Micaela Cappellini, Il Sole-24 Ore 5/1/2010;, 5 gennaio 2010
I DIECI CANTIERI DELLE MERAVIGLIE
Novecento miliardi di dollari. Più o meno la metà di quanto l’Italia produce in un anno.
certamente una cifra imprecisa, ricostruita a tavolino impastando tra loro le stime delle società di consulenza, le dichiarazioni d’intenti dei governi e i desiderata delle istituzioni internazionali. Ma si avvicina a quanto spenderanno quest’anno i paesi emergenti nella costruzione di nuove infrastrutture. Dove per infrastrutture si intende qualsiasi "via" che li porti verso lo sviluppo: da quelle, più tradizionali, d’asfalto, agli acquedotti per l’approvvigionamento idrico; dai terminal aeroportuari delle rotte d’aria fino alle autostrade informatiche; dalle tubature del gas ai binari dell’alta velocità.
L’Asia, manco a dirlo, farà la parte della tigre. L’Unescap, la Commissione economica e sociale per l’Asia e il Pacifico delle Nazioni Unite, stima il fabbisogno di infrastrutture per quest’anno di tutto il continente in 600 miliardi di dollari. La spesa reale sarà dunque inferiore, ma non di molto, se si considera che la Cina spenderà 26 miliardi di dollari soltanto per una tra le sue grandi opere idriche, ovvero la deviazione dell’acqua dal corso del Fiume Azzurro a quello del Fiume Giallo.
Secondo la Banca mondiale, invece, l’Africa anche quest’anno riuscirà a dirottare sulle infrastrutture 45 miliardi di dollari, per quanto il suo fabbisogno le imporrebbe una spesa di almeno 93 miliardi di dollari. Cifra, questa, che andrebbe raggranellata ogni anno per i prossimi dieci anni.
Quanto al piano quinquennale di Mosca per le infrastrutture, è di quelli ambiziosi: 1.100 miliardi di dollari, vale a dire poco più di 200 miliardi di dollari per il solo 2010. Mentre il Brasile getta sul piatto l’ultimo quarto dei 280 miliardi di dollari ipotizzati dal presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva - ormai a fine mandato - per il quadriennio 2007-2010, più una quota dei 75 miliardi di euro che serviranno a preparare il paese al doppio appuntamento dei Mondiali di calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016. Dove andrà questa fiume di denaro? In migliaia di opere, piccole e grandi.
Mondo&Mercati ne ha scelte dieci, a rappresentare alcuni dei più importanti sottosettori in cui si declina il concetto di in-frastrutture. Dieci prime pietre che verranno posate nell’anno che si è appena aperto: dal faraonico ponte sul mare che unirà il Bahrein e il Qatar (candidato a diventare il più lungo del mondo) alla meno costosa- ma decisamente più importante, nei difficili equilibri ambientali del Pianeta - centrale fotovoltaica di Lopburi, in Thailandia nell’ Asia del Sud-Est.
Ce n’è per tutti i gusti. E soprattutto ce n’è per le aziende. Che queste opere le costruiscono, ma anche e sempre più spesso le finanziano: la modalità della partnership tra il pubblico e il privato, infatti, in questo 2010 si diffonderà sempre più come la forma con cui i paesi emergenti sosterranno il proprio sviluppo.