Giornali vari, 21 dicembre 2009
Anno VI - Trecentoduesima settimanaDal 14 al 21 dicembre 2009Gli Anni Zero (2000-2009) hanno una data spartiacque: l’11 settembre 2001, attacco alle Torri Gemelle
Anno VI - Trecentoduesima settimana
Dal 14 al 21 dicembre 2009
Gli Anni Zero (2000-2009) hanno una data spartiacque: l’11 settembre 2001, attacco alle Torri Gemelle.
1/1/2000 – 10/9/2001 Festeggiato in tutto il mondo un millennio che in realtà comincia l’anno dopo, evitato, con una spesa di 360 mila miliardi di dollari, il millennium bug, cioè il default di tutti i software esistenti incapaci finora di distinguere date che non abbiano anni con l’uno, il 2 gennaio del 2001 comincia con Clinton alla Casa Bianca, Putin che fa le veci del dimissionario Eltsin, Chirac in Francia, Tony Blair a Londra e Massimo D’Alema a Roma, capo di un governo di centro-sinistra. D’Alema ha scommesso che le elezioni regionali in programma per il 16 aprile 2000 saranno un trionfo. Perde invece, dato che al centro-destra vanno otto regioni e tutto il Nord. E si dimette. Si forma il governo Amato, intanto Putin è eletto in Russia e Bush, a novembre, diventa, grazie ai 1.700 contestatissimi voti di vantaggio raccolti in Florida, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Alle politiche del 2001, il centro-sinistra candida Rutelli. Berlusconi, alleato con Fini, Bossi e Casini, vince senza problemi.
11/9/2001-31/12/2001 Sono le otto del mattino, cinque terroristi dirottano il Boeing 767 dell’American Airlines che da Boston sta andando a Los Angeles e costringono il pilota a schiantarsi contro la Torre Nord del World Trade Center di New York. Da noi sta per concludersi il Tg1 delle 13. Qualche telecamera riprende l’impatto, benché del tutto inaspettato. Un’ora dopo - alle 9.03 - quando arriva sulla Torre Sud l’aereo della UA, tutte le telecamere del mondo sono puntate sulle Twin Towers. Secondo schianto, e mentre le Torri vanno a fuoco, destinate di lì a poco a cadere, la gente si butta dalle finestre dei due grattacieli. Intanto (ore 9.40) un altro Boeing 757 colpiva il Pentagono e, dopo altri quaranta minuti, un quarto aereo si schiantava a Shanksville, 80 miglia da Pittsburgh: i 38 passeggeri, con 5 assistenti di volo e due piloti, avevano capito quello che stava succedendo e, lottando, avevano impedito ai quattro terroristi di puntare sulla Casa Bianca o sulla cupola del Campidoglio. Bilancio: 2750 morti, di ottanta nazionalità diverse. Danni: 750 miliardi di dollari. Tra le conseguenze di questa azione: la crisi delle compagnie aeree (Swissair e Sabena chiudono già nel 2001), l’attacco americano all’Afghanistan, il drastico abbassamento del tasso di sconto negli Stati Uniti, deciso da Greenspan per affrontare il panico post Borsa.
Anno 2002 Arriva l’euro e, almeno in Italia, la sensazione è che nei negozi i vecchi cartellini col prezzo mille lire siano stati rimpiazzati con cartellini da 1 euro. Solo che al cambio l’euro vale quasi duemila lire, dunque i commercianti, zitti zitti, avrebbero raddoppiato i prezzi. L’Istat dice di no, ma i giornali parlano ormai di ”inflazione percepita”. Alla fine di gennaio c’è il delitto di Cogne, all’inizio di febbraio i girotondini con Nanni Moretti mettono in fibrillazione la sinistra italiana contestando a piazza Navona i dirigenti diessini («con questi qui non vinceremo mai»). Il 19 marzo, a Bologna, le nuove Brigate rosse ammazzano Marco Biagi.
