Sergio Romano, Corriere della Sera 5/1/2010, 5 gennaio 2010
EVA KLOTZ I
diritti dei bolzanini Caro Romano, nella risposta sulla toponomastica sudtirolese lei accosta una variazione dell’ attuale situazione a ostilità verso la minoranza italiana. Non ci pronunciamo sull’ eventualità ma desideriamo ricordare per correttezza che ogni riguardo per la maggioranza tedesca mancò nel 1923, quando le nuove norme furono imposte. Il nazionalismo provocò allora nella zona un rancore simile a quello che sarebbe giustamente comparso in Lombardia, se l’ Austria avesse nell’ 800, per assurdo, rinominato le città di Crema e Cremona rispettivamente «Sahne» e «Grosse Sahne». Sul monumento a Bolzano - spazio pubblico come la stampa dal 12 luglio 1928 - è consolidata l’ indifferenza per la sensibilità dei Sudtirolesi. Termini non bene orientati nel senso storico come «Hinc ceteros excoluimus lingua legibus artibus» perseverano nella drastica divisione tra i capaci-prevalenti e gli inetti-subalterni (i barbari Goethe, Schiller, Kant, Beethoven, Kafka, Lessing, Novalis, Rilke... ringraziano commossi). L’ Avvocatura della Regione dovrebbe rilevarvi lesioni alla Legge Mancino. Invece detta discriminazione culturale persiste. Anche la mancata reciprocità in fatto di rispetto origina risentimenti e non aiuta la convivenza. Eva Klotz suedtiroler.freiheit@ landtag-bz.org Non credo che una umiliazione subita dai vostri nonni e bisnonni possa giustificare una specie di legge del taglione contro gli italiani che vivono nella sua provincia da due o tre generazioni e sono ormai, non meno di lei, bolzanini.