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 2010  gennaio 06 Mercoledì calendario

MERTON Robert C. New York (Stati Uniti) 31 luglio 1944. Economista. Premio Nobel 1997 • «[...] C’è chi ritiene che [

MERTON Robert C. New York (Stati Uniti) 31 luglio 1944. Economista. Premio Nobel 1997 • «[...] C’è chi ritiene che [...] sia uno dei grandi colpevoli della crisi finanziaria. Il suo metodo per la valutazione dei derivati gli è valso il massimo riconoscimento, ma secondo i detrattori ha anche alimentato gli errori degli investitori: l’illusione di poter prevedere un prezzo in base a un metodo astratto avrebbe moltiplicato la presa di rischio più scriteriata. [...]» (Federico Fubini, “Corriere della Sera” 6/1/2010) • «[...] è l’ideatore della superformula,il modello di Black-Scholes-Merton sull’andamento nel tempo del prezzo dei derivati, che elaborata negli anni 70, partendo dagli studi di Robert E. Lucas, uno dei padri della scuola delle "aspettative razionali", diventò dominante negli anni 90, pretendendo di annullare il rischio dagli investimenti. Le cose sono andate diversamente, con la peggior crisi dagli anni della Grande depressione, con la scomparsa di un big come Lehman Brothers, e il salvataggio del più grande gruppo assicurativo del mondo, l’Aig,per 85 miliardi di dollari. Tutto questo parziale elenco d’errori non sconvolge Merton,che ripete “come ogni virtù possa diventare un vizio se portato all’estremo, come nell’applicazione dei modelli matematici nella pratica finanziaria“. “La matematica dei modelli era precisa, ma non i modelli, essendo solo approssimazione alla complessità del mondo reale [...] Il problema è l’uso o l’abuso dei modelli [...] La realtà è che nessuna banca centrale può funzionare senza l’uso di modelli matematici” [...] Merton [...] lavora da un ventennio alla Harvard Business School, dove si era trasferito dopo 20 anni dal vicino Mit, e dove insegna tuttora, pensa che “la finanza resti un sistema distributivo per trasferire il rischio” in modo ottimale. Ecco perché “la cartolarizzazione è stata un buon lavoro”, perché ha distribuito il rischio tra vari soggetti e permesso a molti di accedere al credito. Il problema è che a un certo punto si è rotto il nesso tra chi aveva costruito il contratto e chi lo aveva spacchettato e venduto acquistando rischi di cui non era a conoscenza. “Un problema vero ammette il Nobel-di mancanza d’accesso alla documentazione”.
[...]» (Vittorio Da Rold, “Il Sole-24 Ore” 26/6/2009) • «[...] professore alla Harvard Business School, ingegnere matematico, aveva trovato [...] una formula magica che permetteva di azzerare il rischio negli investimenti. Lui partiva dagli studi sulla velocità di un razzo. Allo stesso modo, la vita di un titolo poteva essere divisa infinitamente e trasformata in un continuum che sfuggiva alla volatilità dei mercati: una trattazione costante, un vortice di compravendite anche senza contabilità adeguata, perché nel movimento stesso stava la garanzia implicita. Queste teorie, accolte con ondate di giubilo in tutti gli ambienti finanziari del mondo, una volta messe in pratica, hanno prodotto una rivoluzione che ha creato i cosiddetti “mercati efficienti” e fatto esplodere il ricorso ai derivati come garanzia contro le oscillazioni. Ad Harvard parlarono di miracolo. Il preside, Kim B. Clark, dichiarò che il lavoro di Merton “aveva fornito e continuava a fornire fondamentali contributi alla finanza e all’economia. Quella di Bob è una voce che esprime leadership e parla contemporaneamente all’accademia e al mondo degli operatori”. Peccato siano state la base sopra la quale si è costruita e sviluppata quella che poi negli anni è stata chiamata finanza creativa [...]» (Pietrangelo Buttafuoco, “Il Foglio” 22/11/2008).