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 2010  gennaio 06 Mercoledì calendario

Dagli Stati Uniti un super avvocato per Amanda PERUGIA Il nuovo avvocato di Amanda, Theodore Ted Simon, era ancora un praticante in un famoso studio penale di Philadelphia quando si trovò fra le mani un caso che nessuno voleva, di un giovane americano arrestato in Sudamerica

Dagli Stati Uniti un super avvocato per Amanda PERUGIA Il nuovo avvocato di Amanda, Theodore Ted Simon, era ancora un praticante in un famoso studio penale di Philadelphia quando si trovò fra le mani un caso che nessuno voleva, di un giovane americano arrestato in Sudamerica. Riuscì a vincere e lo riportò a casa. Da allora questa è la sua strada. Sono passati più di trenta inverni e quella barba da giovane contestatore degli Anni Settanta s’è quasi tutta imbiancata in questo tempo, ma adesso che è diventato uno degli avvocati più conosciuti d’America, sta ancora cercando di salvare dei cittadini statunitensi arrestati in Perù. I Knox gli hanno affidato il caso di Amanda, e lui non ci ha pensato su due volte. A marzo, quando comincerà, il processo d’appello ci sarà anche lui assieme a Luciano Ghirga e a Carlo della Vedova. Ted Simon dice che «la condanna di Amanda è stato un tragico esempio di una condanna sbagliata che ha bisogno di una profonda revisione. Sono ansioso di iniziare il mio lavoro con Amanda, la sua famiglia, e la loro squadra legale italiana. Io sono sicuro che il processo d’appello sarà in grado di rettificare questo errore. Mi auguro di ottenere il rilascio di Amanda e la sua libertà». A vederlo nelle immagini che girano sui siti americani e sulle televisioni degli States, da lui frequentate abbastanza assiduamente senza distinzioni di sorta, dalla Cnn a Court Tv, Ted Simon assomiglia un po’ a Dustin Hoffman, un po’ più alto di lui, con quella sua barba brizzolata che gli incornicia il viso e uno sguardo simpatico che spunta dai suoi occhialini da intellettuale. Ha una lunga carriera alle spalle, ma anche questa storia di avvocato da battaglia, in difesa dei diritti costituzionali e dei cittadini americani finiti nelle maglie della giustizia straniera, da Michale Fay, arrestato a Singapore e condannato alla fustigazione, a Ira Einhorn e Don King. Molte volte ha vinto, qualche altra ha perso. Però fra un attestato e l’altro, un encomio e una causa conquistata addirittura per i problemi da virus di internet, s’è ritagliato una immagine professionale molto solida, divenendo pure il segretario della America’s national association of criminal defence lawyers. Assieme a Giulia Bongiorno, che difende l’altro imputato, Raffaele Sollecito, arricchirà questo processo di un altro famoso principe del foro, e finirà per portare in aula la posizione degli americani, il partito dei duri, rappresentato da quella reazione scandalizzata che aveva riempito il mondo del web e delle tv nei giorni seguenti alla condanna di Amanda. D’altro canto, è molto probabile che la famiglia di Seattle si sia accorta di lui, proprio in uno di quei programmi, visto che appena 24 ore dopo la dichiarazione televisiva di Hillary Clinton, che aveva detto di essere pronta ad ascoltare chiunque avesse qualcosa da riferire sul processo di Perugia, Ted Simon aveva spiegato a Good Morning America che quel verdetto non gli sembrava giusto, perché «la mancanza di prove è convincente e profonda: non c’è niente di niente che ponga Amanda Knox nella stanza del delitto, non una goccia di sudore, né una goccia di saliva, né una qualsiasi altra traccia del suo Dna». In quell’occasione, la commentatrice Judy Bachrach era stata molto più dura, perché arrivò a dire che «se sei un estraneo, se sei uno straniero», non hai quasi nessuna possibilità di cavartela. Fra tutti gli avvocati che anche prima della sentenza si erano alternati in tv per rilasciare pesanti dichiarazioni contro la Giustizia italiana (qualcuno disse persino che si trattava della «più grande persecuzione internazionale contro due giovani innocenti»), alla fine, però, la famiglia Knox ha finito col prendere proprio il più cauto, scegliendo uno che critica la condanna restando comunque nei limiti della contestazione giuridica. Il fatto è che Theodore Ted Simon è soprattutto il più grande esperto di diritto internazionale che ha costruito la sua fama, continuando a fare quello che ha sempre fatto dal primo giorno che cominciò questo lavoro: salvare i cittadini americani arrestati all’estero. Questo volevano i genitori di Amanda: «Tutta la nostra famiglia, tutti noi nessuno escluso, è entusiasta di lavorare con una persona dell’esperienza e della capacità di Ted», ha detto Curt Knox, il papà. Sua figlia sta bene, dice: cerca di reagire, ha ripreso a studiare. «Ha passato dei brutti momenti», confessa. Ma ora è tornata la fiducia. «L’avvocato Simon sarà una carta decisiva».