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 2010  gennaio 03 Domenica calendario

SUL LETTONE DI BENITO

Appena pubblicata in Francia, una nuova biografia di Margherita Sarfatti (Françoise Liffran, L’égérie du Duce, Seuil) può valere da complemento ai diari inediti di Claretta Petacci appena pubblicati da Rizzoli (Mussolini segreto. Diari 1932- 1938). Sul versante maschile, il protagonista è ovviamente lo stesso, Benito Mussolini. E sia la nuova biografia della Sarfatti, sia i diari inediti della Petacci non fanno che confermare quello che già sapevamo di lui come maschio. Focoso, quasi priapico. Al di là di questo, un abile calcolatore dei sentimenti, opportunista nelle alcove come nelle piazze. sul versante femminile che i due libri aggiungono qualcosa al risaputo. I diari di Claretta ne documentano in modo imbarazzante la modestia intellettuale, grande almeno come la sua devozione passionale per il duce. Inutile cercare negli appunti della Petacci chissà quale prova delle vere idee di Mussolini sulla politica o sugli ebrei. Del resto, oltre alla nostra storia, la nostra cronaca non illustra forse quanto sia limitato lo spessore delle confidenze di uno statista raccolte nel lettone da un’amante regolare od occasionale? La lezione più istruttiva viene dal libro di Françoise Liffran sulla ninfa egeria del duce per le arti di regime. Secondo ogni evidenza, il calcolo e l’opportunismo della Sarfatti nella relazione con Mussolini furono almeno pari a quelli di Mussolini nella relazione con la Sarfatti.
Margherita arrivò al punto di sfruttare la morte nella Prima guerra mondiale del diciassettenne figlio Roberto, alpino volontario, per imporsi sulla scena dell’Italia post-bellica quale fascistissima mater dolorosa.
Non inteneriamoci troppo sul destino di certe donne del capo, prima sedotte e poi abbandonate. Spesso, lei non è migliore di lui.