Varie, 7 gennaio 2010
Tags : Liliane Bettencourt
Bettencourt Liliane
• Parigi (Francia) 21 ottobre 1922. La donna più ricca di Francia, principale azionista dell’impero cosmetico Oréal. Il 9 dicembre 2009 il tribunale di Neuilly-sur-Seine rifiutò di metterla sotto tutela, come richiesto dalla figlia Françoise Bettencourt-Meyers, che l’accusava di sperperare il patrimonio familiare a suon di doni strepitosamente generosi a favore del suo entourage, in particolare di François-Marie Barnier, fotografo del jetset parigino • «[...] la donna più ricca del mondo, secondo maggiore patrimonio di Francia (dopo il re del lusso, Bernard Arnault) e diciassettesimo del pianeta, vedova di André, pluriministro scomparso [...] figlia unica ed erede del fondatore dell’industria di cosmetici L’Oreal, a sua volta figlio di un panettiere con il pallino della chimica che aveva messo a punto la formula di alcuni prodotti per la cura dei capelli. La figlia è [...] Françoise Bettencourt Meyers, studiosa e autrice di un importante saggio sulla Bibbia, sposata con il figlio di un rabbino scomparso nell’Olocausto ma, soprattutto, destinataria unica della gran fortuna; e molto preoccupata per l’eredità, al punto da intraprendere un’azione legale contro la madre, non più in grado – secondo lei – di amministrare i suoi beni in quanto affetta da uno stato di senilità che le procura lunghi momenti di confusione e vuoti mentali. [...] In mezzo sta lui, François-Marie Banier, ex boccolone biondo e un po’ maledetto, incantatore del tout-Paris, mondanissimo scrittore e fotografo, [...] specializzato in accompagnamento di benestanti signore mature (come Nathalie Sarraute e Marie-Laure de Noailles, o anche la nostra Silvana Mangano) e da una decina di anni, se non di più, concentrato su Liliane Bettencourt. Di mestiere, sebbene continui a girare Parigi in motoretta con un paio di macchine fotografiche a tracolla, più che altro fa l’immobiliarista, sia nella capitale che in provincia, grazie, naturalmente, alle generose donazioni della sua protettrice. [...]» (Isabella Bossi Fedrigotti, ”Corriere della Sera” 23/12/2008) • «[...] L’ammontare del mecenatismo avrebbe raggiunto, con una improvvisa accelerazione dopo la scomparsa del marito di Liliane nel novembre 2007, la non indifferente cifra di un miliardo di euro. In particolare sotto la forma quanto meno singolare di contratti di assicurazione sulla vita. La figlia, in termini bruschi, teme che la madre stia dilapidando la fortuna e chiede al giudice di accertarne lo stato di salute mentale. Quando i poliziotti della brigata finanziaria, in vellutata trasferta, si sono presentati a casa Bettencourt, la signora li ha ricevuti amabilmente e ha spiegato loro, con efficace argomentazione giuridica, un principio difficilmente contestabile: che lei i suoi soldi li regala come le pare. E ha ricordato una massima. ”La ricchezza è una possibilità. Bisogna utilizzarla per offrire agli altri i mezzi per creare...”. Non è solo propaganda del capitalismo illuminato. Guida una fondazione, nata nel 1987, che finanzia la ricerca medica, la lotta contro l’analfabetismo e la riabilitazione degli alloggi popolari; le somme versate ogni anno ammonterebbero a 30, 40 milioni di euro che la rendono la filantropa più generosa di Francia. Ma la figlia oppone che la generosità verso un singolo diventa, dopo una certa cifra, un po’ sospetta. [...]» (Domenico Quirico, ”La Stampa” 17/12/2008).