Anno 2003 Nonostante il no dell’Onu e quello di Francia Russia e Germania, nonostante le centinaia di manifestazioni pacifiste in tutto il mondo, Bush, sostenendo falsamente che Saddam Hussein possiede armi di distruzione di massa, invade l’Iraq e in venti giorni arriva a Kabul (20/3-9/4). Nella troppo facile marcia, ha perso appena cento uomini. Ma il difficile viene adesso: il paese, conquistato militarmente, andrebbe ora pacificato, governato, risanato. E con questo intento, gli Stati Uniti ottengono l’invio di truppe alleate dai paesi amici, tra cui l’Italia che spedisce laggù tremila soldati (il provvedimento è passato con l’astensione di Ds, Margherita, Sdi e Udeur). L’impresa di fare dell’Iraq una democrazia alla nostra maniera appare subito proibitiva: decine e decine di attentati suicidi seminano morte e terrore ovunque. Il 12 novembre, a Nassirya, uno di questi shahid, a bordo di un camion carico di esplosivo, uccide 28 persone e, tra queste 19 italiani. Il 14 dicembre viene catturato Saddam. In Italia, il 31 luglio viene messa in liquidazione la Cirio e il 19 dicembre si scopre che la Parmalat ha i conti truccati: poco meno di quattro miliardi di liquidità accreditati su un conto della Bank of America non esistono. I documenti relativi sono stati fabbricati a Parma, con uno scanner e una stampante a colori.
2004 Il mausoleo di Hussein, la moschea Abba, la stazione della metropolitana di Atocha, Baquba, Domodievo, Beslan con i suoi bambini, l’hotel Hilton di Taba. la sequenza di attentati, frutto della lezione irachena, che percorre il mondo, con centinaia di morti ogni volta. E poi: il nostro Fabrizio Quattrocchi che dice ai suoi rapitori «Ti faccio vedere come muore un italiano», l’assassinio di Baldoni, il rapimento, seguito da decapitazione messa in video, di Hansley, Armstrong e Bigley, il corpo fatto a pezzi di Margaret Hassan, la signora inglese che stava in Iraq a far beneficienza, il sequestro delle due Simone che, liberate e tornate in patria, non sentono neanche il bisogno di ringraziare. La lunga scia di morti costa il posto ad Aznar che avendo falsamente accusato l’Eta delle bombe di Atocha perde le elezioni spagnole e cede il posto di premier all’outsider Zapatero (prima decisione: ritiro immediato dall’Iraq). Bush invece viene rieletto senza problemi. L’11 marzo Bossi ha l’infarto che lo segnerà per sempre. Alla fine dell’anno un maremoto di violenza inaudita scuote l’Indonesia e sposta addirittura l’asse terrestre. Decine di migliaia di morti.
2005 l’anno dei furbetti. Nello stesso momento sono in corso una scalata al Corriere della Sera, una alla Banca Antonveneta, un’altra alla Banca Nazionale del Lavoro. I tre protagonisti, rispettivamente: Stefano Ricucci, Gianpiero Fiorani e Giovanni Consorte. Fiorani è un cattolico, Consorte un diessino che guida le cooperative, Ricucci un immobiliarista-finanziere apparentemente senza padrini politici. La tesi più accreditata è che siano in combutta per spartirsi un bel po’ di patrimonio e il primo quotidiano italiano. La magistratura li blocca. L’operazione costa il posto al governatore della Banca d’Italia, il pio Antonio Fazio, protettore di Fiorani e forse alla fine di tutti e tre. Al suo posto arriva Mario Draghi, che lascia per questo la Goldman Sachs.
2006 l’anno in cui Berlusconi perde le elezioni. C’è una nuova legge elettorale – voluta da Casini e varata perché la sconfitta è nell’aria – che prevede sbarramenti, premi di maggioranza e vantaggi per le coalizioni. Il centro-sinistra, guidato da Prodi, mette in piedi un’alleanza mostruosa di una decina di sigle. Però, tra sbarramenti e premi, si trova con un vantaggio di appena tre voti al Senato. Berlusconi sostiene che ci sono stati brogli, studi successivi dimostrano che qualcosa è successo ma a vantaggio-svantaggio di tutti e due. Intanto il centro-sinistra, dopo essersi preso la presidenza delle due camere, manda al Quirinale Napolitano, già cavallo di razza del Pci.
