Francesca Basso, Corriere della Sera 5/1/2010, 5 gennaio 2010
«Le polemiche sulla promozione? Così due volte penalizzata» MILANO’ Prima scintilla di campagna elettorale in Veneto
«Le polemiche sulla promozione? Così due volte penalizzata» MILANO’ Prima scintilla di campagna elettorale in Veneto. A essere colpita è la Lega per una nomina chiacchierata in Regione, che risale a due anni fa: protagonista la moglie del sindaco di Verona Flavio Tosi (insieme nella foto). «Finché attaccano te va bene, ma così io sono penalizzata doppiamente», ha commentato con amarezza Stefania Villanova al marito. L’affaire risale al 2007: l’allora assessore veneto alla Sanità Francesca Martini (subentrata a Tosi diventato sindaco) nominò la Villanova capo della segreteria con un salto di status da impiegata a dirigente, ovvero da 25 mila euro lordi l’anno a 70 mila. La first lady, 41 anni, che a Verona descrivono poco incline alle cerimonie ufficiali, ora è di nuovo al centro della bufera. Senza essere nemmeno animata dal sacro fuoco leghista, tanto che la ricordano come una delle poche consorti celtiche a non avere la tessera. Allora l’opposizione gridò allo scandalo: «Non è laureata, né è stato fatto un concorso (una legge regionale lo permette, ndr) ». Il consigliere regionale del Pd Franco Bonfante fu querelato. Adesso il tribunale ha archiviato la sua posizione. E Bonfante rincara la dose: «Resto del mio parere. Certo, il comportamento non è un illecito giuridico ma è politicamente criticabile. Non ce l’ho con Tosi ma non è un bel segnale verso i giovani che cercano lavoro». Il sindaco respinge l’accusa di nepotismo: «I capi di segreteria degli assessorati e dei gruppi consiliari non sono scelti per concorso, sono figure fiduciarie. E poi mia moglie è entrata in Regione prima di me, ci lavora da una quindicina d’anni. Ci siamo conosciuti nel 2001, io ero consigliere regionale e lei lavorava in una segreteria della giunta». Le nozze vennero dopo, il 17 dicembre del 2006. Prima ci sono gli anni di lavoro fianco a fianco alla Sanità, lui assessore e lei nel suo staff, «nei fatti ne era a capo ma per evitare polemiche con un contratto part time al 60%’ continua Tosi ”. E visto che era la mia morosa quando andavamo a Roma per lavoro pagavo di tasca mia il suo biglietto». Certo, la nomina a dirigente non è del marito ma della Martini, attuale sottosegretario alla Sanità, però fa sempre discutere. Qualcuno parlò anche di risarcimento al sindaco per avere lasciato la segreteria regionale a un trevigiano. E su questo Tosi ribatte: «Il congresso fu l’anno successivo...». Intanto, in Veneto si è ripreso a parlare di poltrone.