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 2009  dicembre 14 Lunedì calendario

Anno VI - Trecentunesima settimanaDal 7 al 14 dicembre 2009L’aggressione a Berlusconi domina naturalmente la cronaca e il dibattito politico di questi giorni

Anno VI - Trecentunesima settimana
Dal 7 al 14 dicembre 2009

L’aggressione a Berlusconi domina naturalmente la cronaca e il dibattito politico di questi giorni.

Berlusconi Domenica sera, intorno alle 18.20. Berlusconi ha appena finito il comizio del tesseramento in piazza del Duomo. Scende dal piccolo palco, si fa largo in mezzo alla folla per raggiungere la macchina, si ferma a un certo punto a firmare autografi. vicinissimo alle transenne che tengono a distanza i simpatizzanti. Da qui, all’improvviso, viene scagliato con notevole forza un modellino di marmo del Duomo di Milano. Il lanciatore ha mirato alla testa del presidente del Consiglio e la colpisce in pieno: il naso viene fratturato, due denti sono gravemente lesionati, la bocca si riempie di sangue, sangue cola pure dalla guancia sinistra, ferita. Pochi centimetri più su e il Cavaliere avrebbe perso un occhio. Mentre la folla prende a gridare contro l’aggressore e si teme un linciaggio, Berlusconi viene soccorso dalle sue guardie del corpo e portato al San Raffaele dove lo tengono in osservazione per 24 ore. Il capo del governo ha ancora la forza di scherzare, quando arriva in ospedale Galliani, gli chiede subito: «Come abbiamo fatto a perdere a quel modo?». Il Milan infatti è appena stato battuto per 2 a 0 dal Palermo a San Siro.

Tartaglia L’attentatore si chiama Massimo Tartaglia, ha 42 anni, la Digos non lo ha mai sentito nominare. Non appartiene di sicuro a nessun gruppo contestatore, niente partiti di sinistra, niente centri sociali. Agli agenti spiega di provare rancore per il presidente del Consiglio. Rancore perché? Risposte confuse. Si viene presto a sapere che l’uomo ha problemi mentali, che è in cura da una psicanalista, la quale viene subito chiamata dalla polizia per aiutare nell’interrogatorio. Dalle risposte non si ricava comunque granché. Alla fine portano Tartaglia a San Vittore, contestandogli l’accusa di lesioni, pluriaggravate dalla premeditazione e dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa. La premeditazione sarebbe provata dal fatto che Tartaglia aveva in tasca, insieme a un piccolo crocifisso, un altro modellino in marmo del Duomo e uno spray urticante al peperoncino. I cronisti corsi a casa sua in Cesano Boscone (hinterland milanese) scoprono due genitori preoccupatissimi e colti di sorpresa, come tutti, dal gesto del figlio. Il padre Alessandro: «Massimo ha 42 anni ed è un malato psichico. in cura da quando ne aveva diciotto. Non ha nemmeno fatto il militare. Prende gli psicofarmaci, ma non è mai stato ricoverato in ospedale. La famiglia ha sempre cercato di stargli vicino. Non ha mai fatto politica, né in un partito né altrove. L’unica tessera che ha è quella del Wwf, perché fa il volontariato in un centro che si prende cura dei rapaci. La nostra è una famiglia di centrosinistra, votiamo Pd, ma la politica non c’entra nulla con il suo gesto. Chissà cosa gli è saltato in mente. Speriamo che questa vicenda finisca il prima possibile. Abbiamo una piccola ditta di elettronica e Massimo è mio socio al 30%. Ha sempre amato trafficare con fili e transistor, fin da piccolo, e ha il diploma da perito elettronico». I cronisti scoprono che tanti anni fa ha inventato i quadri che si illuminano da soli cambiando anche di colore e che adesso ha aperto una pagina su MySpace nel tentativo di immettere sul mercato una nuova tecnologia multi-interattiva.

