6 gennaio 2010
Pietro Tonin, 39 anni. Di Padova, titolare di una piccola impresa edile, «retto ma estremamente orgoglioso», sposato con la parrucchiera Monica Miazzo, padre di tre figli di 19, 15 e 12 anni, da qualche tempo era assai angosciato perché gli affari non gli andavano bene e in più, a causa di cinque ernie del disco, temeva di non poter più lavorare per appianare i piccoli debiti accumulati
Pietro Tonin, 39 anni. Di Padova, titolare di una piccola impresa edile, «retto ma estremamente orgoglioso», sposato con la parrucchiera Monica Miazzo, padre di tre figli di 19, 15 e 12 anni, da qualche tempo era assai angosciato perché gli affari non gli andavano bene e in più, a causa di cinque ernie del disco, temeva di non poter più lavorare per appianare i piccoli debiti accumulati. Il pomeriggio di lunedì 28 dicembre uscì di casa a piedi, in tasca una quindicina d’euro, dicendo alla moglie «passo in cantiere». Invece, dopo aver vagato per tre giorni chissà dove, la notte di Capodanno giunse sull’argine del fiume Piovego, si sfilò il bomber, col laccio formò due nodi scorsoi, quindi mise le mani dietro la schiena, le infilò nei nodi, e si buttò nell’acqua. Il corpo, trovato domenica 4 gennaio grazie a un tale che, portando a spasso il cane, notò prima una specie di sacco che galleggiava (il bomber gonfio d’acqua), poi accanto al sacco una testa che spuntava, e subito chiamò i carabinieri. Nottata tra giovedì 31 dicembre e venerdì 1 gennaio a Noventa Padovana.