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 2010  gennaio 06 Mercoledì calendario

La neve e il caldo record - La Cina settentrionale è sepolta nella neve e nevicate super abbondanti sono arrivate sulla Gran Bretagna e sulla costa est degli Stati uniti quest’inverno

La neve e il caldo record - La Cina settentrionale è sepolta nella neve e nevicate super abbondanti sono arrivate sulla Gran Bretagna e sulla costa est degli Stati uniti quest’inverno. Ma non lasciamoci ingannare: siamo nel decennio più caldo dagli anni ’40. Già, perché quando si parla di «riscaldamento globale» si intende la temperatura media del pianeta nell’anno, e un inverno freddo qua o là rientra nelle oscillazioni. E su una cosa concordano tutti gli scienziati del clima: il riscaldamento globale rende più profonde le oscillazioni e frequenti i fenomeni meteorologici «estremi», dalle tempeste tropicali, uragani e alluvioni alle ondate di caldo o freddo, alla siccità. Così, sono solo in apparenza contradditorie le due notizie di ieri: nevicata eccezionale in Cina e caldo da record in Australia. Le immagini dalla Cina sono spettacolari, non c’è che dire: a Pechino la piazza Tienanmen è avvolta nella tormenta, 300mila persone sono sguinzagliate capitale a spalare la neve, e 3.500 scuole elementari e medie chiuse tra Pechino e Tianjin. E poi 30 autostrade attorno alla capitale sono impraticabili, centinaia di voli cancellati - e un treno è rimasto sepolto dalla neve, con i passeggeri bloccati per 25 ore prima che il convoglio fosse liberato. Spostiamoci nell’emosfero meridionale, dove ora è estate. Per la precisione in Australia: l’Ufficio meteorologico ieri ha diffuso i dati consuntivi dell’anno passato. Risulta che il 2009 è stato il secondo anno più caldo da quasi un secolo, e il decennio cominciato nel 2000 è stato il decennio più caldo dal 1910 (ma ogni decennio a partire dagli anni ’40 è stato più caldo del precedente, avverte l’ufficio meteorologico). E poiché il 2010 si annuncia un anno ancora più caldo, il nuovo record è vicino. Anche qui, le immagini dell’anno appena trascorso fanno impressione. Il 2009 sarà ricordato per «incendi boschivi estremi, tempeste di sabbia, la perdurante diminuzione delle piogge, zone di alluvioni e ondate di caldo che hanno superato i record», dice l’Ufficio meteorologico. La siccità perdura ormai da diversi anni in una gigantesca regione a sud-ovest del paese - mentre nel nord l’umidità è aumentata, proprio ora ci sono grandi alluvioni. Le ondate di caldo sono state ben tre nel corso del 2009, e sono state la concausa dell’ondata di incendi più letale che si ricordi - 173 morti in pochi giorni. In media, la temperatura registrata negli ultimi dieci anni è stata di 0,48 gradi Celsius superiore alla media del periodo 1961-1990. Per il 2010 i meteorologi australiani prevedono temperatire ancora più alte, tra 0,5 e 1 grado al di sopra di quella media. «Siamo nella fase finale di un evento del Niño sull’oceano Pacifico e questo significa che il 2010 registrerà temperature molto calde - forse le più calde», dice l’Ufficio meteorologico australiano: e questo «è coerente con il riscaldamento globale». Di che smentire il capo dell’opposizione, il conservatore Tony Abbott, che il mese scorso aveva dichiarato «il riscaldamento globale si è fermato». E infatti il ministro dell’ambiente del governo federale australiano, Peter Garrett, è stato pronto a far notare che Abbott ha torto. Il governo di Canberra (laburista) riproporrà in febbraio al parlamento il suo piano di controllo e scambio delle emissioni di anidride carbonica (che il parlamento aveva bocciato, in novembre, poco prima del vertice di Copenhagen sul clima). I dati aggiungono urgenza: «L’Australia è tra le terre abitate più calde e secche sulla terra», ha commentato Garrett, «e il nostro ambiente e la nostra economia saranno tra quelle colpite più duramente e in fretta dal cambiamento del clima».