Politici La questione che si pone subito alla politica, e la divide ancora una volta, è la seguente: il gesto di Tartaglia è un fatto isolato, frutto del delirio di un folle, che si sarebbe prodotto in ogni caso e in ogni contesto, o è la conseguenza di un clima esasperato, in cui gli avversari di Berlusconi si sono comportati da nemici che mirano all’annientamento del loro bersaglio in ogni caso e in ogni modo? E se fosse vera questa seconda ipotesi, non ha una parte di responsabilità anche il premier, il quale grida da un pezzo contro la sinistra e minaccia di imbavagliare giornali e giudici? Sul clima generale, il presidente Napolitano, solidarizzando, ha rinnovato l’appello «perché ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto». Gli altri partiti hanno solidarizzato più o meno con gli stessi toni, tranne Di Pietro e Rosy Bindi. Di Pietro ha sostenuto che, pur condannando ogni violenza, non si può negare che con il suo comportamento il premier «istiga». Rosy Bindi, intervistata dalla Stampa, ha sostenuto che «tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi, non può sentirsi la vittima. Questi gesti vanno sempre condannati, mai giustificati. Qualche volta però sono spiegabili. Certo, se si continua a dividere questo paese, alla fine...». Bisogna ricordare che tra gli elementi che hanno portato al massimo la tensione c’è stata la forzatura, da parte dei giudici, della confessione del pentito Spatuzza, protagonista di una flebile testimonianza, priva di alcun riscontro, sul presunto asse Berlusconi/Dell’Utri-Mafia. La settimana scorsa, Filippo Graviano, portato in aula a dir la sua su questo punto, ha negato con decisione di aver conosciuto Berlusconi. Suo fratello Giuseppe, l’uomo che Spatuzza chiama ”Madrenatura”, non ha neanche voluto testimoniare.

Comizio Il gesto di Tartaglia ha fatto dimenticare il comizio di domenica sera, la festa del tesseramento e gli ultimi casi della politica italiana, casi non da poco. Il comizio di piazza Duomo era stato convocato per inaugurare l’attività del Popolo della Libertà, finora un partito-ectoplasma praticamente senza iscritti e con organi dirigenti di fatto privi di potere. Berlusconi aveva capito la convenienza di dotarsi di un partito vero nel momento in cui Tremonti aveva chiesto di diventare vice-premier. Senza esporsi in prima persona, il Cav gli aveva fatto dir di no dall’organismo che riunisce i tre coordinatori Bondi, La Russa, Verdini. Adesso Berlusconi ha capito che il partito può risultare molto utile per tenere a bada gli avversari della sua parte. Prima di tutto Fini, il quale ha fatto sapere che, in caso di elezioni anticipate, correrà da solo (gli viene accreditato un consenso del 5-6%). Poi Lombardo, che in Sicilia si dice pronto a varare un esecutivo senza centro-destra e appoggiato invece dall’esterno dal Pd. Poi c’è l’ultima idea di Casini: ha ripetuto che, a parer suo, se cade Berlusconi una nuova maggioranza si trova in cinque minuti. E ha lanciato la proposta a tutta l’opposizione di far fronte comune contro il Cavaliere, ponendosi il solo obiettivo di scalzarlo e di ricominciare. Proprio per frenare questo movimento, Berlusconi ha rilanciato il Popolo della Libertà: nel corso del comizio ha consegnato a se stesso la tessera numero uno del partito, a Letizia Moratti (finora a capo di una formazione sua) la tessera numero due, ha poi annunciato di aver recuperato e fatto entrare nel Pdl la Santanché e Storace. Gli analisti hanno valutato il suo discorso come moderato. Alle 18.20, poi, è cambiato tutto. Nonostante i 20 mila iscritti ai gruppi che su Facebook esaltano l’aggressione («Tartaglia santo subito» eccetera), gli esperti di sondaggi sostengono che il lancio del mini-Duomo ha fatto salire, tra gli italiani, il gradimento per il presidente del Consiglio.

E inoltre Per ora nel vertice sul clima di Copenhagen si è concluso poco, Tiger Woods, pentitissimo, ha annunciato che, per salvare la famiglia, smetterà di giocare a golf, i media americani e alcuni grandi avvocati Usa sostengono che processo e condanna di Amanda non stanno in piedi e che la giustizia italiana fa acqua da tutte le parti, la Grecia è sull’orlo della bancarotta, è andata in onda, a 27 anni dal debutto e dopo una sfilata di 32.800 ospiti, l’ultima puntata del Maurizio Costanzo Show, ecc.