Lastampa.it 04/01/10 [http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201001articoli/50933girata.asp], 4 gennaio 2010
Donggaocun, la città dei violini dove suonare è un ”dovere” - Donggaocun è la citta dei violini
Donggaocun, la città dei violini dove suonare è un ”dovere” - Donggaocun è la citta dei violini. Con le sue 9 fabbriche, oltre 150 officine e una produzione di trecentomila viole e violoncelli, è una delle principali fornitrici di strumenti "made in China". Tutto è inziato circa quindici anni fa quando Chen Zuhua, ha deciso di mettersi a fabbricare questi particolari archi. E così, dopo un viaggio in Italia, dove ha imparato i trucchi del mestiere, ha aperto la "Beijing Dual Joy", che oggi produce sessantamila violini l’anno. «Ne ho comprato uno e poi ho acquistato anche parecchi manuali. Nessuno nella mia azienda ne aveva mai costruiti prima», ha detto Chen alla Cnn. Ora la sua società ha ottenuto ottimi risultati e a Donggaocun si producono un terzo dei violini confezionati in tutto il mondo. Fabbricati con il legno tibetano, sono interamente fatti a mano. E la loro qualità è buona. «L’attenzione per i dettagli è fantastica. Il prezzo è molto buono, così come il suono», ha detto Aaron Reilly, proprietario del negozio di musica, Guarneri House. Adesso la città cinese mira a diventare la capitale dei violini e la maggior esportatrice mondiale, facendo così una seria concorrenza all’Italia e alla Germania. Ma il vero problema di Donggaocun è uno solo: tanti violini e nessuno che li sappia suonare. Così il governo ha deciso di incoraggiare gli studenti a studiare musica. «All’inizio c’erano moltissimi violini, ma nessun musicista», ha detto l’insegnante Wang Yangping. Così è nato un programma per formare violinisti in grado a loro volta di insegnare. «Nascere in una città che fabbrica così tanti strumenti e non saperli utilizzare sarebbe veramente uno spreco», ha aggiunto Yangping. Negli ultimi tre anni le lezioni di musica si sono moltiplicate e nelle aule ora si sentono solo melodie di Beethoven o Mozart, perchè suonare nella città dei violini è quasi un dovere.