La Stampa, 6/1/2010, 6 gennaio 2010
Nudo in copertina. Gli Usa non finiscono di scandalizzarsi per Tiger Woods Tiger Woods a torso nudo, intuibilmente smutandato, con due pesi in mano, un berrettino di lana e lo sguardo di chi ha più testosterone che talento da vendere
Nudo in copertina. Gli Usa non finiscono di scandalizzarsi per Tiger Woods Tiger Woods a torso nudo, intuibilmente smutandato, con due pesi in mano, un berrettino di lana e lo sguardo di chi ha più testosterone che talento da vendere. Immagine familiare per le tante amanti del traditore più famoso del mondo, ma che finora nessuno era riuscito a sbattere in copertina. Ci è riuscita Vanity Fair, e i media americani hanno riscoperto i canini. «Una foto degna più di un rapper che di uno sportivo». L’autrice dello scatto, la fotografa-cult newyorchese Annie Leibovitz, quella della famosa foto su «Rolling Stones» con John Lennon ignudo e abbarbicato in posizione fetale a Yoko Ono, si è difesa dicendo che il sexy-ritratto «esprime l’incredibile serietà e dedizione di Woods per il suo sport». In realtà il servizio fotografico è stato realizzato prima che scoppiasse il Woods-affaire, pare nel 2006, ma il tempismo dell’uscita è giornalisticamente azzeccato. L’ennesima vergogna per Tiger, che ha dovuto sborsare 300 milioni alla Nordegren ma ieri ha incassato il sostegno del suo sponsor Electronic Arts o un tentativo di risalita? Dalla copertina Tiger, che alcuni danno in una clinica per sesso-dipendenti, sembra dire, con Glorya Gaynor, «I’m what I’m», sono quello che sono, accettatemi così.