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 2010  gennaio 03 Domenica calendario

Anno VII - Trecentotreesima settimanaDal 21 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010Berlusconi Berlusconi sta meglio

Anno VII - Trecentotreesima settimana
Dal 21 dicembre 2009 al 3 gennaio 2010

Berlusconi Berlusconi sta meglio. Nel pomeriggio del 31 è anche uscito di casa, facendosi un giro al Centro commerciale ”Il Gigante” di Villasanta e non vergognandosi di esibire un vistoso cerotto in faccia. Un paio d’ore di shopping (50 portafogli da Carpisa), strette di mano con tutti, un caffè con il direttore, nessuna comunicazione ufficiale. Il Cavaliere ha impostato durante la convalescenza e le feste una nuova strategia, culminata nella volontà di contrapporre il Partito dell’Amore (il suo) al Partito dell’Odio (tutti gli altri). Si segnalano prudenti aperture al dialogo da parte del centro-destra, a cui il centro-sinistra risponde con la frase: «Prima di qualunque discorso bisogna levare di mezzo le leggi ad personam». Napolitano, nel saluto di fine anno (più lungo di quattro minuti rispetto a quello del 2008), ha benedetto la necessità delle riforme e la volontà di farle insieme. Il discorso, troppo pieno della parola ”solidarietà”, è piaciuto poco alla Lega. Bossi non ha voluto commentarlo, Calderoli s’è limitato ad espressioni di cortesia, ringhiando però alla fine: «Chi le riforme non le vuole lo dica chiaramente», un avvertimento in vista delle prime applicazioni del federalismo. Sia delle riforme che del federalismo (e delle centrali nucleari) non sentiremo però parlare in concreto fino a dopo le elezioni regionali di marzo. In campagna elettorale qualunque inciucio (termine che sotto Natale D’Alema ha riabilitato) può essere pagato molto caro. Il ministro Brunetta ha però riscaldato il clima, subito dopo Capodanno, annunciando che la Costituzione andrebbe riformata anche nella sua prima parte, là dove sono elencati i princìpi che regolano la nostra comvivenza. L’articolo 1, ad esempio, quello che definisce l’Italia «una Repubblica democratica fondata sul lavoro», è a suo dire un non senso. La sinistra è subito insorta, Di Pietro ha gridato «a questi gli dai la mano e si prendono il braccio» eccetera.

Yemen La situazione è seria invece sul fronte terrorismo, un problema di cui ci eravamo quasi dimenticati. A Santo Stefano, un nigeriano di 23 anni, Umar Farouk Abdul Mutallab, proveniente da Lagos e seduto al posto 19a del volo Amsterdam-Detroit, ha preso a trafficare con polveri, liquidi e siringa venti minuti prima dell’atterraggio. Un regista olandese di 32 anni, di nome Jasper Juringa, che stava seduto alla stessa altezza ma sull’altra fila, se n’è accorto, ha scavalcato gli altri pasaseggeri, gli s’è buttato addosso, ha spento le fiamme che intanto gli erano divampate in mezzo ai pantaloni e ha trascinato lo shahid mancato nella cabina di pilotaggio. Arrestato, Mutallab s’è proclamato adepto di al Qaeda e ha detto di essersi rifornito dei suoi aggeggi nello Yemen. S’è scoperto anche che il suo nome stava in un database di terroristi ipotetici e che il padre, un pezzo grosso nigeriano di nome Alhaji Umaru Mutallab, ex presidente della United Bank of Africa e della First Bank in Nigeria, essendosi accorto della svolta fondamentalista del figlio, lo aveva denunciato all’ambasciata americana di Abuja. C’erano insomma abbastanza elementi per fermare il tizio all’aeroporto di Schipol e non farlo imbarcare. Invece alla débacle dei servizi americani, che hanno dato il nulla osta alla partenza, s’è aggiunta la figuraccia degli addetti al check in olandesi, che si son fatti passare l’esplosivo sotto il naso. Esaminato il materiale con cui aveva pasticciato Mutallab, gli esperti infatti hanno sentenziato che sarebbe bastato per far saltare in aria il velivolo con i suoi 278 passeggeri.

