Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 05 Martedì calendario

Barbery Muriel

• Casablanca (Marocco) 28 maggio 1969. Scrittrice • «[...] l’autrice dell’Eleganza del riccio [...] già autrice del romanzo Una golosità (Garzanti), è docente di filosofia e la sua cultura affiora tra le pagine (Karl Marx ed Edmund Husserl per esempio) senza annoiare perché sempre accompagnata da humour e umanità. Le protagoniste di questa ”commedia sociale” non potrebbero essere più diverse. Paloma, 12 anni, geniale figlia di un ricco deputato, abita in un appartamento di ricchi al 7 di rue de Grenelle, Parigi. Renée, 54 anni, è portinaia nello stesso palazzo. Il suo autoritratto è delizioso: ”Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi...”. Ma se Paloma nasconde la sua genialità per sopravvivere in un mondo di mediocri, anche Renée nasconde la sua vera natura di colta autodidatta, per non insospettire i suoi supponenti e ignoranti inquilini della gauche caviar. Sandro Ferri, l’euforico editore della e/o, non prevedeva il trionfo quando ha comprato i diritti del libro alla Fiera di Francoforte nel 2006. ”Penso che una delle chiavi sia proprio questa: le protagoniste sono due perdenti nella gerarchia sociale del palazzo, ma nella loro vita interiore trionfano. E in un momento in cui l’apparenza ci tiranneggia, è confortante poter sperare in una vita segreta” dice Ferri, che ha preso i diritti del romanzo anche per gli Stati Uniti [...]» (Manuela Grassi, ”Panorama” 10/1/2008) • «Esiste qualcuno che non abbia sentito parlare de L’eleganza del riccio? In molti hanno letto, apprezzato e regalato questo bizzarro romanzo; in tanti lo hanno sentito commentare o ne hanno visto pile di esemplari cinti da fascette che annunciano esultanti la trentesima ristampa. [...] Tradotto in 35 paesi, svetta [...] nelle classifiche in Spagna e in Corea. Prodigi del passaparola e alchimia sfuggente a strategie mediatiche: scritto da Muriel Barbery, insegnante di filosofia dell´educazione in Normandia, completamente estranea a giri letterari, L’élégance du hérisson uscì in Francia nel 2006. Nessuno aveva previsto che quel burlesco e ben armato monologo di una portinaia divoratrice di Tolstoj, appassionata di Mahler e ardita nello smantellare la fenomenologia di Husserl, intrecciato al journal intime dell’adolescente intellettuale Paloma, domiciliata nello stesso condominio della concierge e altrettanto determinata a occultare i propri talenti al mondo dei borghesi idioti, sarebbe divenuto un fenomeno editoriale. Clima e stile di quel libro (gioco di scrittura sferica e sinuosa, affidata sempre alla prima persona), oltre che set ambientale (stesso palazzo parigino in Rue de Grenelle) e personaggi (la portiera Renée), riemergono da un altro romanzo della Barbery, Estasi culinarie [...] il suo debutto di scrittrice: pubblicato in Francia nel 2000 col titolo Une gourmandise, narra l’agonia di un critico gastronomico raffinato e feroce. Morente eppure lucidissimo, Monsieur Arthens si racconta inseguendo la sua vita in una serie di flasback mentre cerca il ”sapore per eccellenza”: prima e ultima verità, chiave del cuore, gusto annidato nel profondo, come la madeleine proustiana. Del libro, che passò inosservato in Francia e anche Italia, dove uscì per Garzanti nel 2001 come Una golosità, hanno rilevato i diritti le edizioni e/o, sperando di replicare il miracoloso ciclone dell’Eleganza del riccio, e facendolo ritradurre da Cinzia Poli ed Emanuelle Caillat, gli stessi ottimi traduttori del romanzo-rivelazione. Nel frattempo l’autrice, giovane signora d’indole nascosta a riccio, come le sue eroine, spaventata dal troppo clamore (’ero impreparata a diventare un bersaglio mediatico”), è fuggita in Giappone rifugiandosi a Kyoto col marito Stéphane e ”dopo aver lasciato il mio lavoro in Francia, venduto la nostra casa e aver affidato i nostri gatti agli amici”, spiega. ”Da tempo mio marito ed io sognavamo di trasferirci qui, e [...] siamo riusciti a farlo. Posso scrivere a tempo pieno pagata dal mio editore, il quale accetta persino di non sapere nulla del nuovo libro e non mi dà scadenze. Non è meraviglioso? Perché il Giappone? Perché amiamo tutto di questo paese: arti, cinema, modo di vivere; il cibo delizioso, i manga, la lingua... Mi sono messa a studiarla. Siamo sempre più catturati da questa cultura. stato Stéphane a trasmettermi l’interesse per la cultura giapponese: quando lo conobbi era già un esperto, mentre io ero piena di cliché. Ci incontrammo da studenti universitari a Parigi, io di filosofia e lui di scienze politiche [...]”. Si sa che suo marito collabora intensamente ai suoi romanzi. ”Verissimo. Stéphane è un coautore fondamentale [...] Le sue riflessioni psicologiche e filosofiche sono per me fonte d’ispirazione continua: mi nutro dei suoi pensieri. Inoltre mi suggerisce piste, interviene sulla struttura, mi fa tagliare ciò che non che va, elimina o dilata un personaggio. Esempio: nella prima versione de L´eleganza del riccio parlava solo Renée, la portinaia. A pagina 200 una bambina bussava alla guardiola. Nient’altro che un frammento. Eppure mio marito trovò subito speciale quella ragazzina e mi spinse a svilupparla al punto da farmi riscrivere interamente il testo [...]”» (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 6/9/2008) • Nel 2010 polemiche per la versione italiana della riduzione cinematografica de L’eleganza del riccio: «[...] Il distributore italiano rifiuta di riprodurre nella locandina la dicitura ”liberamente ispirato a” e utilizza elementi grafici della copertina del libro senza l’autorizzazione mia e dei miei editori. Così si suggerisce l’idea che il film e il libro siano la stessa cosa. Il che mi costringe a ripetere che il film e il libro sono troppo differenti per portare lo stesso titolo [...]» (’la Repubblica” 5/1/2010).