2007 Comincia la crisi. Il 9 agosto le borse vanno giù e bruciano in due soli giorni, e solo in Europa, 220 miliardi di euro. Il pubblico sente pronunciare per la prima volta la parola ”subprime”, che significa ”non di prima scelta”. Spinte dai tassi all’1% fissati dall’ex governatore della Fed Alan Greenspan per contrastare l’effetto deprimente dell’11 settembre, le banche hanno prestato soldi a gente senza garanzie, che adesso non è in grado di restituire il denaro. E i prezzi delle case sono precipitate e il mondo è impestato da titoli detti ”derivati” che rappresentano una ricchezza solo teorica. A quanto ammonta il buco? Si dice a 650 miliardi di dollari. Ma tutti sanno che è una cifra fasulla. La cifra vera non si conosce neanche oggi. 4.500? 10.000? Chi sa.
2008 La più straordinaria campagna elettorale della storia americana vede in lizza per la nomination democratica una donna – la senatrice Hillary Clinton -, e un nero, il senatore dell’Illinois Barack Obama. Costui è dotato di un’eloquenza straordinaria, capace di dare al mondo quello di cui il mondo, in questo momento di crisi economica apparentemente senza uscita, pare avere più bisogno: la speranza. Ottiene dunque di affrontare il candidato repubblicano, l’eroe di guerra John McCain, che per sbarrargli il passo sceglie come suo vice Sarah Palin, la bella governatrice dell’Alaska. Invano, Obama è eletto. La crisi ha messo in mutande mezzo mondo, Lehman Brothers è fallita, le banche sono esposte per miliardi di dollari, le grandi case automobilistiche americane sono sul lastrico. Gli stati gridano che garantiranno loro i depositi bancari e inondando il mercato di denaro, sotto forma di carta. Chi può, però, compra oro. In Italia: Prodi non riesce a guidare il suo governo troppo affollato di partiti, cade e si va alle elezioni. Torna al potere, con una maggioranza schiacciante, Berlusconi.
2009 Incredibile a dirsi, è la Fiat a salvare la Chrysler, chiamata direttamente da Obama. L’amministratore delegato della società, Sergio Marchionne, è sicuramente l’uomo dell’anno. La disoccupazione cresce, le borse, spinte dalla gran massa di denaro in circolazione, salgono. Finanza ed economia, denaro e mondo del lavoro sembrano sempre più distanti: non pare che ai ricchi la crisi sia costata qualcosa e tanto più ricchi – si direbbe – tanto meno hanno pagato. L’Italia, in un mondo che resta sospeso sull’abisso, sembra star meglio degli altri, nonostante il suo debito abbia superato i 1800 miliardi di euro. Ma i nostri partiti litigano, si insultano e Berlusconi suscita sentimenti estremi. In dicembre, in piazza del Duomo, un uomo non del tutto in sé gli tira in faccia un modellino del Duomo di Milano, ferendolo dolorosamente. È la storia di questi giorni, i cui effetti dobbiamo ancora misurare e i cui esisti non potremo raccontare che nel 2010.
Questa settimana Il Natale arriva con un freddo intensissimo, che ha bloccato treni e campionato. Intanto il vertice di Copenhagen sul riscaldamento globale ha prodotto un inquinamento identico a quello del Paraguay, ma nessun accordo serio: dopo 15 giorni di lavori i potenti della Terra (cioè Usa e Cina) si sono impegnati a rivedersi di nuovo in gennaio. Lo scudo fiscale ha avuto un bel successo (110-120 miliardi rientrati) e sarà prolungato fino ad aprile. La Guardia di Finanza sta indagando e perquisendo i fabbricanti di pasta, accusati di aver aumentato senza ragione il prezzo di spaghetti e affini. Berlusconi ha lasciato il San Raffaele e predicato un ritorno alla pace: intanto un pacco-bomba, firmato da una sigla anarchica, è stato trovato alla Bocconi. Alberto Stasi è stato assolto dall’accusa di aver ammazzato a Garlasco la fidanzata Chiara Poggi.