisce il disprezzo per il suo essere "il frocio", "l´innominable", il disgusto per il proprio corpo che si sfalda, la passione malinconica e inespressa per i giovani corpi degli studenti; l´orrore per le donne provato durante la visita in ospedale a un´amica devastata dalla malattia e che un tempo, bellissima, osò contendergli Jim, la serata con un´altra amica diventata querula per abbandono e ubriachezza; il contagio inguaribile della solitudine e le strazianti gelide righe finali, che descrivono lo spegnersi nel sonno della vita «della non-entità che chiamavamo George», il suo corpo che non è ormai altro che un cadavere: «Ciò è ora parente della spazzatura nel bidone in cortile. Bisognerà sollecitamente portar via entrambi, e provvedervi». Eppure Christopher Isherwood, mentre scriveva questo romanzo pudico, senza un solo accenno sessuale se non di desiderio e privazione, se la spassava in maniera sconsiderata e ancora più lo aveva fatto negli eccessi dei decenni precedenti, come si legge con strabiliato sconcerto nei suoi ”diari ricostruiti´, che cominciò a scrivere nel 1971, il giorno del suo 67esimo compleanno e che sono stati pubblicati postumi col titolo Lost years, gli anni perduti. Relativamente perduti, almeno da un certo punto di vista, calcolando che attorno ai 40 anni Christopher (le memorie sono scritte in terza persona) aveva scopato con più di 400 giovanotti e giovanetti (battuto da White, che prima dei 16 anni aveva raggiunto quota 200 e ovviamente da Simenon che elencava 10.000 partner, però banalmente di sesso femminile). La minuziosità con cui l´assatanato scrittore descrive i suoi incontri va oltre la pornografia, e chissà quanti gay che da anni aspirano ad accasarsi si scandalizzarono quando il libro uscì, negli USA, 10 anni fa. Leggendo Lost Years e soprattutto City Boy, zeppi di nomi di celebrità, si finisce per chiedersi se tra artisti, scrittori, musicisti, attori, registi, miliardari, poeti, generali, ne sia esistito, ne esista, qualcuno che almeno una volta, non abbia gradito, non gradisca, lo sguardo assassino e tutto il resto di un altro uomo.