da Andrea Selva, la Repubblica 08/01/2010, 8 gennaio 2010
CERCATORI DEL POLO D’ITALIA
(riassunto) -
I freddofili, studiosi del clima che lavorano a un progetto con gli istituiti metereologici di Veneto e Friuli e con il sostegno del Cnr. Vogliono capire perché all’interno delle doline (grandi depressioni nel terreno, frequenti soprattutto nel Nordest) la temperatura scende in picchiata. Già i soldati durante la Grande guerra lasciavano gli alimenti là in fondo per farli conservare. Così i freddofili escono nelle notti più fredde dell’anno per misurare il gelo estremo che accomuna alcune località trentine, venete e friulane con le zone artiche.
Per arrivare a -40 servono condizioni precise: cielo sereno, bassa umidità e assenza di vento. Quando tutto ciò si verifica nella dolina si hanno differenze di 30 gradi tra il fondo e il bordo della depressione oppure aumenti della temperatura superiori a 20 gradi nel giro di mezz’ora.
Al momento ci sono 47 siti freddi che registrano la temperatura ogni 15 minuti, alimentate da batterie speciali che resistono fino a 87 gradi sotto zero (record del gelo registrato dai russi nel 1983 in Antartide).
Queste misurazioni sono utili per sconfiggere l’inquinamento che si verifica nei mesi invernali nelle vallate di montagna o per collaudare le attrezzature tecniche che possono servire nelle terre dei grandi freddi.