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 2010  gennaio 04 Lunedì calendario

A La Paz, in Bolivia, hanno aperto il bar della cocaina. Si chiama Ruote 36 perché è itinerante, si muove continuamente e ogni notte bisogna andare a cercarlo

A La Paz, in Bolivia, hanno aperto il bar della cocaina. Si chiama Ruote 36 perché è itinerante, si muove continuamente e ogni notte bisogna andare a cercarlo. Ma una volta trovato, i turisti della coca - stranieri che salgono a 4 mila metri per godersi la polvere bianca - sanno di poter gustare un prodotto unico. Qui si vende solo cocaina purissima, niente tagli né imbrogli. Gli europei non devono neppure preoccuparsi di cambiare la valuta, il listino prezzi è in euro. EURO Da quando, lo scorso anno, Wall Street è crollata, nessuno nel sottobosco del crimine si fida più del biglietto verde, vogliono tutti l’euro che gli sta strappando il triste primato di moneta di riferimento del crimine organizzato. Ed è proprio questa la grande rivoluzione che la crisi economica ha innescato nel mondo del crimine. Un cataclisma monetario di cui pochi parlano: la fine della supremazia del dollaro. Tutti sanno che i periodi di grande crisi economica sono la manna dal cielo per qualsiasi attività illegale e criminale. Pochi però intuiscono che grazie alla globalizzazione, l’attuale espansione del crimine può sconvolgere gli equilibri monetari internazionali. Il declino del dollaro quale moneta di riferimento delle organizzazioni criminali, che maneggiano ogni anno tra l’uno e i 2 mila miliardi di dollari (dal 4 all’8 per cento dell’economia mondiale), avrà sicuramente ripercussioni anche nel mondo della legalità. EURO CHE VOLANO Molti economisti pensano che questi cambiamenti giocheranno un ruolo decisivo nella creazione di un paniere di monete, con l’euro in posizione prioritaria, che rimpiazzerà il dollaro quale moneta di riferimento mondiale. Fino ad oggi l’ostacolo maggiore a questo progetto è stata la scarsa quantità di euro in circolazione nel mondo rispetto al dollaro. Un ostacolo che il crimine organizzato sta abbattendo.  paradossale, ma a porre fine al primato monetario del biglietto verde potrebbe non essere il populismo di Chávez, l’ostracismo dell’Iran, né il risparmio dei cinesi, ma il crimine organizzato mondiale. A detta dell’Europol, da Ciudad del Este, una zona franca al confine tra Uruguay, Paraguay e Brasile, a Mosca, da Islamabad a Mogadiscio, il contrabbando di euro cresce e presto supererà in volume quello del dollaro. Tanto per avere un’idea: la Riserva Federale americana stima che nel 2001 il crimine organizzato ha contrabbandato più di 300 miliardi di dollari dagli Stati Uniti, la maggior parte è transitata per l’America latina sotto forma di profitti del narcotraffico. Ed è proprio nel continente americano che la lotta tra le due monete in circolazione nel ricco occidente è oggi più agguerrita che mai. A Città del Messico, l’antidroga ammette che perfino gli spacciatori di marijuana accettano pagamenti in euro. E poiché sul mercato nero questa moneta è considerata più stabile del dollaro, chi la usa ottiene un tasso di cambio più vantaggioso e quindi uno sconto sul prezzo. Trafficanti Boliviani L’euro è entrato anche nella cultura criminale americana. Perfino i cantanti rap hanno cestinato i simboli del dollaro per impossessarsi di quelli dell’euro. Nel suo ultimo video, ’Blu Magic’, il cantante rapper Jay-Z mostra una valigia piena di monete da 500 euro che descrive come "the kilo business", un riferimento esplicito al narcotraffico. Il declino del dollaro nel mondo del crimine non è però un fenomeno così recente. A spingerlo inizialmente lungo la china sono state le politiche americane di prevenzione del terrorismo attuate dopo l’11 settembre. Nell’ottobre del 2001 entra in vigore il Patriot Act, la cui sezione finanziaria è in realtà una durissima legislazione anti-riciclaggio. Questa altera la mappa del crimine mondiale. Fino ad allora l’80 per cento del riciclaggio avveniva in dollari e negli Stati Uniti. Date le difficoltà di continuare questa attività i cartelli latino-americani iniziano a guardare