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 2010  gennaio 05 Martedì calendario

Quell’articolo della Carta ispirato dall’ideologia sovietica Renato Brunetta ha ragione quando dice che l’articolo 1 della Costituzione che afferma che l’Italia è una Repubblica democratica «fondata sul lavoro» è una norma ormai inutile

Quell’articolo della Carta ispirato dall’ideologia sovietica Renato Brunetta ha ragione quando dice che l’articolo 1 della Costituzione che afferma che l’Italia è una Repubblica democratica «fondata sul lavoro» è una norma ormai inutile. Ed ha torto il solito Antonio di Pietro che la difende e se la prende con il presidente della Repubblica che sostiene, più in generale, che la costituzione può essere modificata... La costituzione è modificabile e Di Pietro, che ha unalaurea in legge,dovrebbesapere che ben 38 articoli o commi della costituzione italiana dal 1848 in poi sono stati modificati. Quello che stabilisce la promozionedella parità fradonnaeuomoè stato introdotto nel gennaio nel 2003. Qualche professore di diritto costituzionale prende in giro la dizione dell’articolo 1 osservando «forse che la repubblica può essere fondata sull’ozio? ». Ma è una battuta ironica. In realtà questa formula è un retaggiodel tentativo fallito di introdurre nella nostra costituzione un principio semi sovietico. Infattil’onorevole Cevolotto,appartenente allo sparuto partito della democrazia del lavoro (unasortadi partito liberal socialista, composto solo di tre costituenti), relatore dell’articolo 1, nella seduta del 22 marzo del 1947 aveva proposta la norma «L’Italia èunarepubblicademocratica ». Alcuni, come il giovane AldoMoro,dc di sinistra, dissero che era una espressione «troppo algida». Palmiro Togliatti, capo del Partito comunista italiano, che non aspettava altro, presentòunemendamentocheaffermava che «l’Italia è una repubblica democratica di lavoratori». Una espressione classista di sapore sovietico. Infatti richiamava la denominazione della Russia sovietica, in quanto la parola «soviet » si riferiva ai «consigli dei lavoratori » che erano ufficialmente allabasedellaUnionedelleRepubbliche Socialiste Sovietiche ovveroUrss...Laproposta,diTogliatti fu sostenuta oltreché dal Pci, anche da Lelio Basso, leader della sinistra del Psiedall’onorevole Pacciardi, repubblicano, che però dichiarò che non voleva darvi un significato classista. Il dc di sinistra Giovanni Gronchi obbiettòcheèillogiconegare che la parola «lavoratori» ha un significato classista. I liberali erano inorriditi di questa formula, ancheil partito socialdemocratico di Saragat, sorto nel gennaio di quell’anno, eracontrario. Pertanto Amintore Fanfani, allora massimoleader dei dc di sinistra propose la formula attuale per cui la repubblica è si democratica, mafondatasullavoro.Pertentare spiegare il sensoambiguodi questa espressione. Fanfani sostenne che essa vuol solo dire che si esclude che la repubblica «possa fondarsi sul privilegio, sulla nobiltàereditaria, sulla fatica altrui». Ma chiunque sapesse di economia capiva benissimo che questa frase, in sede di interpretazione, poteva dare predominanza al lavoro sulla proprietàesull’impresa. Einvanoil liberale Guido Cortese, per sventare questa interpretazione, propose un emendamento che stabiliva che nessuna parte del popolo e nessun individuo può attribuirsi l’esercizio della sovranità popolare. La norma però era infelice, perché il senso eventuale della introduzionedel lavoronell’articolo 1 non era di modificare il sistema elettoralemai contratti di lavoro in agricoltura, nell’industria e nei pubblici servizi. Così l’emendamento Cortese fu respintocomesuperfluo. El’articolo 1 è in effetti servito alla Corte Costituzionale per sentenze con cui si irrigidiva il sistema di mercato, afavoredi privilegi dei lavoratori, adesempioimpiegatipubblici... Ora l’Unione sovietica non c’è più da un pezzo e gli ex comunistidelPdnonpensanodi resuscitarne le espressioni. Con il Trattato di Maastricht dell’Unione europea che l’Italia ha firmato questa interpretazione dell’articolo 1 non è più possibileperchéquestoTrattato prescrive l’economia di mercato senza discriminazioni.Eillavoroètutelato (almeno nelle buone intenzioni) comela libertà diimpresa, quella dimovimentodi capitali e il risparmio. Così la frase per cui l’Italia è fondata sul lavoro è un relitto del passato, come l’URSS. Ovviamente la si può anche lasciare, perché non ha più efficacia. Altre riforme della Costituzione e delle leggi, sono più importanti. Ad esempio, occorre applicare la vigente costituzione conunamiglior tuteladegliutenti, pergliscioperideipubblici servizi sanitari o di trasporto. Ma ciò non toglie che chi si ostina a difendere questa parte dell’articolo 1, come una formula sacra, ofasolounarissa inutileedemagogica oppure è un nostalgico dei simboli sovietici.