Al Qaeda Al Qaeda ha poi rivendicato il fallito tentativo del nigeriano e questo ha aumentato l’agitazione generale. Su disposizione degli Stati Uniti, i controlli agli imbarchi dei voli per l’America si sono fatti più stretti, è adesso obbligatorio per tutti il controllo manuale dei busti e delle gambe dei passeggeri, e l’ispezione dei bagagli a mano anche se hanno passato i raggi x. Per imbarcarsi alla volta degli Usa è appena sufficiente presentarsi tre ore di prima. Ma è probabile che questa misure siano ancor più ristrette. L’Unione europea, in una riunione di questa settimana, deve decidere se permettere l’acquisto, negli scali europei, dei bodyscanner, macchine capaci di mostrare il corpo nudo qualunque indumento si indossi. Ci sono problemi di privacy e ci sono problemi di soldi: ognuno di questi apparecchi costa fino a un milione di euro. Anche Maroni s’è detto pronto ad acquistarli per Malpensa e Fiumicino. Obama, in un discorso molto severo sulla sicurezza (e sui responsabili dell’apparato Usa) ha detto che intende spostare risorse dall’Iraq («un paese che nulla ha a che vedere con gli attacchi dell’11 settembre») al Pakistan settentrionale e allo Yemen, dove si sarebbe formata ormai una forte comunità di qaedisti, dedita all’addestramento e al rifornimento di tutti i potenziali shahid del mondo (25 di questi starebbero rientrando a Londra, pronti a farsi saltare nei luoghi più affollati). C’è una ragionevole certezza che il presidente Usa, d’accordo col governo locale, ordini al più presto un blitz nello Yemen con lo scopo di distruggere queste basi.

Terrorismi Altri fatti che, in questo clima, hanno agitato pubblico e media. Alla vigilia di Natale, in San Pietro, una svizzera mentalmente disturbata, Susanna Maiolo di 25 anni, ha scavalcato le transenne e s’è gettata addosso al Papa, trascinandolo in terra. Non era armata e ha spiegato che voleva solo abbracciare Benedetto e parlargli dei poveri del mondo. Nessuna conseguenza per il Pontefice e un femore rotto per il vecchio cardinale Roger Etchegaray di 87 anni. La notte tra sabato 2 e domenica 3 gennaio, poi, una bomba è esplosa davanti all’ingresso dell’ufficio del giudice di pace di Reggio Calabria. Danneggiato un portone, scardinata un’inferriata, ma nessun morto e nessun ferito.

Graviano La Corte d’Assise di Palermo ha revocato l’isolamento diurno al pluriergastolano Giuseppe Graviano, quello che avrebbe dovuto confortare le rivelazioni sul Berlusconi-mafioso di Gaspare Spatuzza. Interrogato al processo, invece, il boss aveva risposto: «Non parlo perché il mio stato di salute mi impedisce di rispondere. Aspetto che mi alleggeriscano il 41 bis. Appena potrò informerò la Corte». Polemiche.

Maltempo Uno sforzo straordinario ha evitato per poco che l’ultima notte dell’anno esondasse il lago di Massaciuccoli, con danni alle persone e allagamento delle mirabilia pucciniane (la villa, il teatro ecc.). Lucchesia e Pisano sono stati sommersi per molti giorni, tutto il Paese, tranne la Sicilia, è stato tormentato dal fraddo e flagellato dalla pioggia. Sono poi mancati il sale per sciogliere il ghiaccio a Milano e a Firenze, a Firenze sono venute meno anche le gomme termiche per i bus, il liquido sbrinante all’aeroporto di Bologna è finito troppo presto, a Venezia s’è vista l’acqua alta, ecc. Il capo delle Ferrovie, Moretti, è stato messo ancora una volta sotto accusa per il numero di treni soppressi e conseguenti ritardi. S’è difeso dicendo che all’estero è andata anche peggio. E in effetti cinque treni sono rimasti bloccati per 16 ore nell’Eurotunnel sotto la Manica con 2.500 passeggeri a bordo lasciati al buio, senza cibo e senza coperte. Quei formidabili mostri di efficienza inglesi hanno però salvato dai disagi Claudia Schiffer, fatta scendere a Folkestone e trasportata con una macchina e tutti gli agi del caso a Londra. Polemiche a non finire.