oltreoceano, all’Europa. Attraverso una serie di alleanze strategiche tra i baroni della coca e la ’ndrangheta, i colombiani esportano cocaina e ne riciclano i profitti nel Vecchio Continente. a questo punto, intorno al 2002-2003, che l’euro entra nel mondo del crimine e a gestire gran parte di questa attività è la ’ndrangheta. All’interno della comunità europea, l’assenza di una legislazione omogenea che monitori i flussi monetari, come invece avviene per il dollaro non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo, proprio grazie al Patriot Act, incoraggia sempre di più il crimine internazionale a usare l’euro quale moneta prioritaria nel riciclaggio. Trafficanti Boliviani  però la crisi del credito e la perdita di valore del dollaro rispetto all’euro che convincono tutte le grandi organizzazioni criminali a svolgere i loro traffici non più in dollari ma in euro. Così l’Europa diventa l’epicentro del riciclaggio di denaro sporco dell’intero pianeta, ma anche il crocevia di attività che vanno dal narcotraffico alla vendita illegale degli organi, dalla tratta delle bianche alla pedofilia internazionale. Ormai la moneta europea offre alle organizzazioni criminali tutti quei vantaggi che un tempo erano attributi esclusivi del dollaro: stabilità o apprezzamento del tasso di cambio, distribuzione su un vastissimo territorio e possibilità di scambio con altre monete ovunque. Oggi al mercato nero delle armi di Quetta, gestito da mercanti legati ai talebani, si vedono girare bigliettoni da 500 euro. E secondo Scotland Yard, da un anno a questa parte, gran parte del contrabbando di armi e di droga avviene in euro su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’antidroga britannica ha recentemente intercettato 11 milioni di euro in contanti nascosti su un volo della British Airways proveniente dagli Stati Uniti a Londra. Frutto di qualche attività illecita nel nord dell’America. Anche nei pagamenti dei riscatti compare sempre più spesso l’euro. Persino i pirati del golfo di Aden e i talebani sono propensi ad accettare banconote da 500 euro. Ce lo conferma una società di Londra, che per ovvi motivi vuole rimanere anonima, che gestisce i pagamenti dei riscatti degli ostaggi. Un agente della marina messicana - Guerra ai Narcos e alla droga Nei prossimi anni il classico boss mafioso dipinto da Hollywood non conterà più le mazzette da cento dollari, ma quelle da 500 euro. A dicembre l’Interpol ha infatti dichiarato che i 500 euro hanno ormai rimpiazzato i 100 dollari quale taglio più popolare nel mondo del crimine. Ecco perché non è facile trovarne in circolazione in Europa. Come avveniva in passato per i 100 dollari, appena messi in circolazione vengono contrabbandati fuori. Ed è facile intuirne lo scopo: servono per pagare i profitti del crimine internazionale, profitti che una volta lavati attraverso il sistema bancario locale ripartono per il mondo. Le autorità colombiane hanno riportato da gennaio a giugno del 2007 un flusso di 300 mila euro in entrata; durante lo stesso periodo più di 55 milioni di euro hanno lasciato il paese. CACCIA AI NARCOS IN MESSICO Anche da un punto di vista tecnico l’euro presenta i suoi vantaggi: è più maneggevole trasportare grosse quantità di denaro usando tagli da 500 euro che da 100 dollari. Senza parlare poi della sicurezza del tasso di cambio. Il 90 per cento del riciclaggio del denaro sporco avviene in contante e ogni operazione può durare fino a nove mesi. Nel rapporto annuale dell’Intelligence canadese si legge che dal 2008 in poi il crimine organizzato ha scambiato dollari per euro per evitare perdite dovute al tasso di cambio e ormai ricicla principalmente in questa moneta. L’impatto della crisi del credito e della recessione confermano la riconversione monetaria in atto dell’attività criminale dal dollaro all’euro, un fenomeno che Wall Street sta seguendo con interesse. Molte banche hanno osservatori sull’andamento del crimine, ufficialmente per monitorare il riciclaggio, ma in realtà per capire quando l’euro effettuerà il sorpasso, a quel punto inizierà la crisi del dollaro, un ulteriore grande opportunità per il crimine organizzato.